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Luca Crastolla, "Le sorti dell’incanto", Gattogrigio Editore, 2022. Segnalazione di Claudia Di Palma

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c’è una religione nella parola uno spirito santo che discende e l’usura. L’invocazione: un petalo poggiarlo sul bordo, trovarvi una lametta. Così si sparte e si sparge il sangue nessun profeta che divida le acque nessun popolo che le attraversi. Sulla schiena una cicala pazza di sole * guardiamo dalla riva bassa le federe del mare che si preparano nell’onda: tutta un’impazienza ci cola nelle mani e ci ricopre fino agli spiccioli della sete. Non ora, non adesso, siamo venuti a pesare il sale sui coralli della lingua ma di lontano per vie che conducono qui, di soglia in soglia, di grano in grano arso, non arso, di foglia in foglia di tabacco o di basilico per restare * dispiace la miseria delle parole; l’aver confuso la lista dei doni con l’indice dei rendimenti; l’aver raccolto di fretta i calzini; l’aver scelto di tacere di nuovo la pelle come quando le stagioni erano poche, ma promettevano alternate partenze. Dispiace l’avere scelto la quieta natività sulle porte a soffietto dell’anno

Gian Piero Stefanoni, quattro poesie inedite

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Svela la terra l'attesa Ma la carezza non insegue proclami, conosce storia e rigetti dispiegata nell'occlusione dei contorni. Spartisce restando aperta l'odore senza fine dei nomi, il reticolo dei volti nella memoria ferita degli oggetti. Nella misura delle solitudini svela la terra l'attesa, il no servito degli uomini nella imputata mattanza dei crediti. * Risvegli Lo vedi come si muove fuori dall'acqua lo sguardo nella fissità che non gli sopravvive. Scuote il capo a sinistra e a destra dalla coda la scaglia d'argento ora nella ripulsa dell'aria. Sa solo questo percuotere, e questo battere senza fondali essere del mare separato a terra. * Camminanti Non teme chi non ha vita ma sposta l'altare- alza il numero nell'ammonizione adesso visibile dei ricoveri e delle piazze fasciate. Non è pensabile anche in noi ciò che allo specchio riappare non più dell'altro ma nella carne, nelle case, il provvisorio scontornando l'abisso. Non è pensabile- e n

Axel Sintoni, "Altrove Cardinale", Edizioni Minerva, 2022

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Il finale segna la nascita Il terreno su cui cadi ti riscrive: la foglia caduta sulla terra diventa nutrimento del sottobosco; la sorella precipitata sul cemento finisce tra i rifiuti, scarto dello scarto. Non solo prima: c’è un Altro che ti sceglie dopo. * Eredità Ho visto i visi dei miei antenati fiumi di foto a bruciapelo. I loro erano i volti vivi dei dimenticati i gusci lisi della mia ghianda una storia che passa senza alcuno sguardo, una genealogia rimossa negli atti silenziosi del mio giorno che, come gli altri prima di me, sarà sepolto nelle fratture di tre o quattro generazioni. I ricordi si insinuano nell’aria fra i tessuti la memoria è una scatola di fallimenti: ci si ricorda solo di ciò che non è mai successo; il legno bruciato di una delusione il rimosso, la vita eccedente. * Passeggiata in un bosco Basta. Qui Dio è un fantasma: la babele urbana soffoca tutti i cieli gli alberi cortecce vuote, anche i tetti delle case imitano le nuvole ma le radici si ribellano ai sentieri

Simone Ruggieri, "Gli occhi di mattina", Arcipelago itaca Edizioni, 2022

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Quando il buio si fa pesto il primo freddo sta intaccando la tua stanza. Tu sorridi in primo piano a mio padre nella foto mentre dormo nella multipla. Sei lo sfondo e il residuo di ogni giorno. * Il mio sonno è la sua veglia. Sta nelle cose, così sia. Il messaggio parte tardi, arriva presto la risposta. Comunque in quel destino in cui si desta e scrive, e io disteso leggo, si accorcia la distanza, vera. E la grande illusione deve essere sincera. * L’attesa e di là da venire la terra. Io sono un Simone qualsiasi: si compie in un borgo, di cui ignoro i contorni, la quiete che è la tua casa. * Le prove generali dell’amore somigliano a un reticolo di fiumi che sfociano nel mare sotto un arco. Se penso al tuo sorriso alla locanda da questa prospettiva si staccano due volti su tre quarti di luna in tutte le vigilie di stasera. * I versi di cristallo di Petrarca e brani popolari per stordirmi, voglio soltanto questo questa sera. Non ho bisogno d’altro per stordirmi. Nella mia nuova stanza ora

Anteprime collana di poesia Portosepolto

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Siamo lieti di annunciare che i libri della collana di poesia Portosepolto edita da peQuod, saranno ospitati in anteprima nazionale sul blog e sui canali social Poeti Oggi attraverso una selezione di testi a cura della redazione. Portosepolto nasce nel gennaio 2021, dalla collaborazione tra Luca Pizzolitto (direttore della collana) e Marco Monina (editore di peQuod); l’intento è quello di pubblicare e rivolgersi a quei poeti (e, di conseguenza, a quella fetta di lettori) i quali cercano, nella poesia, una dimensione intima, un’attenzione per le piccole cose, uno sguardo che scavi nel significato di un gesto, di un vissuto, di una parola. Gli autori ospitati in questa collana sono tutti poeti per cui la dimensione del viaggio (all’interno di sé, nelle proprie viscere e nella quotidianità del vivere) è una dimensione imprescindibile. La poesia contemporanea in lingua italiana

Sandro Pecchiari, "Alle spalle delle cose", Vita Activa Nuova, 2022

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Caccia di sera lo stridere delle rondini si salda con tutti questi insetti - inconoscibile la strage nell’impatto solo la sorpresa dei passanti il loro seguire con le mani questo andare a cappio ognuno nel proprio posto adatto chi nell’aria chi nel ripetere ogni atto e crearsi inferni in proporzione vivi ancora di una vita a brani i moscerini volano a scarabocchio nessun andare si riannoda né ha pace nella conclusione (Imbrunire a Trieste) * Cattedrale soffèrmati dove la realtà non si fa vedere, dove le guide non sanno e tu l’affronti solo la luce dai rosoni stringe gli occhi e taglia la scoperta di un mondo altro scolpito dalle ombre sul fianco di una statua manca una pennellata di vernice d’oro si snuda il legno grezzo è un mondo di giunture mal celate passate nel silenzio le espressioni eloquenti sul davanti qui sono solo quiete qui conviene sostare con la poca gente che gira per dovere per un’icona preziosa trafugata d’un santo sconosciuto qui si manifesta questo stare al mondo sen

"Fresco di stampa": Massimiliano Bardotti, “La disciplina della nebbia”, collana portosepolto, peQuod, 2022

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Oramai solamente attendo (ogni giorno vivendo intensamente) l'attimo eterno del ritorno, quando casa saranno le tue mani la cura di un lento preparare per la famiglia amata il pane, come non fosse il quotidiano lavorio ma l’opera di un Dio innamorato che nulla serba di sé, se non il dono. * Bisogna essere prossimi alla terra avere già nel corpo l’ambizione della fossa. Sentire nella carne l’appassire delle ore. E come si fa urgente fare il bene praticare la salvezza. Avere già negli occhi un po’ di quello che vedremo quando gli occhi chiuderemo a questa luce. Bisogna poi saperlo un po’ di cielo averlo imparato dall’allodola e dal gufo. Seguire come cambia la stagione intuirne nei colori le promesse. E poi bisogna andare quando è ora essere pronti. Allora sarà chiaro finalmente che avevamo fatto tante prove che in fondo vivere è coltivare il seme eterno dell’attesa. * Un giorno, molto presto rinverdiranno tutte le cime (degli alberi, delle montagne) le ali dei migratori, tese a inte

Emilia Barbato, “Primo piano increspato”, Stampa 2009, 2022. Segnalazione di Fabrizio Bregoli

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La vernice chiede al croco la memoria dei suoi stimmi, all’eliotropo quel colore su cui riposano chiarori e trasparenze che colmano la lunga assenza della materia. La parola è un fossile, lo scheletro di un suono che si ripiega in un cerchio d’osso, un’essenza vuota di zafferano. * Con un peso di piedi sul paesaggio lunare della spiaggia la casa dischiude la porta, il vento corre salmastro dalle stanze. Le giovani dune versano il dorato muto del giorno e i gigli marini si spezzano sul litorale non curati dagli occhi. Perfino le drupe di ginepro si piegano all’unicità; due piccole righe, bianche, filano agili negli aghi. * Tutte le mattine lisci il letto lentamente, cerchi le vestigia dei capelli, l’eco di una risata che scuota l’aria della stanza, un sorriso rosso e carnale ma nello specchio trovi solo un concetto molto consueto di piastrelle. * Avremmo dovuto restare segreti, un po’ dimenticati come locande remote di campagna. Avremmo dovuto essere fitti muschi insinuarci nelle clavic

Enea Roversi, "Incidenti di percorso", puntoacapo Editrice, 2022

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Otto volante Fisarmoniche a ultrasuoni, distanti. Percettibili appena, eppure presenti. Scivolano sull’otto volante accidentato infilando porte di mogano ben lustrate con su le targhette dorate e scolorite. Scritte illeggibili e sorrisi stile melancholia fraseggi di onde impetuose e callose oltre le piastrelle di fiori sfilacciati. Carnevale di piogge acide nei cieli assemblaggio di ali per voli a bassa quota gocce in picchiata verso bicchieri di carta a sfidare la legge di gravità. Una nuova ubriacatura si annuncia ingombrante e lugubre venosa di luce fredda assordante come il grido dell’idrogeno. Inonderà di calore il mare e la terra farà crollare impalcature e torri sposterà nuvole e centri residenziali ci troverà sorridenti e muti con i nostri luccicanti calici levati. (2008) * Foto ricordo Foto ricordo gli anelli del mare cane sibilo fremito occhi di sabbia giada nelle unghie un foglio accartocciato poche righe lontane forse il rumore del treno paglia ferro maniglia dorata la pagi