"Fresco di stampa": Michela Zanarella, "Recupero dell'essenziale", Interno Libri, 2022


Cosa resta di un’estate

Cosa resta di un’estate ormai finita
il corpo del mare visto di sfuggita
la memoria di un sole che non si è mai arreso
e l’asprezza delle cose inattese.
Ci ha preso alla sprovvista il dolore
è sceso a mutare la luce negli occhi
a disorientare gli equilibri del tempo.
Settembre ha le sembianze di un sudario
la cura è la pazienza ardente tra le viti
l’amore che resiste a pugni chiusi.

*

Da questo tempo

Da questo tempo dove la vita si attorciglia
come un’edera che sale sui muri
si farà notte come ogni notte
e sarà un andare incontro alla luna
a colpi di sogno – percorreremo la memoria
delle stelle fino a rivederne l’infanzia.
È ancora estate e diamo un nome diverso ad ogni cosa:
le nuvole si chiamano isole
il sole è un pensiero di luce espresso sottovoce,
quasi l’amore.

*

Esiste una lingua segreta

Esiste una lingua segreta che s’impara
origliando ai piedi dell’erba
sottoterra c’è una folla di ombre sepolte
rugiade strette che vogliono tornare
sale su per le radici la grammatica dei papaveri
sosta come respiro tra le labbra il sogno di fiorire
il sole varia la sua voce a seconda della luce
cede la parola al silenzio ed è petalo sanguigno
che osa tramonti prima della sera.

*

È ancora tiepida dei vostri passi la terra

È ancora tiepida dei vostri passi la terra
e infatti camminate tra i vivi
in una luce di novembre
liberi dal corpo ora avete il fiato che si muove
tra i cortili e un azzurro mite
che ha la presunzione di chiamarsi eterno.
No, non ve ne siete andati
la vostra vita consumata non si è arresa alle nuvole
state intorno alle cose alle confusioni impure dei vostri cari
continuate a toccare il mondo
pur se lontani dalle voci umane.

*

Non abita più qui

Non abita più qui
il tempo che conoscemmo
ha cambiato stanza
e si specchia negli echi di un’estate
che potrà tornare solo a forza di nominare
quel punto di mare – non una spiaggia qualsiasi
non una costellazione senza nome.
Siamo ad un passo dalla notte più lunga
la memoria che non basta
in camera da letto uno scoglio
(la pineta ha il bianco delle pareti)
ed io nel dormiveglia ascolto
le nostre promesse cadute chissà dove.

*

Almeno qualcuno fa caso

Almeno qualcuno fa caso
allo sguardo dei morti
mentre va incontro alla vita
non è estraneo il silenzio
che poggia a cantilena sulle spalle
a volte pare una mano che saluta da lontano
un passaggio dietro le quinte
l’ombra nel sonno della città
che sta a dire – siamo il suono
della vostra lingua, la radice
anche quando a terra ci ignorate.

*

Michela Zanarella è nata a Cittadella (PD) nel 1980. Dal 2007 vive e lavora a Roma. Ha pubblicato diciassette libri. Negli Stati Uniti è uscita in edizione inglese la raccolta tradotta da Leanne Hoppe Meditations in the Feminine, edita da Bordighera Press (2018). Giornalista, autrice di libri di narrativa e testi per il teatro, è redattrice di Periodico italiano Magazine e Laici.it. Le sue poesie sono state tradotte in inglese, francese, arabo, spagnolo, rumeno, serbo, greco, portoghese, hindi, cinese e giapponese. 





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