Salvatore Enrico Anselmi, tre poesie inedite


A questo rigo

A questo rigo, a questa piega
rimaniamo appesi tenaci apprendisti,
funamboli incerti
scrutatori sulla scia increspata
d’azzurro rappreso in questo cielo
che lancia silenzio e lava furente,
parole inconsuete
versi trangugiati come acqua
estratta dal ghiaccio
serpeggiante più dei nostri sentori,
più dei nostri pensieri sul viso,
a sfidare lo sguardo,
a guadare l’ombra limacciosa e contrapposta
verso lame affamate di luce onnivora e stanziale

*

In attesa della sera

I grilli prendevano il luogo delle cicale
e in alterco confondevano il loro verso
con quello degli altri, sottoposti alle foglie,
in attesa della sera
che non fosse più giallo stanziale
pietra poco prestante al cammino.
In attesa di essere umidi e bruni
avvolti dalla notte, drappeggiati dal vento
calante e chiari d’aria
sotto foglie complici
contavamo gli anni come giro di legni
i sogni come visioni
di scarso talento, con i sensi
abbandonati al riposo
sotto foglie caduche
sotto foglie cadute e a strati raccolte
per cuccia e letto.
Cantavamo i sogni perduti
le foglie, astragali lenti e ritorti,
elici estesi lungo il tratto che serve
alla mano per scalfire la pietra.

*

Verso occulto

L’amore è il verso occulto
che sgretola l’assioma del ragionevole vero
che scardina il plesso solare
e le paratie di sostegno,
le mura di mattoni e di pietra.
Le certezze divengono mutevoli
e lo sguardo filtra più oltre
lontano oltre le coltri di nebbia
fitta come fumo
densa come la dimenticanza.
Accerchiami e vinci.

*

Salvatore Enrico Anselmi è docente, storico e critico d’arte. Alle attività di ricerca affianca la scrittura narrativa di impianto storico e introspettivo. Alcuni suoi racconti e testi poetici sono pubblicati in Nazione Indiana, Rapsodia. A magazine of art and literature e Critica Impura.



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