Luigi Mariani, tre poesie inedite
Villaggio siriano
Pare quasi che li abbia portati il vento, qui
questi bambini, che qui li abbia insediati
e mischiati ai colori della terra. Pare quasi
che Dio me li voglia mostrare,
mentre tornano da scuola e saltano pozze
nella frangia di sole che rompe l’autunno
e schiara la mappa del cuore. Il villaggio m’appare,
in un’unica visione elementale,
con le ossa rotte e il fango secco
che pende dai muriccioli e dal pelo delle capre.
E tutti brucano, qui, l’uomo e l’animale
– sotto lo sguardo di chi passa e di chi
non se n’andato mai e qui rimane – tutti
si nutrono di quel poco di erba secca e di vita
che possono ancora sognare.
*
Dilemma
Perché di questo stiamo parlando, in fondo,
se nel pugno chiuso vi sia l’aria soltanto
o la moneta rivolta dal lato giusto
e tutto questo giro di parole tra noi
sia solo musica d’accompagnamento
un modo di scandire il tempo o piuttosto
oro fuso da colare dentro uno stampo
pallottola d’argento destinata al cuore
del licantropo che ci divora da dentro.
*
Intelligenza artificiale
Si è rotto qui, il tempo, nell’esatto
momento in cui abbiamo creduto
che sulla nostra mano potessimo
leggere passato, presente, futuro
demarcare l’orizzonte del desiderio
e fare dell’essere umano un verbo
finito, remoto, trapassato, buono
soltanto per essere declinato
alla prima persona impersonale
ente supremo sacrificato, sacrificabile
sull’altare da esso stesso creato.
*
Luigi Mariani (Bologna, 1981) è laureato in legge e giornalista pubblicista e attualmente opera nel settore umanitario, è autore del romanzo Dove non canta più il cielo (Paoline Editoriale Libri, 2023) e della raccolta di poesie Spaesato (Nulla Die Edizioni, 2024).
