Post

Visualizzazione dei post da giugno, 2024

Danila Di Croce, Finalista Premio Poeti Oggi 2024

Immagine
Davvero c’è da sciogliere e chissà se tutto poi ritornerebbe vergine il nostro dialogo e con lui il pianto onesto della comprensione – il cielo di nuovo acceso da una fiaccolata di voci.              Indovinare in ogni nodo un cedimento delle maglie, forse lo sfiato per le risa, una caparra che già significa liberazione. * Danila Di Croce vive ad Atessa (CH) ed è docente di Lettere nel Liceo Scientifico della sua città. Ha pubblicato la raccolta di poesie Punto coronato (ed. Carabba) nel 2011 e  Ciò che vedo è la luce (peQuod) nel 2023. La poesia contemporanea in lingua italiana

"Blocchi di partenza": Fabrizio Bregoli legge Doriana Alba Granzotto

Immagine
Cagna  Il sole io lo vedo ma non lo sento ormai da troppo tempo. Mi giro e vedo la piscina              azzurro scolorito poggiata sulle piastrelle rosse rotte all'angolo di casa la mia amica tuffa spruzza costume intero. La puzza dell'acqua nel cloro ormai da giorni è diventata cimitero di moscerini che per forza di cose devo togliere uno ad uno con le mie mani tanfone. Quell'odore aveva assorbito le molecole lo riconoscevo come sprezzante, come da bambina arrangiarsi a se stessa. Odoravo come di quella cagna rognosa che in canile non sceglie nessuno ma ha il cuore grande e rotto. Tanto già i vicini mi consideravano una bastarda senza padre. Dopo qualche tuffo mi ritiravo nel mio bosco; Ciao amica! accappatòiati e asciugati costume intero. Io tornavo Immersa tra gli alberi nascostamente. Quella era la mia famiglia. * C’è un certo gusto per tutto ciò che è degradato, in via di disfacimento e deterioramento, in questa poesia di Doriana Alba Granzotto, in una rivisitazione di

Michele Trizio, "Cenere del risveglio", Marco Saya Edizioni, 2024

Immagine
Cammino direzione piega. Essere la mano che chiede un nome tra verdi persiane. Forse questa casa sarà illusoria ma resta come un alone cuneiforme sulle mura, luogo di contese nello sciame di voci, materno e mattinale. La stagione si trasmuta in evento che ci salva e ci allontana. Talvolta, nell’eclissi, cerchiamo l’ebbrezza di un saluto. * Dici che ciò che ci resta alla fine sono solo gli odori, e forse poco altro, gli altri colori sulle superfici vive mentre noi ci spegniamo piano piano. E invece infinite volte un profumo richiama la memoria al suo compito: preservare le crepe, quelle amate, che fanno tormento del ricordo. Manchi, e per questo sei ovunque, nella materia primordiale imprimi le forme plastiche del congedo. Posso solo vivere accanto alla trama dei vetri, tagliarmi con il sorriso tuo, impercettibile, staccarmi dal corpo nella scena del giorno e amare questo esistere in cui né si va né si rimane. * Qui da noi gli anni sfilano via, il fondo non appare mai agli occhi e impil

Valentina Demuro, Finalista Premio Poeti Oggi 2024

Immagine
L’inverno allunga ancora le sue braccia è così freddo, troppo notte ormai per dire che ho paura. Ognuno intento a ricamare il proprio mistero non abbiamo avuto tempo per la neve. È un vento storto a dire male e niente, questa consunzione povera. Siamo corpi attraversati terra di nessuno * Valentina Demuro (1987) è pugliese, vive e lavora a Bologna. Ha conseguito la laurea in Lettere Moderne a Bari e in Italianistica a Bologna. Nel 2017 è uscita la sua prima raccolta,  Piccoli Passi , (DrawUP edizioni). Alcuni suoi testi stati pubblicati su riviste italiane e straniere. Da settembre 2020 è editor di Alma Poesia, progetto fondato da Alessandra Corbetta e dedicato al linguaggio poetico italiano e internazionale.  Che i fichi nascano rossi è la sua ultima raccolta edita da peQuod nel 2024. La poesia contemporanea in lingua italiana

"Fresco di stampa": Augusto Pivanti, "Confluenze, poesie scelte 2004 - 2023", collana Lietocolle, Ronzani Editore, 2024

Immagine
L'eco dei miei passi Costruisco il giorno sull’eco dei miei passi e, sordo il tacco della nostalgia incide il selciato del tempo. * Liturgia del silenzio Cantiamo il gesto d’urlare il poco da dire, da fare per il molto che rimane, l’apparente utilità del nostro vivere. Lieve rimane il modo di tacere il giorno immergendosi nell’acqua d’un Giordano altro, liturgia del silenzio che s’affaccia sull’inizio delle stelle senza più parole. * Tempo d'improvvisi addii Ti travaso per osmosi nell’acquasantiera che non sono e ti invoco – anima – sopra i cortili dell’infanzia a sorreggermi – per il troppo coniugare all’imperfetto – in questo tempo d’improvvisi addii. * Il nostro dire È terra masticata di risulta, il lato frequentato dal periodico insediarsi nelle notti – un buio ecoico, le falene disimpegnate dal riflettere – l’estate a promettere un caldo sudaticcio. Dimentichiamo in fretta i viali dell’infanzia, quando ci coglievano luci in solo sogno, quando anche un minimo bagliore di ci

Loriana d’Ari, Finalista Premio Poeti Oggi 2024

Immagine
dove mi parli non è un luogo ma la scia di un frammento celeste che dal nulla m’accende un orizzonte trasversale, mi accadi se rimango più a lungo a ciondolare nella culla del vuoto. finché una voce vi si china da un altrove, ma solo il suono senza le parole. non so dire se le invento per esserti più accanto o se davvero dormiamo mentre i sensi tramano la vita, un sonno d’alghe gettate sulla riva * Loriana d’Ari vive a Genova, dove lavora come psicoterapeuta. Le sue poesie sono apparse su riviste e blog letterari e ha ricevuto riconoscimenti in occasione di vari concorsi. Ha pubblicato la sua silloge d’esordio  silenzio, soglia d’acqua  per Arcipelago Itaca nel 2021. Sta lavorando a una nuova raccolta di poesie che verrà pubblicata a breve. La poesia contemporanea in lingua italiana