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Visualizzazione dei post da maggio, 2024

"Anteprima Portosepolto": Carlo Giacobbi, "Erbe d’esilio", peQuod, 2024

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Ruderi di cielo ama l’addio della foglia ogni quieta dolcezza dello sfiorire sono silenzi d’occhi nella luce svilita riconoscere nella prova occasione le trame nere e nude, loro pasqua in fioritura * Quando ci accorgemmo che su ogni fiato in ascesa andavano crollando ruderi di cielo, non fu difficile farsi persuasi dovessimo credere meraviglia lo sfiorire delle rose. Non avremmo mai creduto saremmo riusciti a fare Dio senza esserlo, a cavare un che di luce dal suo contrario, che si potesse scorgere incanto nel giallore di foglie calate sul grigio dell’aria. Di quanto appare, tutto è né questo né quello, né quanto si veda ma più ciò a ciascuno convenga. Così, anche la putredine dei frutti caduti a nessuno le pareti mute alla tua insonnia l’ostinata indifferenza del loro bianco la crudeltà del silenzio, il suo ghigno venuto a soffiarti «no, non è un incubo» , furono temi da dipanare sulla pagina intestata «cosa c’è di buono in questo» o in quella «cosa vuoi dirmi, inferno» . Ci abitarono

Valentina Ciurleo, Finalista Premio Poeti Oggi 2024

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Azzurro Amico Sulle mie maniche la guida incalza i remi lungo un accessibile sentiero. Ascoltate le voci rotte dal pianto, la sua luce si è estinta. Giorni in cui è solo il mio cuore il filo saldo allacciato simile a una rampicante. Che si celi nell'impenetrabile l'antico rocchetto? Sono giorni che affilo questa memoria prova a scavare dentro. Punti che non si difendono, non realizzano. Un mite dono, una forza grande. Nella bocca delle parole. Non sappiamo cosa guardi quel fuoco, quella fiamma viva. * Valentina Ciurleo è nata a Roma nel 1973 dove vive e lavora. Le sue poesie sono presenti in antologie e siti letterari. Scrive sulla rivista letteraria “La Recherche” e attualmente si dedica alla fotografia associando immagini a parole. La poesia contemporanea in lingua italiana

Michele Lacava, tre poesie inedite

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Succede al fiume che si secca farsi letto per le carcasse mentre intorno l’erba cresce e noi seduti a domandarci perché qui non piove. L’acqua, un tempo, scorreva senza scomodarci cercavamo i ciottoli per valutare quali incidere. Li provavamo tutti: quelli lisci, quelli aguzzi, quelli scabri e frastagliati li toccavamo cauti per evitare di ferirci e lasciare il nostro sangue appiccicato come le promesse al tempo. La pioggia ancora non si vede. Ed è come se la lingua non avesse più saliva e le parole giunte alla salita non potessero più uscire. Rimarrebbero sospese, avvolte entro un nodo in gola stretto più dei denti quando vuoi urlare ma hai paura di svegliare ciò che non ti fa dormire. * Eravamo nel torto eppure chiedevamo l’amore. Nessuna voglia di corrergli incontro eravamo fiammiferi, qualcuno più brusco si accese. Tutto bruciò, consumandosi in fretta. Poi, il fuoco si spense la cenere fece il suo corso. Morimmo anche noi lasciando una luce negli occhi a chi stanco si arrese. Muore

Francesco Buco, Finalista Premio Poeti Oggi 2024

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Via del Gioco Senz'altro c'era sotto lo zampino  della Signora Τyche, se quando venni al mondo trovammo sfitta casa in Via del Gioco. Luoghi e pronomi che si verniciano d'infanzia, com'era bella mamma:  un bilocale con servizi esterni e babbo la sua serratura, l'ingresso a picco sull'asfalto. Là dentro mi feci attaccante, astronauta e capomastro edile per combattere  gli spiriti malvagi della muffa in risalita.  Lasciammo Via del Gioco  per 100 metri quadri al terzo piano, cappotto termico a sequenze del passato e sulla nostalgia pannelli fotovoltaici - come se si potesse, in qualche modo, riqualificare la propria storia o la classe energetica dei ricordi. * Francesco Buco è nato quarantasei anni fa a Viterbo, dove vive, lavora e gioca. Non ha mai pubblicato nessuna raccolta di poesie. Lavora al suo progetto di racconti in versi Alfabeto domestico . La poesia contemporanea in lingua italiana

Mattia Cattaneo, “La neve impressa”, Architetti delle Parole, 2024

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Entrare in un nodo sviluppare il suo nastro e ritrovare la ruggine sotto i crocevia dove l'odore della realtà si compie in parte in questo continuo scambio di cose improvvise affrontando i morsi l'insurrezione del fuoco le ferite d'innesto trappole di lutti lunghi s'impenna alla radice l'anamnesi di questo silenzio. * D'inverno l'alba disegna il colore del metallo, gli alberi, nervi rigidi, segnano il profilo della luna china. Frutti amari in questo tempo di mandorleti sottili, il tuo bianco ventre matura latte - ne sento ancora il sapore - ma sazia il luccichio del grano: ciò che accade, non svanisce mai nel buio. * Il plaid con gli orsi polari accarezza il tuo pigiama a rose fiorite o appassite dentro un letto antidecubito dove dormi sopra barche mistiche piene di parole nude diluviate che scendono fin dove non c’è risalita. * Ci rivedremo una volta al giorno sotto l’ombra del platano o nella corsia dell’ospedale quando la neve impressa nei pertugi dei ram

Giulia Tosti, Premio Speciale della Giuria, Premio Poeti Oggi 2024

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Per gioco Tutta la vita a cercare di vivere: sforzarsi di capire il concetto di gomitolo stando nel mezzo del filo. Niente si alterna. Eppure, ogni sera chiudo la finestra per poi riaprirla. Nel tempo anche lei è cambiata: prima era un’altra e un’altra la casa. Tanto è il tempo trascorso. Il cielo è sempre lo stesso ho imparato bene le sue maschere commoventi. Quella azzurra la meglio riuscita. Ma un segreto non c’è in questo gioco di prestigio che è la vita. Tuttavia, è così che si sopravvive come se si attendesse un inchino un qualcuno che pronunci la parola “fine” e che da ultimo ci dica “vi perdono per non esservi mai goduti del tutto questo spettacolo gratuito”. * Giulia Tosti nasce nel 1995 in un fiabesco paese di montagna di nome Antrodoco (RI), luogo che per tutti i suoi successivi anni lascerà in lei la domanda - insaziabile – della bellezza pura, primigenia, fulcro intangibile della sua produzione poetica. Dopo aver conseguito due lauree nell’ambito dello Sviluppo locale, at