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Visualizzazione dei post da luglio, 2023

Buona estate 2023!

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Poeti Oggi va in vacanza, le pubblicazioni riprenderanno il 6 settembre con la segnalazione in anteprima nazionale di un libro molto atteso. Buona estate e grazie per il vostro affetto. La poesia contemporanea in lingua italiana

Mario Saccomanno, tre poesie inedite

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Il buio si nutre di dubbi e di miti – e resto qui seduto a mendicare ogni risposta stuzzicando con la mente questa vecchia luna di paese. Perché neanche un urlo sembra più spezzare le nubi di quiete che trasudano di morte e che anneriscono la terra? Il buio si nutre di dubbi e di miti – ed è squarciato dai suoi stessi bagliori che all’impeto dell’oggi tornano utili quei troppi terreni incolti del pensiero che non si può da una riva inerte osservare il proprio naufragio. * Del tutto io ne mastico una scaglia. Assaporo il contatto con la terra per far sì che dei miei passi i tratti io ne possa rappezzare. Del tutto se ne mastica una scaglia – e nell’intuire un qualche lieve e incerto schiarimento mi chiedo se è davvero così duro ravvisare la fondante debolezza di ciascuno senza l’altro. * Certo: che possa pure una vita stemperare a suo modo ogni graffio subito sotto la sola luce lunare. Ovunque vada, io resto trafitto da questi stessi miei versi che uccidono ancora, riportandola indietro

Gianni Salis, finalista Premio Poeti Oggi 2023

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Somebody to love Dalle casse la voce invade i corpi malamente incastrati nei banchi, stanno in silenzio per qualche minuto, mani prima intente a scarabocchiare distratte si fermano, gli occhi su quell’uomo che sfacciatamente ostenta in un grido la sua anima – Somebody to love e il viso della ragazzina al primo banco si riga di lacrime che non riescono a fermarsi. Sguardi imbarazzati e qualche risatina avvolgono l’aula quando la musica finisce e io non so se devo, se posso, dire qualcosa guardandoli un ultimo secondo prima che suoni la campanella. Lezione finita: e ora che valutazione darò? Non si è mai letto e non rientra in nessuna griglia quel che dovrei scrivere sul registro: impreparati (professore compreso) a contemplare un’anima. * Gianni Salis (Seneghe, 1976) è insegnante di musica a Milano. Dopo il diploma in pianoforte al Conservatorio di Cagliari, si dedica studi musicologici, prima laureandomi all’Università Statale di Milano, e, infine, conseguendo un dottorato di ricerca

"Fresco di stampa": Michela Zanarella, "L'eredità del bosco", Macabor Editore, 2023

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Nei rami di ciliegio si cela un’appartenenza la cicatrice di un’altalena esiste ancora nella memoria del vento e nel mio misurato e clemente ricordo di un’estate adolescente è come se l’attimo della spinta, del volo fosse rimasto intatto tra le dita del tempo mentre la vita popolava di spensieratezza gli occhi. Dice la montagna che salivo in alto quasi a uscire dai confini del sole volevo sicuramente far durare la luce oltre il cielo e magari ritrovarla a distanza di anni sul soffitto sotto forma di civetta e silenzio del bosco, luna matura in dormiveglia sui palazzi. * Quassù il vento a volte fa spavento sembra voglia spingere lontano il tempo le rocce hanno visto soldati perdersi e morire altro dolore più recente giungere al confine i rami dei ciliegi di notte rivivono la spinta di un passato che ritorna e di un presente che si assenta per fortuna la luna non smette mai di fiorire stasera è così rossa che pare un sogno di fuoco tra le cime ed io non ho che silenzio acceso tra le cigl

Paola Mancinelli, finalista Premio Poeti Oggi 2023

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Primo gesto: delimitare l’area, tracciare il perimetro la linea difensiva, non indugiare nello sguardo valutare bene il terreno lieve pendenza, lontano dalla resina. Preparare i picchetti, i tiranti, imparare il segno asciutto del recingere. Calcolare lo spazio interno, la luce rarefatta nel più fitto bosco. Come filtra tra le braccia la memoria, come le accende, soffiando sugli anni. Una tenda per l’inverno è questa voce, chiama come una madre nelle sere di agosto quando la luna è uno specchio d’acqua e i giorni non sono in pericolo. * Paola Mancinelli (Taranto, 1974) approfondisce gli studi filosofici e teologici, ottenendo il titolo di Magistero in Scienze Religiose. È poeta e artista visuale. Ha pubblicato il libro di poesie La resa del grazie , Giuliano Ladolfi Editore (2019). Fa parte della redazione online della rivista Atelier, trimestrale di poesia, letteratura e critica, per la quale cura il progetto di arte e poesia «Visuale sul Novecento». La poesia contemporanea in lingua

Andrea Loliva, finalista Premio Poeti Oggi 2023

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Chiedere scusa Immedesimarsi è semplice, l’empatia è l’arte delle conchiglie nonostante il mare e dei tronchi scavati dai fulmini: sarà stato bello quando le tue mani si sono posate su un’altra anfora la prima nella tua memoria, passando da strumenti così diversi stesso lavoro e altri punti di vista, ed erano sempre stati lì sotto i tuoi occhi, così belli e liberi. Ricreare un contenitore un utensile inflazionato e mai inutile: ogni artista dovrebbe saper fare un’infinità di cose tra le tante comunque vasi di argilla, scatole, anfore per metterci dentro ogni cosa, in ordine come provo io adesso ma solo a parole. Gli oggetti lasciati da te sono incalcolabili, li porto con me e se saremo insieme da qualche parte un giorno, pur non potendo credere che sia al di là, uno ad uno te li riporto, credimi, intatti. Da quel giorno che si scendeva per la scalinata lungo il fianco di una grande chiesa riporto un violinista in strada che suona un pianissimo di poche note, indistinguibili sensibili.

"Fresco di stampa": Rosaria Ragni Licinio, "Viatico per peccatori", Edizioni Ensemble, 2023

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Le stagioni rincorrono il mare le voci degli uomini sprofondano attaccate alla terra se il sole si perde tra le correnti del mondo ritornano i figli più in alto dove cresce una lievissima fiamma. * Raffigurarsi poveri prima di imitare i santi fare a meno dello stomaco e recidersi nel corpo per dire che non ci sono radici ma debiti divisi in due parti. * Assaltare lo schermo con le ombre in fila indiana segni illeggibili mentre qualcosa si sganghera e non c’è una ricompensa per gli occhi feriti, un gran correre nell’acquario di insetti e parole se affondo la testa e sono già altrove in nessuna memoria la vita di prima: le mani, i piedi e tutto lo sguardo. * Il verde trascende gli occhi e l’interferenza trascina la biologia del corpo dove piovono stelle oltre le lettere rivoluzione di senso e macchia assillante. Ostaggio senza alcun testimone: oltre le grate della ragione Dio rovista tra le voci dei santi. * Da questo mettersi in lontananza capita di contenere misure le muse che accadono

Danila Di Croce, finalista Premio Poeti Oggi 2023

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Ci sono vite da riguardare,  di fronte a cui tacere in ascolto, come quando si cerca la sorgente, chiusi gli occhi, nel fitto odore del bosco. Hanno il dono, certe vite,  di sfiorare il peso dei sassi, di avviare il rimbalzo sciolto a pelo d’acqua, così - perché l’onda si allarga e sorride se c’è un tocco che chiama. * Danila Di Croce (1974) vive ad Atessa (CH) ed è docente di Lettere nel Liceo Scientifico della sua città. Nel 2011 ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie:  Punto coronato (ed. Carabba). Suoi testi figurano nell’antologia poetica virtuale Transiti Poetici (XL volume), a cura di Giuseppe Vetromile. La poesia contemporanea in lingua italiana

Elvio Carrieri, finalista Premio Poeti Oggi 2023

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Elegia al metallo Prima di scrivere questa matita si gira tre volte. E la sabbia s’infila nelle mucose. Cerca di arginare la ferita solleva il bisturi, così come se fosse un bambino ora togli il resto, teso a poco come si tende un filo. Prima di procrastinare il danno è già nelle palpebre. Torna col bisturi in mano. Io non sono che un nuovo fanciullo che muore forse dovrei tenere un diario di bordo, dove si parli di laminazione di segatura e di pratiche materiali. Forse dovrei solo imparare come si fa un bonifico e come Lazzaro venirti incontro e dirti solo che temo il tempo. E prendere atto del luogo e dell’ora. E prendere atto della percentuale di verità accumulata nelle tue occhiaie calcolare ogni statistica sulla scia di una pulsazione, chiedermi quale sia il miglior modo per sopravvivere. Cerca di arginare la ferita prendi atto, avvolgi i tendini tra loro. Ascolta la catena delle ossa che fa rumore. Prima di lottare si torna al pianto, alla madre. Ti prendo la mano e con sonnolenz