"Fresco di stampa": Maria Consiglia Alvino, "Campi di luce", Controluna, 2025
CV
Sono nata tra colline e miti feroci
cerco la luce in estate, spiragli di Altro
le lettere greche sanno di mare
da bambina era così
Ulisse mi prese tutta l’infanzia
Poi il freddo e l’Europa
Una casa ci vuole, come il presente.
Itaca è vicina.
Continuo a viaggiare.
*
Girasole bruciato
Tu non chiederti che peso abbiano
le altrui solitudini, quale la direzione
delle disattenzioni feroci, come sia
qui l’assenza. Pensa piuttosto
a quando partisti con indosso
il tuo vestito più bello. Era estate
e non sapevi l’inverno, le strade
piani sentieri di campo.
Ora che il tunnel è stretto, cerca
immagini e sgualciscile, come
lenzuola fresche da vecchi cassetti
riposte. Annusale come faresti
col maggio più odoroso, il più aperto
mare. Ricordati il germe del grano,
il sole atroce, i capelli, la mano.
Se pure il cielo tintinna, tu resta
ciò che sei, un girasole bruciato.
*
Paese irpino
Ti annidano trecce d’inverno.
Speranze abbarbicate in cima.
La strada grida nomi di assenti.
Un ragazzo corre in piazza,
nuvole dento i capelli.
Le campane, un silenzio nell’aria.
La vecchia occhidambra da un uscio.
Una cicogna ride nel fiume.
Chi canterà nuove canzoni?
Ci sono nidi da cucire
sui tetti divelti, nel sussurro
di una piccola vita, pastello.
*
Violini
Stridono scordati
casse animali per aura e polvere.
Una luce imbianca l’attesa
il guizzo delle corde
l’intarsio del legno
musica da camera oscura.
Tavole armoniche di deserti
compunte siamo
io tu noi essi,
soggetti scordanti
di afasici verbi
avvinti
in oscura sinesi.
*
Casa d’estate
L’ afa annoda la lingua, in cucina
cerco storie tra i piatti. Fuori
ortensie sbiadite narrano
rumori, fruscii appannati
a schiarire il nitore dei nomi.
Un gatto saggio ricorda
che non ci sono parole.
Mansueto sale su per le scale.
Io con lui un silenzio animale.
*
La casa
Fuori campi di nubi.
Puoi fermarti.
Non si odono che foglie,
è un’infanzia.
Tu hai un coltello da offrire,
un ferro nello sguardo.
Lascia stare.
Per una volta sullo schermo
accogliamo parole nuove.
Che l’altro stia lì, il telefono
sordo, le sue corde e il padrone.
È già sera. Voltiamoci.
Stringiamo quest’oro di vento,
conta più della tua catena.
La stagione se n’è andata,
allora blocchiamo l’ora
in fondo alle ossa,
stringiamola in una sola parola,
sia questo nostro restare “la casa”.
*
Kyoto
Ho deciso di vegliare
sulla porcellana grigio-rosa
di questi giorni. Fragili pulsano
percezioni di tempo, parole lievi
si liberano da ruvidi armadi.
Si aspetta che il ciliegio fiorisca.
Balbetta l’oblio,
come dormire?
Il sole scrive sui muri l’aria
di febbraio, le sue labbra
scricchiolano di primavera.
Verrà il maggio e la periferia
svegliandosi avrà sui tetti
i tuoi occhi, muri screpolati di rose.
*
L’assalto
Notte, agosto che muore per strada.
Ho un pensiero, nero, nero, lontano.
Lo tengo in bocca, tra le gote,
come tenessi un sonno,
un caldo di pane.
La luna ha un battito irregolare.
Domani verrà il giorno, poi il sole,
ancora il peso dell’aria sul ventre.
E gli occhi vedranno parole,
i nomi e la loro consolazione.
Ci risvegliamo nel letto
dentro un assalto ignoto,
nell’acqua, nel sangue,
nel fuoco che sale,
nel nostro essere e poi diventare.
*
La consistenza del sempre
Dita di rosa scendono sugli occhi,
cielo-mare argento, fine agosto.
Così ti appare il mondo,
un bacio senza fine.
Tu non temi l’orizzonte, il confine.
Distese di venti e dormienti spazi
notte e stelle verranno ancora,
ancora udremo parole nello stream.
Seguiamo la spezzata linea d’acqua,
sentiamo galassie e pietre e grani oro
il volo bianco del gabbiano,
gli atomi del tutto che tutto sanno
e noi che nulla, nulla abbiamo.
C’è la sabbia, il fondale, poi un raggio.
Siamo noi e l’onda calma e la vela
campi di luce chiara, in trasparenza.
*
Maria Consiglia Alvino è nata ad Avellino nel 1987. È laureata in Filologia, Letterature e Civiltà del Mondo Antico; ha conseguito nel 2017 il dottorato di ricerca in Filologia, con specializzazione in letteratura greca antica, presso le Università di Napoli Federico II e Strasburgo. Insegna lettere presso il liceo “V. de Caprariis” di Atripalda (AV), dove vive. Nel 2022 è stato pubblicato il suo romanzo d’esordio A volte la neve (Readaction Editrice) e nel 2023 la sua silloge poetica Elegie per Calypso (Delta 3 Edizioni).