"Fresco di stampa": Francesco Tripaldi, "L'individuo superfluo", collana Lietocolle, Ronzani Editore, 2022


Campana

Da imberbi ribelli
tracciavamo miraggi di gesso,
itinerari occulti
contro i poteri costituiti.
Avevamo giubbotti antiproiettile
e ginocchia sbucciate.
Oggi,
dopo un milione di sassaiole
contro castelli di fumo,
restano solo righe fantasma
e caselle vacanti
prima dell’ultimo salto mortale.
Imberbi e ribelli tracciavamo
miraggi di gesso
presagendo che il destino
è un infame bugiardo.

*

‘Glitch’ di sistema

La statistica non considera
gli amori dissennati,
i cigni neri o sé stessa
quando la interroghi
con seducenti questioni
da alcolista freelance.

Se lo facesse,
l’aspettativa adattiva
tradirebbe il risultato della ricerca,
un glitch nei libri dell’Apocalisse
rivelerebbe
la peluria sull’avambraccio della Vergine,
i conti offshore degli arcangeli,
l’identità della madre surrogata del nuovo Messia.

Piani millenari compromessi
dall’idea stessa di probabilità.

Meglio non chiedersi nulla,
abbracciare il destino
con lo spirito del kamikaze
e guardare il mondo
attraverso
i misteriosi occhi rossi
dei conigli.

*

E-poca

Se cerchi nel web
il web cerca dentro di te;
senza nemmeno faticare tanto.

L’e-pica della pirateria informatica:
segreti industriali,
cordoni ombelicali digitali,
ricette per biscotti in linguaggio binario.

L’aspetto coloniale di una faccenda post imperialista
è il nostro vivere di esigenze improcrastinabili,
di amori a grandi linee.

Questione di evoluzione convergente.

Come certe fragole
siamo rossi solo in superficie.
Un cupio dissolvi
di corpi celesti e beta bloccanti.

*

‘Social engineering’

Con un’arancia sulla tavola
comincia una poesia.
Con delle cicatrici sulla schiena
finisce una tragedia,
che poi sono un po’ la stessa cosa,
un inciampo nel presente,
un artiglio nel passato.

Tecniche di social engineering
ci irretiscono nell’inganno del voler essere
quando nemmeno siamo.

*

Generazione Y

Empio, sciagurato noi,
svezzati a latte di tigre
pronti a pallide alternative di esistere
rinunciammo a mietere
i campi stracolmi di pietre
che azzopparono i nostri buoi.

Empio, sciagurato noi,
avvezzi a felicità di piccolo cabotaggio,
demmo lo smalto alle unghie dei morti
aspettammo di vederli risorti
preparare un umile omaggio
per i nostri padroni.

Empio, sciagurato noi,
come un nibbio in picchiata inseguendo le rondini
danzammo al ritmo di falci luccicanti
senza far caso agli occhi lacrimanti
ci ritrovammo inesorabilmente liberi
addirittura di più di quanto lo siate sempre stati voi.

Empio, sciagurato noi
riempimmo la bocca di mirtilli
che ci lasciarono i denti neri,
apprendemmo che il vuoto ed il nulla
sono profondamente differenti,
umano farcela con modesti mezzi,
inesorabile vivere,
nonostante tutto.

*

Francesco Tripaldi (Tricarico, 1986) è un avvocato specializzato in materia di prote zione dei dati personali. Vive tra Milano e Bologna. Nel 2019 pubblica la sua prima raccolta di poesia Il machine learning e la notte stellata (Collana Gialla – LietoColle Editore). Nel 2020 compone i testi delle canzoni Gargoyles, Livido e Mantra per il progetto musicale “Nikita”. Suoi lavori sono apparsi in varie riviste e antologie.






La poesia contemporanea in lingua italiana