"Fresco di stampa": Fabio Valdinoci, "Argine degli angeli", peQuod, 2025. Segnalazione di Claudia Di Palma
il contatto della parola
pronunciata cerca l’innesto
con lo spazio tra i denti
sul palato
scopre l’habitat ideale
per assorbire la spezia
raccolta in una nuvola di punti
assetati d’obbedienza
*
ogni piega di arto
ricorda che siamo fatti
di carta
si levigano sul fianco
senza cartilagine
risiedono
nelle imperfette proporzioni
superfici
di certo esaminate dove
affiorano isole di magma
che hanno sperimentato
il nostro punto di fusione
*
attraverso l’orditura
conservi ancora un corpo
per ospitare spigoli, strappi
ancorare continue derive verderame
e un glioma dove quel fossile
appare e si manifesta
all’impotenza dei vivi
*
al primo contatto
ogni traccia di umano
disinnesca l’arto
siamo opere incompiute
accostate a croci di gelso
e nel moto perpetuo
disabitiamo i dispersi
quanti abiti occorrono
ancora
per rivestire un popolo
*
nel percorso di creature visibili
in transizione primordiale
privata del suo organo caudale
l’umanità è una congenita raccolta
di gesti collaterali
dice: respira ancora più lento il cielo
più eretica la profezia delle correnti,
ci capta, ci scrive dentro
qui non c’è caduta
ne margine che trattiene
il polso
accosteremo ancora vite diverse
nel regime
delle cose deformate
*
è il primo passo incolume
che ci conduce a una dimensione
breve
deposti in contiguità
siamo argini richiamati in terra
eppure io solo ho bevuto il mare
risalito spoglie selvatiche
e ora guardo i tuoi riflessi,
immuni alla tregua, costretti a bere
dalla stessa arteria ma credimi
siamo nati
dallo stesso fianco
*
Fabio Valdinoci (1973) vive a Ravenna dove lavora come docente e consulente nel campo dell’Information Technology. Ha pubblicato le raccolte di poesie Parole abortite (Edizioni Progetto Cultura, 2023) e Poesie in itinere (Impremix Edizioni, 2024).
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