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Visualizzazione dei post con l'etichetta Claudia Di Palma

Serena Mansueto, "La statua inesistenza", L’arcolaio, 2024. Segnalazione di Claudia Di Palma

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interiore n.2 È un’isola. Assorbe una forza attende il fenditore nella catalessi circoscritta aspetta un corteo di aviatori, l’imprudenza di infoltirsi, tentare un germoglio d’acqua                                                               nell’utero. È un’isola che conosce assopita i suoi squali. * interiore n.5 Si sta formando un lago una grande memoria d’acqua. Cresce con le domande cosmiche, insieme alle riflessioni d’arrivo, le paludi dei timori i micro-organismi lunari nell’addome bevono odori ancestrali. Hanno cercato il tuo alito su Marte un corpo nudo, la piega nell’ombra. Ho provato a dire loro qui è il mistero tutti gli occhi adunati nella coloritura del grembo. * esteriore n.8 (Nelle prime settimane) le donne spacchettano il regalo dell’ignoto ma una luce di leggende e storie fuoriesce dalle Moire, un mare addolcito da...

"Fresco di stampa": Giorgia Mastropasqua, "Al mondo vuoto", Controluna Edizioni, 2024. Segnalazione di Claudia Di Palma

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Ho questo corpo una sezione di tempo senza inizio e senza fine è il suo credo estatico funesto non posso esimermi se amo viaggiare non posso conservarlo l’allegro sacrificio delle molte e delle simili non esclude la salvezza introversione necessaria dura il tempo di un ritmo di sillabe. * Al castello Sulla pietra, nella polvere sono cerchi e semicerchi i lombrichi sono segni residuo di parole rotte, cadute per terra o forse baccelli di un altro discorso. * Laziali Un suono si rinnova rifulge la memoria del foglio bianco in un autunno ancora così dolce in alto tutte le foglie in strada tutte le gonne avversano la muta. Nei miei passi suono della borgata senza dettaglio di particolari lunga e scabra, foglio brunito senza botteghe, estro né attenzione. Senza dolore. Sulla pelle solo il tepore dei molteplici eventi a venire e il nostro addio, fra i lotti azzurri i baci notturni dei solitari, assassinati davanti a tutti, l’odore di amido e di coriandolo. E mi scoppia il cuore in questo tea...

Elisabetta Sancino, "L’ocra in punta di lingua", collana Lietocolle, Ronzani Editore, 2023. Segnalazione di Claudia Di Palma

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Sulla strada (Businessman) Non ho paura dei tuoi soliloqui quando me ne sto supina e la strada mi entra nel midollo io non temo nessuna parola mentre tu mi scivoli accanto come fossi aria brandendo gli strumenti del tuo lavoro ti preferirei con una spada vichinga un elmo, magari, o uno scudo rotondo ma tu sei banale anche in questo io da quaggiù registro la flaccidità del tuo passo il tuo sesso invisibile, la punta delle dita infiammate dal calore dello schermo, mentre io lo so come si carezza un sesso o un fiore io lo so e per questo a volte piango * Codici Celesti Sto dentro a questa pelle strappata come dentro a una pelliccia da gatta o da vecchia baldracca non sono liscia, ho cicatrici in bocca e sul cuore la vedi questa lettera scarlatta che brucia alle sette di sera non la vedi, ed è un bene che anch’io sia invisibile perché potresti scoprire il calore, la luce immagazzinata insieme alla colpa e alla notte io sto con gli artisti che non esistono più com’è sparita la nebbia e la c...

"Fresco di stampa": Anna Ruotolo, "Prodigi", peQuod, 2023. Segnalazione di Claudia Di Palma

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La fontanella che prelude a qualcosa questo è il segno dei prodigi di quei prodigi assoluti e chiari che non ti aspetti, la fumarola inerpicata tra le gambe non ti scampa, avvampa alla tua faccia raduna il presagio dolce dal sangue. Oltreoceano si conficca la risposta a volte passa sulle nostre teste la nevicata improvvisa, la voce e non siamo mai assieme in quel momento, aspetti e non aspetti niente. * È così che un giorno si smette di scrivere per qualcuno non fai che come navi che si ritirano o i funghi di ombrelloni che si abbattono. È così che ti poggio come un fiore sulla strada e ti prego di prendere radici per te stesso, fino a quando ripioverai sulla mia faccia da un portone malchiuso con le tue braccia di foglie con le tue mani di poesie. * Una mano di piume Un segno di bilancia ti sovrasta vieni da un’orbita che non si può predire e ridi dalle fessure degli occhi dei denti, delle mani che porti davanti (e non togli). Io che sono uno scorpione ti cerco nei nidi, credo che tu ...

Domenico Brancale, "Dovunque acqua sia voce", Edizioni degli animali, 2022. Segnalazione di Claudia Di Palma

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Numerose poesie bruciano in fondo all’acqua. * Chi scrive tende la mano. Chi legge raccoglie il corpo. Rianima il proprio morto. Il passato si coniuga al presente. L’ombra del sale riaffiora dappertutto. A volte sono numeri. La natura viene a chiudere i conti. Viene a bruciare il superfluo. A incenerire le grate. * Stiamo di fronte e alle spalle parliamo del più e del meno di ciò che non abbiamo parlato del possibile che proviene dall’impossibile parliamo mentre scriviamo in silenzio la parola che ci allontana dalla riva verso l’ora della stella l’ora in cui si accende dall’altra parte del tempo la lucina, dentro di noi qualche cosa che va dalla tua ferita alla mia mano parliamo mentre il gregge rientra nell’addiaccio l’erba respira il tramonto una pietra è presente parliamo come se ieri deve ancora parlare. * Ma non credere che io non sappia che è stato per la fame perché fame è speranza negli occhi di chi cerca la terra per mare. Quello sguardo è riemerso come fosse un atollo. Intorn...

Riccardo Benzina, "Scenario", Taut Editori, 2022. Segnalazione di Claudia Di Palma

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Madre io vorrei scrivere il pensiero di un cavallo che corre, di un uccello che vola. Ma non ci riesco, e il mio il dono d’amore si fa ogni giorno più grande. Si fa un inferno affamato una rappresaglia l’ispirazione di una promessa dico. Quasi che la bocca nascondesse per davvero ciò che parla quasi che la spina potesse per davvero continuare a reggere gli eccessi della carne. Ieri ho fatto un sogno in cui ero vivo ancora, già, e non di questa strana silice che sono. Ho avuto assai paura e grande ebbrezza. Idillio e dissolvenza. Ma lo spettacolo è finito, e deve continuare. * Sai, si leggono i volti come mappe: qui la montagna, questo il sito delle rovine. Noi seguiamo il canale non profondo coi cigni, i rifiuti, e la luce sopra. Dove le parole sono soste indifferenti, quasi (vecchie, pure, umane) – e nulla conseguendo, ritorniamo. Ritorniamo, perché dal nostro bunker si sentono i salmi della materia, perché teniamo a queste poche ore di riposo, al sabato: al trauma che ci parla dalle ...

Luigi Palazzo, "Bar Samarcanda", Transeuropa, 2021. Segnalazione di Claudia Di Palma

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Il marchese La barba è il giornale su cui è piegato dalle tre del pomeriggio e vi si possono leggere tra una ruga ed un ciuffo di grigio ogni notizia mancata, il necrologio d’un galantuomo ed un accenno di domanda. Le venature promanano dalle pupille e fanno la conta degli sguardi schivati con un sorso. Si fa chiamare Marchese ma chi lo riconosce non sa spiegarne il motivo. * Il tavolo 5 Ai posti in cui ogni pomeriggio quattro pensionati degradano l’Altissimo invocando un tre di briscola dei ragazzini in età da scooter che simulano i crismi degli adulti ticchettando sugli smartphone raccolgono il testimone ed alternano  matonne  e santi a morsi ad un panino smezzato. Fuori il mondo assume le sembianze di un piccolo paese come uno qualsiasi che ha perso lo scudo della fantasia e la culla del sempre. * Miriana Polsi e piedi offerti alla Bellezza dai primi accenni di sorriso ai chiodi spietati d’uno sguardo o di un’assenza. L’eresia e lo scudo, l’interno coscia e la mano. Ciò che...

Raffaele Floris, vincitore Premio Poeti Oggi 2023

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Intermittenza Conoscono il patibolo dei muri, la diaspora dei crocifissi appesi: hanno aspettato tanto nel sentore del muschio e del salnitro. Le stagioni hanno marcato il passo, lo sconforto si è acceso ed è bruciata la candela. Che cosa ci diranno, in questa lotta di spettri che conficcano le punte delle lancette arrugginite ai polsi? Che cosa ci diranno dall’esilio degli orologi? Forse dovevamo pensarci prima: è bianca intermittenza quel lume acceso, quel silenzio buono. * La poesia di Raffaele Floris, composta in perfetti endecasillabi sciolti, si contraddistingue immediatamente per la nitidezza stilistica, l’impostazione lucida, l’armonia e la misura d’insieme. Colpisce la riflessione pacata, ma sempre profonda, sul significato del trascorrere del tempo, rappresentato con immagini efficaci, secondo un metodo affine al correlativo oggettivo, anche se non esente da un certo realismo di fondo che contribuisce alla autenticità dell’impostazione. “In questa lotta di spettri” che domina...