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Visualizzazione dei post con l'etichetta Poesia inedita

Roberto Casati, tre poesie inedite

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Vaga nel buio l’ombra sottratta ieri fugge lentamente protetta dal lampeggiare di quest’altro temporale. Cerco i tuoi passi ma è senza tracce l’evidenza e le parole bruciano frantumando convinzioni che non potrai ignorare. Persi nel freddo trascineremo bocca a bocca il vento dalle foglie riuscendo a tradire il rimasto della stanca memoria dei padri. * Il senso ostinato che in te si muove è attesa che spiova vetro appannato di antico senso nell’umidità del cuore. Parole da un oceano distante in occhi dimenticati ricominciano poco più in là come penombra silenziosa. Così ti ritrovo riflessa nel vetro lacrima che scivola via intervallo frettoloso nell’attesa pronunciato assenso che si inoltra con occhio silenzioso davanti al mare. * Chiari i colori della sera nell’incuria che tramanda il sorriso dei tuoi occhi sfumando il profilo sui rami eleganti del gelso. Scrivevi parole d’acqua azzurra sul quaderno segreto dei giorni nel tepore di fiori esposti al mare erano le tue labbra a trattenere

Stefania Giammillaro, tre poesie inedite

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Viaggiano le perplessità dei giorni lungo le crepe degli affanni La vanità dei tempi muore impigliata tra setole arrese agli ultimi capelli bianchi Dimentico è il volo sulla curva delle scale quando la terra trema al rintocco e il coltello è mantra devoto sui ceri spenti di un baccanale. * Hai votato la tua sacra bellezza al tabernacolo di amanti senza tempo Hai offerto seni turgidi all'usuraia abbondanza e crocifisso imeni su lenzuola di salvezza Hai ingoiato scelte e rimorso la lingua prima dell'ultimo bacio a stampo stendendo panni di ghiaccio su gomiti viola appesi al balcone delle marionette Oggi dimentichi la tua forza e se esiste giustizia che riscatta la perdi al rigore dei birilli nel travaglio di un parto, senza nascita. * La geografia del corpo non sconta il peccato originale quando le narici adescano il polline soffiato dal feroce ritardo di fine maggio  "La primavera può ancora arrivare" schiaffeggia il sussurro  su chi trattiene il tumulto nelle ossa  e

Bando Premio Poeti Oggi 2024

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Il concorso giunto alla quarta edizione si articola in un’unica sezione: poesia inedita a tema libero in lingua italiana senza limiti di lunghezza e metrica. Sono inedite le poesie apparse su blog, siti e social media. Si partecipa con un singolo testo da inviare all’indirizzo:  poetioggi@gmail.com  specificando come oggetto “Premio Poeti Oggi”.  Scadenza bando 22 gennaio 202 4 . Dovranno essere presentati due allegati: Allegato 1 - documento .docx (Word) contenente titolo (eventuale), testo della poesia, nome e cognome dell’autore, indirizzo mail e numero di telefono. Allegato 2 - documento (anche foto o scansione) che attesti il versamento della quota di partecipazione. Tutti i partecipanti regolarmente iscritti riceveranno una mail di conferma. La segreteria provvederà a inviare ai giudici i testi partecipanti in rigorosa forma anonima. La quota di partecipazione è di 5 euro a sostegno delle attività di Poeti Oggi nel diffondere la poesia contemporanea in lingua italiana, da versare

Nadia Agustoni, poesia inedita

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ergót de Bèrghem A só a mé ergót de Bèrghem ü tochelì l’arca de nèbia sö i fiöm o la tèra nöa de avrìl che la splènd – i paìs de sul e èrba, ö balcù di àe e chèl che ’l vé ’n di öcc di iv i röse e l’mónd. - qualcosa di Bergamo Sono anch’io qualcosa di Bergamo un pezzetto / l’arca di nebbia sui fiumi o la terra nuova di aprile / che splende — / i paesi di sole e erba, un balcone di api / e quello che viene negli occhi dei vivi / le rose e il mondo. * Questo testo in dialetto bergamasco tradotto dall'autrice è stato scritto e letto a un evento dedicato ai poeti di Bergamo e Brescia curato da  Gabrio Vitali e Maurizio Noris, in occasione delle celebrazioni per la nomina di Bergamo e Brescia a Capitale italiana della cultura 2023. * Nadia Agustoni (1964) scrive poesie e saggi. Suoi testi sono apparsi su riviste, antologie, lit-blog. Del 2021 è [la casa è nera] , Vydia editore, del 2020 è Gli alberi bianchi,  Gialla oro Pordenonelegge-Lietocolle, del 2017 è I Necrologi, La Camera verd

Cristiano Sormani Valli, "La certezza delle mani", AnimaMundi Edizioni, 2023

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per quello che siamo venuti a fare, per questo viaggio, ci servirebbero occhi buoni per riconoscere la strada e domande per ascoltare il respiro degli altri. ci basterebbe la gentilezza dell’albero che cresce quando non lo vedi. una felicità plausibile e nient’altro che faccia suonare le campane quando il momento viene. * l'amore è una cosa piccola qualcosa da curare. è un armistizio in mezzo alla battaglia, sapore appeso alle labbra. sorpresa nelle lacrime, è risata benedetta. cura senza guadagno, paese in festa. è l’incertezza della saetta. è sparire. ritornare. l’amore non ha fretta. * si scrive per gioco sul filo del rasoio. per riposare nella grazia, per ringraziare, per essere nel poco. si scrive perché l’animale esca dalla tana, l’albero metta radici. per la brezza e la bufera, per il salto e per la frana. si scrive per la certezza della sera. * rimpiango gli occhi docili con cui guardare l’inverno, lo spazio aperto, la distesa. mi nascondo in questo buco in cui calcolo, pro

"Blocchi di partenza": Fabrizio Bregoli legge Marco Candela

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una forma infantile di gelosia Se Robinson Crusoe avesse chiamato Giovedì l'indigeno salvato sull'isola deserta, mi avrebbe semplificato la scrittura di questo verso. Quando si avvicina il giovedì Santo è vietato mangiare carne: ancora oggi aggiorno la lista dei numerosi peccati finora commessi. Tre rose rosse e una bottiglia di cognac sulla tomba di Edgar Allan Poe. Al corteo funebre, gli unici a chinare il capo furono un corvo e un gatto nero. Era una forma infantile di gelosia. Strappare per dispetto i petali bianchi di un fiore divinatore. Cos'ho di te? Nulla. Di me hai tutto ciò che ho voluto darti. Ci sono ancora bambini e topi ad Hameln? Per le strade non si sente volare un insetto. I quattro musicanti di Brema stasera si esibiscono altrove. Non era giovedì quando venne ammazzato John Lennon: il suo numero fortunato era il 9, il mio il 7. San Marco folgorato sulle strisce di Abbey Road. * Marco Candela ci propone una poesia davvero singolare, straniante e complessa d

Salvatore Enrico Anselmi, tre poesie inedite

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A questo rigo A questo rigo, a questa piega rimaniamo appesi tenaci apprendisti, funamboli incerti scrutatori sulla scia increspata d’azzurro rappreso in questo cielo che lancia silenzio e lava furente, parole inconsuete versi trangugiati come acqua estratta dal ghiaccio serpeggiante più dei nostri sentori, più dei nostri pensieri sul viso, a sfidare lo sguardo, a guadare l’ombra limacciosa e contrapposta verso lame affamate di luce onnivora e stanziale * In attesa della sera I grilli prendevano il luogo delle cicale e in alterco confondevano il loro verso con quello degli altri, sottoposti alle foglie, in attesa della sera che non fosse più giallo stanziale pietra poco prestante al cammino. In attesa di essere umidi e bruni avvolti dalla notte, drappeggiati dal vento calante e chiari d’aria sotto foglie complici contavamo gli anni come giro di legni i sogni come visioni di scarso talento, con i sensi abbandonati al riposo sotto foglie caduche sotto foglie cadute e a strati raccolte pe

"Blocchi di partenza": Fabrizio Bregoli legge Berenice Valerio

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Nel salotto silenzioso con le mie lamette nuove:  finalmente primavera. * È sempre complicato scrivere composizioni poetiche molto brevi, perché si deve saper accentrare in pochi versi una grande pregnanza semantica che colpisca il lettore, insidiandolo e coinvolgendolo. Qui Berenice Valerio si cimenta in una versione non ortodossa dell’haiku derogando alla formula canonica del 5-7-5 a favore di una terzina di ottonari, tutti rigorosamente accentati di terza e settima, che conferiscono un ritmo giocoso e sognante all’insieme. La scelta metrica è congeniale alla leggerezza della poesia, in cui l’arrivo della primavera, anziché manifestarsi con le più classiche trasformazioni della natura o del clima, si annuncia nel gesto quotidiano delle “lamette nuove” usate con cura e riservatezza nel “salotto silenzioso”. Le deroghe sia al modello metrico sia ai cliché del contenuto ci offrono senz’altro un testo insolito, curioso; una poesia che si cristallizza nell’unicità dell’istante, con pochi

Mario Saccomanno, tre poesie inedite

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Il buio si nutre di dubbi e di miti – e resto qui seduto a mendicare ogni risposta stuzzicando con la mente questa vecchia luna di paese. Perché neanche un urlo sembra più spezzare le nubi di quiete che trasudano di morte e che anneriscono la terra? Il buio si nutre di dubbi e di miti – ed è squarciato dai suoi stessi bagliori che all’impeto dell’oggi tornano utili quei troppi terreni incolti del pensiero che non si può da una riva inerte osservare il proprio naufragio. * Del tutto io ne mastico una scaglia. Assaporo il contatto con la terra per far sì che dei miei passi i tratti io ne possa rappezzare. Del tutto se ne mastica una scaglia – e nell’intuire un qualche lieve e incerto schiarimento mi chiedo se è davvero così duro ravvisare la fondante debolezza di ciascuno senza l’altro. * Certo: che possa pure una vita stemperare a suo modo ogni graffio subito sotto la sola luce lunare. Ovunque vada, io resto trafitto da questi stessi miei versi che uccidono ancora, riportandola indietro

Gianni Salis, finalista Premio Poeti Oggi 2023

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Somebody to love Dalle casse la voce invade i corpi malamente incastrati nei banchi, stanno in silenzio per qualche minuto, mani prima intente a scarabocchiare distratte si fermano, gli occhi su quell’uomo che sfacciatamente ostenta in un grido la sua anima – Somebody to love e il viso della ragazzina al primo banco si riga di lacrime che non riescono a fermarsi. Sguardi imbarazzati e qualche risatina avvolgono l’aula quando la musica finisce e io non so se devo, se posso, dire qualcosa guardandoli un ultimo secondo prima che suoni la campanella. Lezione finita: e ora che valutazione darò? Non si è mai letto e non rientra in nessuna griglia quel che dovrei scrivere sul registro: impreparati (professore compreso) a contemplare un’anima. * Gianni Salis (Seneghe, 1976) è insegnante di musica a Milano. Dopo il diploma in pianoforte al Conservatorio di Cagliari, si dedica studi musicologici, prima laureandomi all’Università Statale di Milano, e, infine, conseguendo un dottorato di ricerca

Paola Mancinelli, finalista Premio Poeti Oggi 2023

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Primo gesto: delimitare l’area, tracciare il perimetro la linea difensiva, non indugiare nello sguardo valutare bene il terreno lieve pendenza, lontano dalla resina. Preparare i picchetti, i tiranti, imparare il segno asciutto del recingere. Calcolare lo spazio interno, la luce rarefatta nel più fitto bosco. Come filtra tra le braccia la memoria, come le accende, soffiando sugli anni. Una tenda per l’inverno è questa voce, chiama come una madre nelle sere di agosto quando la luna è uno specchio d’acqua e i giorni non sono in pericolo. * Paola Mancinelli (Taranto, 1974) approfondisce gli studi filosofici e teologici, ottenendo il titolo di Magistero in Scienze Religiose. È poeta e artista visuale. Ha pubblicato il libro di poesie La resa del grazie , Giuliano Ladolfi Editore (2019). Fa parte della redazione online della rivista Atelier, trimestrale di poesia, letteratura e critica, per la quale cura il progetto di arte e poesia «Visuale sul Novecento». La poesia contemporanea in lingua

Andrea Loliva, finalista Premio Poeti Oggi 2023

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Chiedere scusa Immedesimarsi è semplice, l’empatia è l’arte delle conchiglie nonostante il mare e dei tronchi scavati dai fulmini: sarà stato bello quando le tue mani si sono posate su un’altra anfora la prima nella tua memoria, passando da strumenti così diversi stesso lavoro e altri punti di vista, ed erano sempre stati lì sotto i tuoi occhi, così belli e liberi. Ricreare un contenitore un utensile inflazionato e mai inutile: ogni artista dovrebbe saper fare un’infinità di cose tra le tante comunque vasi di argilla, scatole, anfore per metterci dentro ogni cosa, in ordine come provo io adesso ma solo a parole. Gli oggetti lasciati da te sono incalcolabili, li porto con me e se saremo insieme da qualche parte un giorno, pur non potendo credere che sia al di là, uno ad uno te li riporto, credimi, intatti. Da quel giorno che si scendeva per la scalinata lungo il fianco di una grande chiesa riporto un violinista in strada che suona un pianissimo di poche note, indistinguibili sensibili.

Danila Di Croce, finalista Premio Poeti Oggi 2023

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Ci sono vite da riguardare,  di fronte a cui tacere in ascolto, come quando si cerca la sorgente, chiusi gli occhi, nel fitto odore del bosco. Hanno il dono, certe vite,  di sfiorare il peso dei sassi, di avviare il rimbalzo sciolto a pelo d’acqua, così - perché l’onda si allarga e sorride se c’è un tocco che chiama. * Danila Di Croce (1974) vive ad Atessa (CH) ed è docente di Lettere nel Liceo Scientifico della sua città. Nel 2011 ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie:  Punto coronato (ed. Carabba). Suoi testi figurano nell’antologia poetica virtuale Transiti Poetici (XL volume), a cura di Giuseppe Vetromile. La poesia contemporanea in lingua italiana

Elvio Carrieri, finalista Premio Poeti Oggi 2023

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Elegia al metallo Prima di scrivere questa matita si gira tre volte. E la sabbia s’infila nelle mucose. Cerca di arginare la ferita solleva il bisturi, così come se fosse un bambino ora togli il resto, teso a poco come si tende un filo. Prima di procrastinare il danno è già nelle palpebre. Torna col bisturi in mano. Io non sono che un nuovo fanciullo che muore forse dovrei tenere un diario di bordo, dove si parli di laminazione di segatura e di pratiche materiali. Forse dovrei solo imparare come si fa un bonifico e come Lazzaro venirti incontro e dirti solo che temo il tempo. E prendere atto del luogo e dell’ora. E prendere atto della percentuale di verità accumulata nelle tue occhiaie calcolare ogni statistica sulla scia di una pulsazione, chiedermi quale sia il miglior modo per sopravvivere. Cerca di arginare la ferita prendi atto, avvolgi i tendini tra loro. Ascolta la catena delle ossa che fa rumore. Prima di lottare si torna al pianto, alla madre. Ti prendo la mano e con sonnolenz