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Visualizzazione dei post da luglio, 2022

Arrivederci a settembre!

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Poeti Oggi va in vacanza , le pubblicazioni riprenderanno a settembre. Sarà comunque possibile continuare a candidare i propri testi secondo le indicazioni elencate in  Contatti . Buone vacanze a tutti e grazie per il vostro affetto! La poesia contemporanea in lingua italiana  

Alessandra Corbetta, "Estate corsara", Puntoacapo Editrice, 2022

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Ombra Nel nostro breve corpo eri un’ombra troppo lunga, un’assenza già presente a riempire tutti i vuoti scavati dal passare delle estati. Sorridevo al buco nero dei tuoi sguardi già lontani, al mistero di sapere che trovarti era lasciare tutto quanto, appartenersi. Sei trapassato nel mio fiato irrevocabilmente mille volte e poi una soltanto: dovevi ammettere che amarti sarebbe stato luce traballante, un continuo calo di tensione * Come vanno le cose Dopo Parma, ti ho fatto mettere una virgola, dopo Parma, camminiamo. Ti ricordi tra i ricordi la città dove eravamo? Anche Correggio esagerava, come noi, ma con l’azzurro, e non lo sapevamo che il profumo di violetta era certezza delle cose da rifare, abbastanza a trattenere un altro gelido domani la nevicata di quel giorno. Ero sola? Ora invece se restiamo, Parma tace, lascia indietro la parola * Pietrasanta I Ricordo una gioia sfrontata, totale dal rumore ciocco di pioggia che cade ricade. E rimbomba. Eravamo in ombra tra i vicoli e poi

Dario Barbera, "Spolia", Edizioni Minerva, 2020. Segnalazione di Gabriele Borgna

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Il mio cuore è un campo bipartito a rotazione biennale. Andato male un raccolto il massaro può sperare con l'altro di salvare l'annata e di che vivere. Ma io resto con lo stupore del bimbo a guardare l'inaspettato fiore sulla spoglia recisa, nella linfa ancora sanguinante. * In vacanza di te,  amore, dormo con la luce accesa. Ma due sono le assenze, le tue macchie e i miei crateri, due le interazioni che deboli si attraggono, la somma di due eclissi. * Certo qualcuno diagnosticherà che la solitudine del creatore è un tratto bipolare, un disturbo d'amore che oscilla tra la smania del cercatore d'oro e la sindrome del re Mida.  Rincorrendo e fuggendo la tua dorata luce della vita, come un corpo la sua ombra. * Dario Barbera è nato nel 1984 a Taormina. Storico dell’arte antica, si è perfezionato alla Scuola Normale di Pisa ed è stato borsista dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici. Ha pubblicato svariati saggi di storia, archeologia e storia dell’arte in riviste

Massimo Del Prete, "Termini per una resa", Nino Aragno Editore, 2022. Segnalazione di Claudia Di Palma

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Cantando un dolceacqua il sommelier intonava ‘complesso in sottrazione ’. La metafora vinicola parlava dell’esatta inclinazione delle cose: così le labbra prima che sappiano del bacio o i tuoi vent’anni che ancora hanno il potere di scegliere per te qualunque sogno. Ci circonda un mondo sordo, indifferente alla tua voce che vorrebbe dire tutto: allora tu rinuncia al pantano dei discorsi all’istinto di arrivare sempre a un punto sottrai alle tue parole qualche sillaba. Ascolta quanti mondi nel silenzio. * Il profumo, per esempio, non può farsi segnale di luce segno di te dei tuoi passi che sapevano di cocco e di anguria delle dita inzuppate di sale. Nessun codice può darne e ritrasmettere l’esatta sequenza di molecole –                                                   per questo c’è bisogno di un corpo proprio oggi proprio adesso un corpo che ti nomini che provochi la tua esistenza –                                                  ma vedi questo bisogno e questa assenza sono la firma

Sabrina Amadori, tre poesie inedite

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Essere terra, essere respiro il respiro lungo del fiume che tocca l’orizzonte il vuoto di luce oltre le montagne, restare aggrappati a un respiro a un filo di vetro, di pianto e di fuoco essere il tuffo e lo schianto amare come si ama un inizio una fonte che rompe il silenzio nel bosco. * Ed è aria nel fuoco della sera vita che tiene le foglie, le pietre quelle che abbiamo posato sopra tutto il rumore – poi il respiro si apre, si fa centro l’orizzonte riempie le case la terra ferita che allarga grida di luce d’erba al fuoco del sole. * Il sole è alto sul silenzio, qui dove la neve brucia negli occhi come sete, acqua da bere la luce che passa tra le persiane si fa mancanza, aria da trattenere. * Sabrina Amadori (Milano, 1992) si è laureata in Filologia moderna all’Università degli studi di Pavia. È insegnante di sostegno nella scuola media. Ha pubblicato le raccolte di poesie Vuoto frontale (Capire Edizioni, 2020) e Frammenti d’aria e grafite (Ass. Culturale Il Foglio, 2015).  La poe

Antonio Sacco, sei Haiku inediti

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a ognuno il peso della propria natura – sul pesco, un fiore * vedere il volto di ogni affetto perduto – nel gelo, nuvole * “ti amerò sempre”: sopra la roccia incisa cresce il muschio * foglie cadute: sul vecchio tronco segni di un primo amore * dove sbiadisce l’azzurro di una ortensia – i suoi occhi * “non ti amo più” – senza rumore cade l’ultima foglia * Antonio Sacco è nato ad Agropoli nel 1984, vive e compone versi nel cuore del Parco Nazionale del Cilento (Vallo della Lucania). È uno studioso e ricercatore della poesia estremo-orientale (soprattutto della poesia haiku), ha pubblicato su molte riviste internazionali dedicate al genere haiku (The Mamba, Chrisantemum, The Mainichi, Ashai Shimbun, Harusame), oltre a essere l’autore di numerosi articoli tecnici e divulgativi sulla poesia haiku.  Cura la rubrica chiamata “Echi da Shikishima” in seno  alla rivista letteraria “Poesia del Nostro Tempo”.  Ha pubblicato due raccolte poetiche l’ultima delle quali è intitolata Eppure ancora i

Francesco Iannone, "Prima opera del gesto", peQuod, 2022

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Qui c’è una grazia di mantelli sull’acqua una descrizione nuova della caduta. Il tuo vero tu galoppa gli stormi depone il suo piccolo raggio frag li alberi si posiziona al culmine del crollo dove il bambino abbatte il monumento in solitudine. Che ti avrei amato con lo stesso smarrimento degli eroi che toccano i cancelli di casa dopo lungo tempo, solo questo chiedo che ogni combattente trascini la lotta al livello della luce e baci le rughe sulle nocche del nemico anche così è la vittoria. Nel più umano sventramento dell’attimo siamo insieme se siamo vivi. * Siamo il getto d’acqua che ammaestra l’incendio del dire siamo la stessa solitudine del soldato di fronte alla falange ma la mia guerra avanza oltre la sillaba il suono la parola. Si innalza sulla rupe come l’ultimo grido dell’umano la vita la vita la vita che mentre la dici fa schiudere le bocche al coro fa esplodere la boccetta nell’aria. Io sono lo stelo invincibile venuto dal niente senz’acqua e senza cure sono la mano che pesca

"Fresco di stampa": Francesco Tripaldi, "L'individuo superfluo", collana Lietocolle, Ronzani Editore, 2022

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Campana Da imberbi ribelli tracciavamo miraggi di gesso, itinerari occulti contro i poteri costituiti. Avevamo giubbotti antiproiettile e ginocchia sbucciate. Oggi, dopo un milione di sassaiole contro castelli di fumo, restano solo righe fantasma e caselle vacanti prima dell’ultimo salto mortale. Imberbi e ribelli tracciavamo miraggi di gesso presagendo che il destino è un infame bugiardo. * ‘Glitch’ di sistema La statistica non considera gli amori dissennati, i cigni neri o sé stessa quando la interroghi con seducenti questioni da alcolista freelance. Se lo facesse, l’aspettativa adattiva tradirebbe il risultato della ricerca, un glitch nei libri dell’Apocalisse rivelerebbe la peluria sull’avambraccio della Vergine, i conti offshore degli arcangeli, l’identità della madre surrogata del nuovo Messia. Piani millenari compromessi dall’idea stessa di probabilità. Meglio non chiedersi nulla, abbracciare il destino con lo spirito del kamikaze e guardare il mondo attraverso i misteriosi occh

Valerio Vigliaturo, finalista Premio Poeti Oggi 2022

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Come fai a sentirti ricco dentro esplorare libero, spensierato le vertigini astronomiche , le gioie terrestri in questa stagione tremenda che ti soffoca il plasma, determinata la scelta Si mostrano nelle roccaforti schierando migliaia di avamposti nei crinali di trincee televisive ora le guerre sono psicologiche i nemici provocano ma non colpiscono a te la responsabilità, come affrontare il futuro è un mattone su cui costruire la tua fossa, in difesa degli ideali per non cedere ai ricatti di chi da sempre ci rende schiavi con il bastone e la carota Come fai a cantare ancora poesia in tutto questo stordimento piangi ti disperi, poi scendi in piazza non l’avresti mai immaginato manifestare per indurli a ripensare farti carne oltre lo spirito verbo e parola della gente Quando sembri persa tu ancora dilaghi riprendi voce come un tempo, musa nella reggia sabauda e radical chic fluttui sull’acqua, sei leggera incantevole tra gli stormi tutto un ondeggiare che traspare rianima sempre gli uomi

Riccardo Zippo, "Tregua", Taut Editori, 2022

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Ho rispetto di questa mia quiete questa terra poco fertile dove ogni giorno è stremato è il primo giorno stremato ogni giorno. In due si è in pochi si è di meno che in uno troppo pochi nel tenere, nella durata, questo vuoto frangibile. * Vieni qui facciamoci compagnia parlami di sciocchezze. Godiamoci, fino alla fine dell’amore, che tanto poi diventa altro, e noi diventiamo altrove. * Io ho un alibi e una città, e una notturna nera primula sul cuore. * É tutta una forzatura, mentre soltanto vorremmo annullarci - Bastare a noi stessi sarebbe una soluzione - Tace il cortile la notte ci sono due sedie sul balcone. Il letto scotta e ci tocca riposare in piedi e pensarmi da lontano il rimanere mi fa come una rete e non riesco a dire nulla. * Riccardo Zippo (Gagliano del Capo 1992) è cresciuto e ha studiato a Milano. Dopo l’inclusione nell’antologia Planetaria – 27 poeti del mondo nati dopo il 1985 (Taut 2020), Tregua è il suo libro di esordio. Acquista il libro:  taut@tauteditori.it La p