Fabrizio Sani, "Il contrario di abitare", i Quaderni del Bardo edizioni, 2022
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Se fosse per me Se fosse per il caro me stesso mi dedicherei a te completamente, inseguendo, nel silenzio della camera, con la mia esule impronta il tuo misterioso lignaggio. Dandoti, nel rumore delle strade, il braccio, il fianco e lo sguardo ogni secondo di questi cent’anni. Però è a te che consacro qualsiasi opera o pensiero, pertanto coltivo me stesso, mi lascio spazio. * Vincenza L’assolo di civette snellisce la lama già sottile, si stringe lo spazio tra un filo d’erba e l’altro. Una signora anziana sale lentamente tre gradini, i suoi passi lasciano impronte nell’aria. Indugia sul pianerottolo, sotto una fioca lampadina, dentro la cornice del portico. E si guarda indietro un istante. La riesco a ricordare solo piegata da una gobba di fatiche, mai lamentate; comprava da me le tagliatelle all’uovo, qualche detersivo, un po’ di formaggio; nei giorni di festa il suo cortile si affollava di auto e mia madre le vendeva l’arrosto girato. Il nostro abitare il mondo è abitare delle interca