Simone Migliazza, quattro poesie inedite


Al centro dell’estate, nel calore,
s’é fatto asciutto d’un tratto il parlare
delle cose: la casa, il mare, gli alberi
non dicono che sé stessi. Aderire
alla vita ha un prezzo di silenzio: vivere
e basta, semplicemente. Solitudine
insondabile, estranea mia ombra.

*

La marina ventosa, i cutter bianchi.
Bambini che scavallano per gioco
nel frangente: ignorano le madri,
fra le creste si spingono incuranti.
Si tendono gli ormeggi dalle barche
e nel subbuglio a permanere, solo,
é il muoversi incessante degli scafi.
Sferza l’aria la frangia degli ombrelli:
un suono di scudiscio frusta gli alberi
lasciati senza vele a ciondolare.

*

In queste stanze guaste il giorno arriva
muovendo appena le tende, che pare
d’averlo solo immaginato. Qui,
nelle ore disertate dagli eventi,
nulla accade che non sia già stato.
Senza volere, talvolta il silenzio
si rompe: hai ancora, per sbaglio, certezza
d’esistere. Di fuori dalle grate
s’indovina la vita: è il latrato
del cane o il passo d’un vivo, lontano.

*

Oggi é più forte l’odore del pioppo,
come un rumore riempie il parco, sale
le strade. Acre, tocca le finestre,
come un quadro s’appende dentro casa:
da lì chiama alla mente cose perse,
mai state. Immobile si trattenesse
questa mattina di resti, per dirti
cosa siamo col vento, col tremare
placido delle piante. E in quella lingua
persuadersi a passare, a essere foglia
o frutto maturo in seno alla stagione.

*

Simone Migliazza è nato l’8 settembre del 1982. Si è laureato in storia dell’arte presso l’università “La Sapienza” e in discipline musicali presso il conservatorio “O. Respighi” di Latina. Ha esordito nel 2020 con la silloge Un estuario fecondo d’isole (Pluriversum edizioni). Nel 2022 ha pubblicato Poesie della voce nuova per i tipi di Puntoacapo editrice.



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