Axel Sintoni, "Altrove Cardinale", Edizioni Minerva, 2022


Il finale segna la nascita

Il terreno su cui cadi ti riscrive:
la foglia caduta sulla terra
diventa nutrimento del sottobosco;
la sorella precipitata sul cemento
finisce tra i rifiuti, scarto dello scarto.

Non solo prima: c’è un Altro
che ti sceglie dopo.

*

Eredità

Ho visto i visi dei miei antenati
fiumi di foto a bruciapelo.
I loro erano i volti vivi dei dimenticati
i gusci lisi della mia ghianda
una storia che passa
senza alcuno sguardo,
una genealogia rimossa
negli atti silenziosi del mio giorno
che, come gli altri prima di me,
sarà sepolto nelle fratture
di tre o quattro generazioni.

I ricordi si insinuano nell’aria fra i tessuti
la memoria è una scatola di fallimenti:
ci si ricorda solo
di ciò che non è mai successo;
il legno bruciato di una delusione
il rimosso, la vita eccedente.

*

Passeggiata in un bosco

Basta. Qui Dio è un fantasma:
la babele urbana soffoca tutti i cieli
gli alberi cortecce vuote, anche i tetti
delle case imitano le nuvole

ma le radici si ribellano ai sentieri
d’asfalto, oltre il luogo
dove l’uomo non è più
architetto di niente

più in là, dove ogni foglia si spiega da sé
e l’erba conquista la pietra
naufraga del padre,
e dove sempre folle di sguardi
divorano svelte il pasto
di un pianeta orfano:
cruda ingoiano la tecnologia
l’occhio non ha più fame

è il digiuno dalla biologia: s’azzera
la distanza ed il vicino si allunga
in un incavo senza nome – né storia:
una semplice macchia.

*

Quattro angoli di stanza e il mondo

Quattro angoli di stanza e il mondo
scompare sotto l’egida dell’esilio

qua, dove manca quasi l’aria,

il ricambio di voci e memoria assente
la noia, l’usura del vivere a metà
stende i suoi baci nel lenzuolo della pelle
con cui ogni giorno camminiamo
nelle grondaie livide dell’anonimato:

non basta una casa per essere
chiamati col proprio nome

e sul sentiero di un salotto ingombro
ciondolo il piede, aspettando il primo
passo verso l’uscio, fuori da qui

dove il vuoto non riconferma
la nuda identità, e spoglia i gingilli
della vita che non vuole sé stessa.

*

Venezia

Sul filo dell’alta marea, il tramonto
inventa i colori dell’alba;
ma è una gioia triste
sentirsi vivi sulla grande riva
l’eterno confine tra le cose
e la vita.

Atlantide mormora la morte viva:
dietro la maschera di bellezza
si cela il volto magro del condannato;
non piangiamo l’autunno dei corpi
anche le città possono morire.

È nella sapienza della morte
lo splendore di Venezia.

*

Axel Sintoni (Faenza, 1997) ha conseguito la laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche presso l’Università di Bologna nel 2021. È stato attivo collaboratore dell’Associazione Independent Poetry dal 2020 al 2022, redattore della rubrica Q.B. Primo Piano. Attualmente, sta completando gli studi presso l’Università di Padova, dove studia al corso di laurea magistrale Psicologia Clinico-Dinamica. 
Altrove Cardinale è il suo primo libro di poesia edito.





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