"Fresco di stampa": Pietro Romano, “Feriti dall'acqua”, collana portosepolto, peQuod, 2022


Era per il riverbero degli anni
fingere una luce ferma, sequenze
di istanti nel riflesso
di un forse che anneriva le palpebre:
la polvere è sacra.

*

Acque di confine agli amen del vento,
in voi si dirada la lontananza, viso
di madre che spezza il nostro dormire.

L’ho vista tornare alla sua veglia,
riconoscermi figlio, poi andare.
Negata alla vita, dissetare il respiro.

Adesso che ogni altrove si è spento
e ogni volto è qui convocato,
addormentate questi occhi devoti

alle candele: destatevi nelle voci
di dentro.

*

Come tradurre l’azzurro arreso del cielo,
quando, con l’odore di terra riarsa, le parole
separano le nubi dalle nubi, gli uccelli
dagli uccelli, le foglie dalle foglie?

*

Ha la forma dell’altrove, la voce:
adombra le parole, rendi al fuoco

la vita che ti separa dal canto.

*

Come vero e sofferto il lido, il sogno
o il volto che trema, fra le acque
la parola si svuota,
ogni casa ritorna.

*

Pietro Romano (Palermo, 1994) si è laureato in Italianistica presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna con una tesi su Nino De Vita. Ha pubblicato alcune raccolte poetiche, tra le quali Fra mani rifiutate (I Quaderni del Bardo, 2018) e Case sepolte (I Quaderni del Bardo, 2020). I suoi versi sono stati tradotti in russo, greco, catalano e spagnolo.





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