Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta poesia edita

Federico Preziosi, "L’uomo qui assente", Delta 3 Edizioni

Immagine
Dove si ferma la notte Credimi adesso, credimi ancora, non era l’altrove né il tarlo all’ultimo sguardo che scese dal volto penetrate le viscere del talamo, ma dove si ferma la notte si ricongiunse il tremore alle spalle. Rimasi di sasso all’inverno: la mia sete nell’utero di ghiaccio così pronta a infrangersi in libero volo dall’alto come una stalattite franta al tempo del marmo, tomba del senso, progenie del grembo. * Qui accade Qui accade il tempo nelle sfumature delle ombre incancrenite tra le forme a me prossime, care, irrinunciabili. Qui accade quel radioso compensarsi di un niente che si cela alle mie spalle e come allora qui ritrova il giorno sopravvissuto a un’intera esistenza la mia scrittura fitta del tuo «nostro». * Le cose inesatte Per le cose inesatte c’è un attrito e l’uomo a cui ripenso le dispone offrendosi all’autunno che si aggira. La posizione presa lo avvicina, quel non saper più stare dentro me sostanzia la vanesia distopia e poi c’è altro, una malinconia. * Docil...

"Fresco di stampa": Maria Consiglia Alvino, "Campi di luce", Controluna, 2025

Immagine
CV Sono nata tra colline e miti feroci cerco la luce in estate, spiragli di Altro le lettere greche sanno di mare da bambina era così Ulisse mi prese tutta l’infanzia Poi il freddo e l’Europa Una casa ci vuole, come il presente. Itaca è vicina. Continuo a viaggiare. * Girasole bruciato Tu non chiederti che peso abbiano le altrui solitudini, quale la direzione delle disattenzioni feroci, come sia qui l’assenza. Pensa piuttosto a quando partisti con indosso il tuo vestito più bello. Era estate e non sapevi l’inverno, le strade piani sentieri di campo. Ora che il tunnel è stretto, cerca immagini e sgualciscile, come lenzuola fresche da vecchi cassetti riposte. Annusale come faresti col maggio più odoroso, il più aperto mare. Ricordati il germe del grano, il sole atroce, i capelli, la mano. Se pure il cielo tintinna, tu resta ciò che sei, un girasole bruciato. * Paese irpino Ti annidano trecce d’inverno. Speranze abbarbicate in cima. La strada grida nomi di assenti. Un ragazzo corre in pia...

"Fresco di stampa": Elisabetta Sancino, "Il corpo vegetale", Arcipelago itaca Edizioni, 2025

Immagine
L’acqua deviata a sud è vortice radice rovesciata di pino e tutta la lontananza del bosco che toglie il respiro alle nove del mattino sono un’ombra che lambisce le coste scoscese l’alfabeto rupestre s’imprime su gangli e gengive e sa di ere dimenticate in un lampo mi trasformo nella scarica imprevista che aziona la turbina e muove i telai sotto le mani della madre dalle dodici dita – dove sei finita tu che portavi nella crocchia il fior di robinia tu che mordevi la spina? * Ambivi a scalare tutte le creste ma c’era solo quel masso erratico a sovvertire la monotonia della pianura posavi la bici sull’erba e tastavi incredula il reticolo di canalette e coppelle come un braille accidentato dalle bufere pensavi alla violenza dei ghiacciai alla roccia strappata alla sua dimora per ridisegnare la mappa della terra pensavi all’amore che sradica e innesta che fa di ogni abisso una vetta * Mi piace mangiare le amarene sull’albero mi piace sputare il nocciolo per terra perché poi ne cresce un alt...

Giovanni Rossi, "La voce bambina", Edizioni Croce, 2024

Immagine
Il tuo volto sanguina – senza ferite da mostrare – ma solo di me si fida, solo con me si lascia lacrimare. La tua voce bambina ancora grida l’estate; mi parla di una strada da colmare. “La via che porta al mare”, dice. “La stessa via che poi s’accorcia nei ginepri delle dune sabaude guidando un coleottero in volo” * Un nuovo conto in sospeso lo avrai tu e la tua pelle, mostrati nudi i polsi al vento, con l’arteria a zampillare sangue dove fuori è più comodo. Per ogni macchia sull’asfalto attende la bella stagione e già cerca vendetta: bottiglie piene, da rendere, a riscatto. È una fatica, restituire il sangue. * Hai visto? La poesia non è altro che l’orma lasciata da un piede nudo sulle maioliche in fiore della casa che ci separa dal mare. È evaporata lungo il tempo di corsa a perdifiato; senza tornare. * Avrai le tue colpe la tua ombra le sue, poste di fianco e le fronde del platano a sussurrarti il verde dell’estate Poi svanire non sarà un delitto; avrai sempre, dalla tua il lusso di...

Monica Messa, "Una pistola al Luna Park", RP Libri, 2024

Immagine
La bambina di rame e di miele appende foglie alle orecchie e si sente una regina. Ancora non sa che le vespe ricompensano i fichi con la vita. * Inchiodata a una bilancia o a passo silenzioso e svelto fra scaffali e lattine (dove il cielo non tiene il broncio a lungo) con l’orizzonte portatile nella borsa, violacciocche nella scollatura, e un destino di cartapecora in tasca, mangiava pane e fumo. * Sono spezzata. Spezzata in un punto a metà della schiena ho un nido abbandonato con uova schiuse e piume insanguinate. Sono spezzata. Spezzata in un punto. * Troppo grande questo mondo per le tue mani, bambina, bastano appena appena per spingere barchette di giornale. Un passo, dall’asfalto alla sabbia. Sorridi in debito di luce, capelli nuovi di chemio e il libero arbitrio in una falange. * Ho la felicità inceppata come una pistola al Luna Park – dieci colpi, cento lire – era il prezzo della libertà. Il crepuscolo è caduto irrimediabilmente su tutte le cose e in questa nuova estate si rinta...

"Fresco di stampa": Luca Pizzolitto, "Deserti", Ilglomerulodisale, 2025

Immagine
Poesie tratte da “Deserti”, plaquette in carta Amatruda in 77 copie numerate, edita da Ilglomerulodisale, all’interno della collana “La brocca rossa”, a cura di Daìta  Martinez, con la collaborazione di Pietro Romano. * Sulla riva lontana dal fuoco nel salmo antico del ritorno nel cieco stare di ogni abbandono qui dove la pioggia stanca i vestiti qui dove tutto splende e torna alla sete sei il pane spezzato la cenere e il canto, l’eterno sospeso sulle labbra di Dio. * Ora che tutto brucia e tace la peonia in fiore ora che i nostri corpi sono carne senza riparo s’apre la terra al canto tra le mani un volto, un corpo che non è più il mio. * Luca Pizzolitto nasce a Torino il 12 febbraio 1980, città dove attualmente vive e lavora come educatore professionale. Tra i suoi libri, figurano: Dove non sono mai stato (Campanotto), Il tempo fertile della solitudine (Campanotto), Tornando a casa (Puntoacapo). Con la casa editrice peQuod ha pubblicato, nella collana Rive: La ragion...

Fabrizio Bajec, "Tanka per le quattro stagioni (e altre poesie brevi)", Vydia editore, 2025

Immagine
galleggiano e basta nubi e piante d’acqua dolce non conservano un bel niente seduto su un tronco neanch’io coltivo propositi * come un palo piantato su una barca l’uomo in mezzo al lago veglia sulla fauna ma è solo un fantoccio * i suoni della fabbrica muoiono nei campi vicini Alain legge i nostri flyer ne approva e dimentica il senso quando è in vacanza * nel sottobosco udiamo la bella voce singhiozzante del cuculo d’Alsazia pare lontano o vicinissimo ma mia figlia ha in mente il lupo * vorrei tanto essere attiva dice la fontana del santo ai suoi visitatori mutare l’acqua piovana che mi esce dalla vasca in flutto di giovinezza * l’uomo davanti al mare si gode l’annegamento e torna dalla moglie con le mani in tasca freddo la invita a una passeggiata * Fabrizio Bajec (1975), italo-francese, vive a Parigi e scrive nelle due lingue. È autore delle seguenti raccolte di versi: Corpo nemico (in Ottavo quaderno di poesia italiana contemporanea, Marcos y Marcos 2004), Gli ultimi (Transeurop...

"Anteprima Portosepolto": Luigi Palazzo, "Pietre e miraggi", peQuod, 2025

Immagine
Tra le maglie di un rudere un setaccio, il Sud, trattiene vite rassegnate, pietre e miraggi. * Quant’erano belli i funerali al mio paese che quando se ne andava uno di noi era uno di noi che se ne andava. Il sasso sul catrame tracciava la rotta – al suono di passi strascinati s’avvitava l’assenza. E la vita mischiata all’istante scorreva fino alla madre appesa allo stelo d’un fiore. * Tempo per decifrare l’odio fumante degli ulivi tra le nicchie di una Storia senza centro. Un pendolo oscilla tra il passato ed il presente, tra il presente ed il presente. * Ritorna e fugge e vibra questo niente, immerso nella notte che corre e non respira, che respira e non fluisce, nelle ore diroccate in un quotidiano che si scuce. * Un calabrone sul davanzale s’avvinghia al bianco d’un fazzoletto tra la polvere incenerita dal giorno. Non vola. Chiudo la finestra mentre il tempo si scioglie sul vetro che gocciola. Ai primi soffi di luce è ancora lì smembrato dalla notte. * Luigi Palazzo (18 settembre 1...

"Fresco di stampa": Stefano Solaro, "Otto Tipi di Insetti", Arcipelago itaca Edizioni, 2025

Immagine
Ho fatto come avevo promesso del mio meglio ma non in assoluto. Ricordo piccolezze, noi sui mezzi, la merenda tu che sbagli serratura quando torni la sera a casa. Forse chi parla intende questo quando dice prima le cose importanti come il tuo dare e prendere tutto sollevare le macerie ritirare quello che opprime in questa grande stanza. Per questo e altro ti sono grato per come a volte mi lanci contro la vita solo per svegliarmi. * In un certo senso siamo ancora lì ad aspettare che torniamo lunedì danza mercoledì teatro a ciascuno il suo respiro. Non so se era già il primo segno se pensiero brutto chiama pensiero brutto se i tuoi denti rotti ieri nel sogno e la mia risposta così sgarbata sono memoria, metafora o solo conseguenza del dolore. * Al chiuso 1 Questi sono i giorni in cui si cade un secolo dentro quattro mura cose che non vanno nemmeno sussurrate. Ancora e ancora mi rigiro ma per la pelle sono uno e non mostrarmi ha una scadenza. Al bar arrivavi sparando fuori luce, senza acc...