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Visualizzazione dei post da settembre, 2024

Eleonora Federici, tre poesie inedite

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Ginestre Vorrei tanto scrivere versi come Leopardi su monti – sterminatori ginestre e altro le mira mia mamma sulla strada – di – Piscille e vorrebbe coglierle strapparle con le cesoie come fanno i serial killer o qualche lupo – cattivo con i fiori – della – giovinezza ma sono troppo vecchia per scrivere * Margherite mi sono vista maschio un tempo mentre coglievo le margherite nel parco era un mazzo per la mamma immaginavo di fare la – pipì – in – piedi era più comodo che accovacciarsi e il blu dei grembiulini era più bello del rosa non volevo essere una Winx – volevo Batman o Goku per vincere il male – nel – mondo i supereroi sono maschi e fanno loro la storia non resta che strappare margherite da dare alla mamma * Rosa rampicante immagina una pianta colorata – di – significato per me, era la rosa rampicante e ogni spina disegnava la corona – di – Cristo quando non c’eri l’abbracciavo nell’Eden del centro – diurno sopperivo così alla mancanza dei no – delle botte – tossiche per me, la

Maria Consiglia Alvino, "Elegie per Calypso", Delta 3 Edizioni, 2023

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Scordando Itaca Il sole smargina le cose, le colline, le case, la strada, la strada. Luce sciante sui noccioli, nel sangue, vento forte sulla disconnessione presente. Un’auto bianca scorre distante. Condomini di sonno e un monte da scalare nascosto, l’infanzia. Tutta questa vita. Siamo luce, non so. Definire, disegnare, che poi è la stessa cosa, fiori sbattuti nel blu. Cosa resterà di me e di te un testo apocrifo senza titolo diario di un mare altro di un altro verde, un’estate chiara, lontana. * Lievito madre Le cose che guardo sono tutte eterne erano qui da tempo, nella congerie di attimi e fotoni, senza tempo. Tu ridi. Un altro giorno ha tolto una gioia fugace, l’ossessione del presente. La paura è un lievito madre cresce nella notte ed è la vita, la vita che ci ostiniamo a dare. * Penelope La notte è lontana, giorno ancora non volge. Proverò ancora a osservare il moto vitreo dell’acqua, i fiori che a cento popolano la sabbia il gabbiano silenzioso che plana. Cercherò parole al fond

"Fresco di stampa": Stefania Giammillaro, "Errata Complice", peQuod, 2024

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Ai sensi di una legge non scritta appesa al baratro senza risposta è vietato venire al mondo in un qualunque giorno di pioggia Senza tuono rimbomba il dire del mare che soffia e soffia un ruggito ancestrale tra cosce nude e stoffe bagnate L’appetito nasce senza fame. * È buio non ti accorgi che è buio sulla soglia che attende la puntualità della prova Scappano i ritardi dalle pareti pregne dell’odore consumato ieri * Era proibito il cortile agli schiamazzi quando le ginocchia sbucciate bruciavano di vita appena iniziata Era proibito urlare in protesta contro addii mortali alla coscienza quando puntare i piedi era occasione di crescita Da un vetro di roccia si penetrava il mondo io pesce rosso con diritto di parola * La geografia del corpo non sconta il peccato originale quando le narici adescano il polline soffiato dal feroce ritardo di fine maggio “ La primavera può ancora arrivare ” schiaffeggia il sussurro su chi trattiene il tumulto nelle ossa e fino alle arterie nuoce il fumo che

"Anteprima Portosepolto": Giulio Mazzali, "La pratica del buio", peQuod, 2024

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Al monte Mondo, frastuono di cicale – tramonta il giorno, s’accende sulla schiena la linea d’orizzonte. * Cipressi nel silenzio si assomiglia immobili alla quiete della strada. Non danno voce i morti, solo calce e cenere, come questa nebbia, che avvolge nella sera muri e linee d’ombra. * Attesa Attesa è la nostra, filo di una trama disfatta nella notte perché tutto resti uguale, nulla sia diverso. * Anelli Accade ad ogni istante che il cerchio si propaghi. Anello dopo anello addomesticare l’acqua, il passo folle di tempesta. * Profezia Crescerà tra notti e storture la nuova umanità. Come fico strappato al morso della roccia, lasciato al vento freddo dei coltivi. Fallirà il mare nudo al proprio corso: morirà nelle sue onde sulla linea d’orizzonte. * La nudità nasconde l’inganno della fine, the end is the beginning insiste la voce, e trama la terra gravata dall’inverno, compagna di semi e cime di confine the end is the beginning ripete la voce, mentre il rosa cede alla luce e spoglio il