Per troppo niente la commozione del nulla, le stesse fitte di bellezza del morsicarsi da bambini, luminoso crescere, l’interno delle braccia. * Da dove ti amo sono tutte le parole troppo piccole e l’impossibile tornarmi la purezza inattaccabile, gelato sulle tonsille, il polline dei nodi. * I letti a castello dei “cristi inferiori” la danza rotta, lo sguardo al soffitto da dove d’oltre vita orbita lieve, pignorata ogni resurrezione. * Le mani assicurate alla cintura dei pantaloni poi il prenderlo tra le labbra come fosse per sempre, papà, quel tempo della crescita dove si mette in bocca ogni cosa. * Uccidermi insieme a te per emulare “morte eroica” la magrezza delle panchine, il decidere di non lasciarci in un dove tutto sarà perfetto il senso di continuare, fantastica esplosione, la presenza del vuoto. * Nel tuo morire, muoio il mio sangue dentato, foce arteria, tu a darmi il freddo della cenere, papà, dentro la carne controtempo di dita il nulla a spuntoni. * Perché è da lì che mi ma...