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Visualizzazione dei post da novembre, 2023

"Fresco di stampa": Nicola Vacca, "Libro delle bestemmie", Marco Saya Edizioni, 2023

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Rebus Impiccati la corda è sempre tesa. Sul patibolo c’è sempre posto per i nostri inganni: dio è un boia che non si sporca le mani. * Imprecazioni e lacrime Il giorno ci vuole allineati e coperti e noi gli lecchiamo il culo con il nostro castello di menzogne. Le lacrime insegnano a essere veri una bestemmia ci salverà da questo piccolo dio bastardo. * Diario del cecchino Il fucile è in posizione il colpo è in canna. Sono appostato come sempre dove gli umani non possono vedermi. Tutto è pronto per consumare il rito quotidiano dell’eliminazione: io non faccio altro che il mio dovere essere il cecchino di chi vive e ignora di essere già morto. * La parola ai poeti Un taglio inganna la parola la ferita è aperta. Ogni forma di vita è la fotografia orribile di un massacro. In questa enorme paralisi nessuno intervista la coscienza rasoiate di deliri sfigurano finestre aperte sul mondo. Ci sono schegge di niente il dolore diventa rabbia l’ultima porta si chiuderà se i poeti non ruberanno le p

Roberto Casati, tre poesie inedite

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Vaga nel buio l’ombra sottratta ieri fugge lentamente protetta dal lampeggiare di quest’altro temporale. Cerco i tuoi passi ma è senza tracce l’evidenza e le parole bruciano frantumando convinzioni che non potrai ignorare. Persi nel freddo trascineremo bocca a bocca il vento dalle foglie riuscendo a tradire il rimasto della stanca memoria dei padri. * Il senso ostinato che in te si muove è attesa che spiova vetro appannato di antico senso nell’umidità del cuore. Parole da un oceano distante in occhi dimenticati ricominciano poco più in là come penombra silenziosa. Così ti ritrovo riflessa nel vetro lacrima che scivola via intervallo frettoloso nell’attesa pronunciato assenso che si inoltra con occhio silenzioso davanti al mare. * Chiari i colori della sera nell’incuria che tramanda il sorriso dei tuoi occhi sfumando il profilo sui rami eleganti del gelso. Scrivevi parole d’acqua azzurra sul quaderno segreto dei giorni nel tepore di fiori esposti al mare erano le tue labbra a trattenere

Domenico Brancale, "Dovunque acqua sia voce", Edizioni degli animali, 2022. Segnalazione di Claudia Di Palma

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Numerose poesie bruciano in fondo all’acqua. * Chi scrive tende la mano. Chi legge raccoglie il corpo. Rianima il proprio morto. Il passato si coniuga al presente. L’ombra del sale riaffiora dappertutto. A volte sono numeri. La natura viene a chiudere i conti. Viene a bruciare il superfluo. A incenerire le grate. * Stiamo di fronte e alle spalle parliamo del più e del meno di ciò che non abbiamo parlato del possibile che proviene dall’impossibile parliamo mentre scriviamo in silenzio la parola che ci allontana dalla riva verso l’ora della stella l’ora in cui si accende dall’altra parte del tempo la lucina, dentro di noi qualche cosa che va dalla tua ferita alla mia mano parliamo mentre il gregge rientra nell’addiaccio l’erba respira il tramonto una pietra è presente parliamo come se ieri deve ancora parlare. * Ma non credere che io non sappia che è stato per la fame perché fame è speranza negli occhi di chi cerca la terra per mare. Quello sguardo è riemerso come fosse un atollo. Intorn

Leo Learchi, "Dodici mesi senza agosto", Fallone Editore, 2023

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Quando ottobre novembre dicembre annunciano un inverno di seta il tuo passo deciso fecondo traccia un sentiero imprevisto. La tua luce sorprende oggetti colori suoni le forme. È ancora il tuo passo sulla dura terra * Gemmano fiori e un vento leggero di pensieri attraversa il paesaggio sconosciuto eppure familiare un rossetto acceso una giostra di verbi al futuro, su soffici colline, petali su cui posare l’orecchio, una rossa coccinella sulla spallina del tuo reggiseno: primavera * Vagava tra le risalite la mente e le cadute un grembo la città. La forma del possibile era completa, di ogni ombra la leggerezza e la rinascita una nuova luce puro esserci, lenta dimenticanza * Nel giardino l’incendio di luce è bagliore nel tempo emendato, ne è il cuore illuminato il sentiero che si fa fiamma nuova forma attesa. È il momento di attraversare il verde fuoco nel cielo * Il cardine della porta, la casa è una tavola imbandita e vuota. E tu compagna, amica parola che non so fra tenera e inquieta ti

"Anteprima Portosepolto": Daìta Martinez, "nell’ora dell’aurora", peQuod, 2023

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il cantico arrossato della casa azzera nel pudore la più nuda espressione al principio d’ogni era e s’era amore uno stupore ché l’infinito bagliore nel viso del nome è un piccolo girasole l’orma d’incontrarsi con le labbra nell’aurora a lato la parola un abbraccio avvicina di noi tremando nel silenzio il verso e le ciglia delle mani l’odore negli occhi e sulla ferita la tenerezza del cuore la privatissima domanda e tutto il resto dai vicoli spiovuti al seno d’un andare * il silenzio dell’amore le scarpe sul tetto della casa pane nel pane da bere una piccola fetta di vino per tutta la tenerezza lascia un segno di vita sulla terra bagnata e di palermo la bocca l’ovale dell’aurora cade ancora una guerra i mercati scomposti fanno suono di campane tremando a noi lo sguardo la stessa stanza e la luce sempre uguale della lampada arancione la mia parte del discorso tu che mi dormi sul seno * dovrei avere un piccolo bucaneve nascosto dietro e indietro alla via dei ciabattai dove la porta il vuo

Stefania Giammillaro, tre poesie inedite

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Viaggiano le perplessità dei giorni lungo le crepe degli affanni La vanità dei tempi muore impigliata tra setole arrese agli ultimi capelli bianchi Dimentico è il volo sulla curva delle scale quando la terra trema al rintocco e il coltello è mantra devoto sui ceri spenti di un baccanale. * Hai votato la tua sacra bellezza al tabernacolo di amanti senza tempo Hai offerto seni turgidi all'usuraia abbondanza e crocifisso imeni su lenzuola di salvezza Hai ingoiato scelte e rimorso la lingua prima dell'ultimo bacio a stampo stendendo panni di ghiaccio su gomiti viola appesi al balcone delle marionette Oggi dimentichi la tua forza e se esiste giustizia che riscatta la perdi al rigore dei birilli nel travaglio di un parto, senza nascita. * La geografia del corpo non sconta il peccato originale quando le narici adescano il polline soffiato dal feroce ritardo di fine maggio  "La primavera può ancora arrivare" schiaffeggia il sussurro  su chi trattiene il tumulto nelle ossa  e