Post

IN EVIDENZA

"Fresco di stampa": Antonio Bux, "Poesie", Marco Saya Edizioni, 2024

Immagine
Erba Prendo il ciuffo di un’erba che tu ami quello vissuto sulla fronte di tua nonna la sera quando ti cresceva tra le coperte lo raccolgo per te che non sei qui per te che sei tra le coperte degli alberi sotto la terra onesta o forse di lato all’albero che è ora tua nonna così insieme a lei compi proprio i miei passi li unisci ai passi degli altri, quelli scordati dove un’orma è per sempre dove un’orma è mia madre che sale come un albero ad accarezzarmi i capelli e mio padre, e il tuo, e il padre di tutti qui dove prendo il ciuffo di un’erba che tu sei li rivedo ancora una volta, rivedo la mia vita e le vite di chi siamo stati, ora che sono ciuffi e così anche io, sotto la terra, dov’ero sento di essere stato amato. * Primavera Inverno era dire ieri, cielo verde e tocco sul legno, una forma del prato, o una mano quasi, a essere erba. E anche le stagioni che spostano e passano, tornano qui, a indicare foglie di noi, e mini radici. Così oggi è ancora dire, poter misurare al collo la pos

"Blocchi di partenza": Fabrizio Bregoli legge Elia Carollo

Immagine
Che fai? Che pensi? Ed a chi t’ispiri quando, seduta, fissi il muro e credi sia tutto falso. Deambuli in sedi distaccate, detesti i tuoi sospiri che spargi; scivoli oltre gli spiriti in un fondo scuro. Ora vedi te dilatarti, cerchi in sieri medici il sollievo – rallenti i respiri: basta così. Ludici passatempi stringono nodi attorno i tuoi fiati, ed io (metodico, dico) scompaio. Chiudo palesi inganni nel solaio dei ricordi sopiti; dimezzati sono, da ieri, tutti i nostri tempi. * Elia Carollo si cimenta nella forma principe della tradizione poetica italiana: il sonetto, sintetizzato a monostrofa di quattordici versi, tutti endecasillabi (forzati anche con alcune dieresi), e uno schema di rime rigoroso, che include anche scelte metricamente raffinate come le rime “sospiri”/”spiriti” e “”vedi” / “medici” che giocano sull’accentazione sdrucciola dei secondi termini della coppia. L’incipit, di evidente ascendenza petrarchesca, inizia il dialogo interrogante con un’interlocutrice chiusa nell

Monica Savoia, cinque poesie inedite

Immagine
Sorpassa ruminando Il cielo questa Terra nebulosa più Dell’acqua, Vapore liscio Che chiamano immanenza ben Prima ancora di stendere le ali. Ma se questo è il mondo Dov’è che oseremo un’intuizione, Siediti e ricama, Annusa questo niente che ti plasma, La speranza di cui si fanno povere le mani. * Forse il congedo Partirà dagli occhi Ultima lama ferale Al petto intrusa Notte che si abbevera Ai breviari abbandonati Su ciottoli notturni Ombre ricalcate Di chi riluce nel crepuscolo. Forse a saltare Sarà la venuta al mondo Delle idee, degli abissi Intrecciati a stelle Dispettose a farsi beffe Di ogni vivere e morire. Forse l’ovale Non reggerà più il viso E a restare sarà solo Una presa in contropiede Nella foce discrepante Dove a roteare si ostina soltanto Questo cumulo di nervi. * All’ombra di ogni alba Tramonterà il ristoro Che ti è toccato Per difetto, E ancora ombre si allungano Sui declivi dell’armonia Le spemi a rimpiazzare, Ai margini di nuove morti In fasce, dove l’uggia Ci troverà d

Mary de Rachewiltz, "Processo in verso. Tutte le poesie italiane", Bertoni Editore, 2024

Immagine
Lena sterile Molto di te si dice, Lena al tuo paese, molto di te racconta la Tecla agli uomini in caccia di frottole. Ma nessuno ha udito l’asma dell’SS in licenza arrancare per il ruvido palo alla tua finestra socchiusa. Neppure i tonfi soffocati della Mauser e degli stivali. “Es muss gehn — ce la farò”. E invece no. Dopo Stalingrad grande grosso e impotente, soltanto un nido di lendini generò sul tuo ventre. E ti ci vollero tre mesi per crederci, e nove mesi per ucciderle, una ad una. * La stanza La stanza perfetta contiene le quattro porte due ad arco e due quadre. Chiusa è la prima agli immediati dintorni la seconda sprangata alle occasioni. Per non girare le restanti maniglie siedo alla finestra del caos a contar stelle perché so che la terza conduce verso la casa degli spettri e l’ultima dà sulle trombe del nulla. * Il solo amico Animo mio, fatti vedere. Tu lo sai quanto mi vergogno a percorrere sola le strade del mondo. Ovunque vado, vedo che sono in due uniti per amore o per ca

Eleonora Federici, tre poesie inedite

Immagine
Ginestre Vorrei tanto scrivere versi come Leopardi su monti – sterminatori ginestre e altro le mira mia mamma sulla strada – di – Piscille e vorrebbe coglierle strapparle con le cesoie come fanno i serial killer o qualche lupo – cattivo con i fiori – della – giovinezza ma sono troppo vecchia per scrivere * Margherite mi sono vista maschio un tempo mentre coglievo le margherite nel parco era un mazzo per la mamma immaginavo di fare la – pipì – in – piedi era più comodo che accovacciarsi e il blu dei grembiulini era più bello del rosa non volevo essere una Winx – volevo Batman o Goku per vincere il male – nel – mondo i supereroi sono maschi e fanno loro la storia non resta che strappare margherite da dare alla mamma * Rosa rampicante immagina una pianta colorata – di – significato per me, era la rosa rampicante e ogni spina disegnava la corona – di – Cristo quando non c’eri l’abbracciavo nell’Eden del centro – diurno sopperivo così alla mancanza dei no – delle botte – tossiche per me, la

Maria Consiglia Alvino, "Elegie per Calypso", Delta 3 Edizioni, 2023

Immagine
Scordando Itaca Il sole smargina le cose, le colline, le case, la strada, la strada. Luce sciante sui noccioli, nel sangue, vento forte sulla disconnessione presente. Un’auto bianca scorre distante. Condomini di sonno e un monte da scalare nascosto, l’infanzia. Tutta questa vita. Siamo luce, non so. Definire, disegnare, che poi è la stessa cosa, fiori sbattuti nel blu. Cosa resterà di me e di te un testo apocrifo senza titolo diario di un mare altro di un altro verde, un’estate chiara, lontana. * Lievito madre Le cose che guardo sono tutte eterne erano qui da tempo, nella congerie di attimi e fotoni, senza tempo. Tu ridi. Un altro giorno ha tolto una gioia fugace, l’ossessione del presente. La paura è un lievito madre cresce nella notte ed è la vita, la vita che ci ostiniamo a dare. * Penelope La notte è lontana, giorno ancora non volge. Proverò ancora a osservare il moto vitreo dell’acqua, i fiori che a cento popolano la sabbia il gabbiano silenzioso che plana. Cercherò parole al fond

"Fresco di stampa": Stefania Giammillaro, "Errata Complice", peQuod, 2024

Immagine
Ai sensi di una legge non scritta appesa al baratro senza risposta è vietato venire al mondo in un qualunque giorno di pioggia Senza tuono rimbomba il dire del mare che soffia e soffia un ruggito ancestrale tra cosce nude e stoffe bagnate L’appetito nasce senza fame. * È buio non ti accorgi che è buio sulla soglia che attende la puntualità della prova Scappano i ritardi dalle pareti pregne dell’odore consumato ieri * Era proibito il cortile agli schiamazzi quando le ginocchia sbucciate bruciavano di vita appena iniziata Era proibito urlare in protesta contro addii mortali alla coscienza quando puntare i piedi era occasione di crescita Da un vetro di roccia si penetrava il mondo io pesce rosso con diritto di parola * La geografia del corpo non sconta il peccato originale quando le narici adescano il polline soffiato dal feroce ritardo di fine maggio “ La primavera può ancora arrivare ” schiaffeggia il sussurro su chi trattiene il tumulto nelle ossa e fino alle arterie nuoce il fumo che

"Anteprima Portosepolto": Giulio Mazzali, "La pratica del buio", peQuod, 2024

Immagine
Al monte Mondo, frastuono di cicale – tramonta il giorno, s’accende sulla schiena la linea d’orizzonte. * Cipressi nel silenzio si assomiglia immobili alla quiete della strada. Non danno voce i morti, solo calce e cenere, come questa nebbia, che avvolge nella sera muri e linee d’ombra. * Attesa Attesa è la nostra, filo di una trama disfatta nella notte perché tutto resti uguale, nulla sia diverso. * Anelli Accade ad ogni istante che il cerchio si propaghi. Anello dopo anello addomesticare l’acqua, il passo folle di tempesta. * Profezia Crescerà tra notti e storture la nuova umanità. Come fico strappato al morso della roccia, lasciato al vento freddo dei coltivi. Fallirà il mare nudo al proprio corso: morirà nelle sue onde sulla linea d’orizzonte. * La nudità nasconde l’inganno della fine, the end is the beginning insiste la voce, e trama la terra gravata dall’inverno, compagna di semi e cime di confine the end is the beginning ripete la voce, mentre il rosa cede alla luce e spoglio il