Fabrizio Cavallaro, "Alta stagione", RPlibri, 2020


L'ultima frontiera è la notte,
che mastica piano i suoi sonni
e li riporta a letto, magari contusi
malandati quel poco da rimetterli
in piedi al mattino dopo, tra
rimorsi e ottusi malumori,
purché evitino trappole coperte
di foglie, scavate apposta per
farci cascare il daino braccato.

*

Il gigante di buone maniere
che assomiglia a John Cena
ha occhi fessurati di verde marino,
quando sorride si schiude
come una melagrana,
mette in evidenza i denti
alla Bugs Bunny,
e un po' morbido di fianchi,
sul petto ha tatuato il motto
domani mai più poveri.

*

Farsi una cosa sola in parole,
e passi lunghi o corti, per vie
diritte o storte, le storie brevi
del mondo a volte si estenuano
s'allungano dentro i nostri occhi
lanciati come fresbees nell'aria
gioco da ragazzi, vivere poi
è l'unica risposta muta e saggia.

*

Quanta parte di te
hai lasciato sul cuscino,
fronde
del tuo giovane fusto:
la buona creanza
che mi sudavi addosso.

*

Eccoci, nel deserto gobbuto
che ci rassomiglia e prende
in mano le parole impolverate,
ormai ali pesanti nel vento;
lungometraggio di una volta sola,
parentesi da fissare, mutamente.

*

Fabrizio Cavallaro è nato a Catania nel 1967.  Ha pubblicato Latin lover (Prova d’autore, 2002), Poesie d’amore per Clark Kent (LietoColle, 2004), L’assedio (Edizioni Novecento, 2016), Sala d’aspetto (Eretica, 2017),  Di seconda virtù (Interno Poesia, 2017), In- discrezioni (plaquette d’arte – Gaele Edizioni, 2018), Estività (Ensemble edizioni, 2018), In febbre e sudori (A&B editore, 2019), Figure terrene (LietoColle, 2020), Alta stagione (RPlibri, 2020) e I silenzi (Archilibri, 2021).  È curatore, dei volumi antologici: L’arcano fascino dell’amore tradito – tributo a Dario Bellezza (Giulio Perrone Editore 2006) e Umana, troppo umana – poesie per Marilyn Monroe (Aragno 2017). Ha curato, nel 2004, la raccolta postuma di poesie di Dario Bellezza intitolata La vita idiota (LietoColle).




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