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"Anteprima Portosepolto": Biagio Accardo, "Luce del più vasto giorno", peQuod, 2022

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Ricchi di tante morti, continuiamo a vivere nell’indigenza: moriamo sempre così poco, e troppo tardi decidiamo di cadere come il grano nella mano che lo taglia. * E il comporre, la sintassi che chiedi, la logica intrinseca all’accadere, cercala nella stratificazione dell’humus che non tradisce l’ordine né l’origine, domandala alla carne quando esulta alla parola amore, all’istante che ti apre interamente alla verità. Puoi cambiare l’ordine dell’apparire ma nel solco, dentro l’alveo è il fiume che scrive, la sua corrente. * Dovrà pur bastare questa poca luce che lambisce i cocci di legno dietro al forno e asciuga come può e dove può un’acqua che pare cadere da un secolo. Dovrà pur bastare questo vento che scompiglia le palme, calcina i fossi e scolpisce le crete dei campi. Dovremo farcelo bastare questo poco così poco che ci resta, questo sole così lontano dalle ossa, ora. * Portare il mondo, portarlo dentro, ma non solo per il suo peso, il suo calibro di tempo, di tutti i tempi che rip

"Fresco di stampa": Giovanni Ibello, "Dialoghi con Amin", Crocetti Editore, 2022

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io non torno più Ricavo dai roghi autunnali un altare di gemme, è il menhir dell'esiliata luna. Io sono Giovanni e non ho mai chiesto di essere amato. L'amore stringe nel seno la sorte del tuono: frantumare il vetro dell'esistenza. Così noi, ebbri di giovinezza corriamo a perdifiato nell'oltrenero, succhiamo avidamente il fuoco rimasto nelle pietre e brindiamo / all'ombra che fu delle pinete. Ogni cosa rivela quel nulla che siamo già stati. Tutto simula la quiete. Poco distante, un uomo prende a pugni la rena. Dice: “Credimi, noi non stiamo per rinascere. Nessun verso sconta la primavera”. * parla Amin Io sono Amin, colui che restò nel noncanto. La pietraluna che stringe intime alleanze con il temporale. Sono la vita sognata, la spada rivolta alle piogge. Baratri e gemme, rovesci, sterpi, acqua di sperma creatore. Io sono Amin e non ho mai conosciuto l'amore. Rivelo la sintassi del crollo: un urlo angelicato, non si muore. Vita sempre sognata, mai vita. * Morte

Irene Sabetta, "Nella cenere dei giochi", La Vita Felice, 2022. Segnalazione di Claudia Di Palma

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La lingua di mia madre Sepolta sotto un mucchio di sassi, la lingua sotterranea come pietra filosofale genera modi e pensieri appuntiti. Pastorale anarchica in cui pecore in cravatta siedono agli sportelli dell’ufficio postale. La pioggia annaffia la cicoria del prato dove tu una volta mi dicesti resta. I giganti della collina trasmettono che la vita è una farsa pericolosa. State attenti. Nel punto in cui i due fiumi confluiscono con tutti i pianti del mondo il lago si fa fitto più della collina. Acqua melmosa nutre tinche limacciose buone per le sagre d’estate. Le cadenze della tua voce mi parlano sempre nell’aria umida del lago fuori posto. Casa discreta e disadorna dalla nascita alla fine. Di parole disadorne che non sbagliano la mira. Estensione dei territori, confino ristretto e intimo, liquido prenatale più che verbo. * Twist Gli orfani non sanno ascoltare, restare a casa per cena o servire il re di Spagna e tornare in tempo per il funerale. Imparano senza studiare. Si siedono a

"Fresco di stampa": Veronica Antonietta Mestice, "Il terzo tempo", Edizioni Ensemble, 2022

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Solo i secoli sfiorano i sassi, l’estate feroce e tardiva che copre i canneti, le tacite pieghe dei paesi che attendono la vita. Ci sono tanti mattini d’estate che parlano il silenzio. * Dopo tutto, possiamo accettare il disordine tra le cose possibili e i nostri precipizi. Tutto può cambiare in un una notte che squaderna. Il mattino non è stanco di domare le aurore. Il dolore è un’occasione, l’abisso che può sprigionare la luce. Alle volte, basterebbe ascoltare, attutire i colpi, liberare l’ossessione di salvezza, dimenticare caos e tempo. Tanto, il cielo è lo stesso. * La vertigine può essere tollerata se ciascuno di noi è nel frattempo la vita. Nel frattempo, sì solo nel frattempo. Un attimo finito è la nostra giovinezza spavalda, felicità smagliante, una festa continua – sulle macerie di tutto. * E se poi volessimo salvare l’istante? Rendere eterni gli inaccaduti minuti. Fermare la musica dell’esistenza e percepire il frattempo. Con chi, semmai, condividere la fine ironica? Udire i

Antonio Semproni, "Mercati & Mercati", Transeuropa Edizioni, 2022

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Braccianti Se si accasciano sui pomodori la scena non è attrezzata per il sangue nemmeno finto vanno raccolti all’istante trascinati nei casolari senza risciacquo nella pubblicità non compare la faccia nella passata non va la pelle * Morti bianche Se i bulloni fossero stati immacolati come i bottoni sullo sparato sigillati come il feretro forse sarebbero venuti ad applaudire ma avrebbero trovato i loro eroi troppo indaffarati preferiscono statue silenziose, la solennità di un museo * Mercati e mercati Ci sono mercati di frutta, verdura e formaggi e mercati di blue chips, bond e bitcoin mercati dove l’uomo mangia pane e mercati dove l’uomo ha sempre fame Siano compatiti questi affamati che si ostinano a non volerne sapere di gorgonzola radicchio noci e pere nemmeno un gheriglio parlano solo di comprare la piazza del mercato per metterla in una immobiliare che starà sotto una holding che verrà quotata in borsa a Milano, Parigi e New York allontanandosi sempre più dall’oggetto del mangiar

Davide Castiglione, "Doveri di una costruzione", Industria & Letteratura, 2022

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Autoritratto Sei scalfibile qui. Sei sette anni indietro. Hai ricci estrosi e dei tratti smussati come le volute nella schiuma del chai latte. E sotto e accanto c’è lei; con la gioia di chi piega un po’ la testa. Ti squadra nelle linee di Varnelis un’altra foto scattata l’altro ieri. Sembri determinato, non pensi. Gli anni diritti in nette verticali. Chi avrà fatto bunker di un volto? Che lesione ha inflitto sulle lenti? Confronta le due, tentenna, trentenne si domanda se la faglia lo abbia innaturato o estromesso, se sia forza la cucitura scomparsa o piuttosto un tronco rattrappito strusciato dal conflitto che lo scansa. * L’altra Lo sporco della coscienza gli tracimava dagli occhi lei adesso veniva guardata in quel modo veniva guardata con quei detriti addosso perciò quando stava per lasciare il suolo la caviglia accesa di slancio nel vederlo qualcosa non tornava l’immagine di lui testimoniò l’odore e l’immersione nell’altra tutto immiseriva s’immerdava tutto le gambe le si fecero pe

"Fresco di stampa": Enrico Marià, "La direzione del sole", La nave di Teseo, 2022

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Che cos’è il mio vuoto un vangelo di orchidee le rose sdentate la sacra luce del cielo spaventato. * Dietro le balaustre i tanti ricoveri, e quella volta sottobraccio a mia madre come di un biglietto le prime righe. * Dopo il mondo sarà d’amore la discolpa di essere vivi il commosso perdersi della disperata erezione. * Sarà dogana di rose il mio minore morire farmi schegge d’impatto le note sulle righe i binari, quelle negli spazi. * Enrico Marià è nato il 15 luglio del 1977 a Novi Ligure. Ha pubblicato le raccolte: Enrico Marià (2004), Rivendicando disperatamente la vita (2006), Precipita con me (2007), Fino a qui (2010), Cosa resta (2015), I figli dei cani (2019). Suoi testi sono apparsi su antologie e riviste letterarie. ➡ Acquista il libro La poesia contemporanea in lingua italiana

Gabriele Lupi, "Fontana ovvero Distratta Attenzione", Liberodiscrivere, 2021. Segnalazione di Gabriele Borgna

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Così erbacea, mistica, marmorea, sigillata nei mormorii degli aromatici pescivendoli, nell’anarchia nostalgica, in autunni olivastri d’occhi e vento. Liguria che affondi elettrica nella noia dei versi canzonatori, nelle bacche di cipolle e limoni, nei gorgoglii placidi e assuefatti di qualche fermata provinciale. Liguria, trauma e magnificenza, genio dei più morbidi estraniamenti. * Sono nomi che affondano nelle ore e dei numeri in moto i vostri, che non si osano pronunciare, annunciare come se foste fili di ruggine che raccontano una storia: Langhe, crude torte, tappi di feste, pavimenti, e diventano tante parole che mormorano impetuosamente nel nostro silenzio casalingo e io tremo perché non so i vostri nomi. * Si insinua la solitudine nei nasi alla francese, come le profonde cipolle che vengono coperte dal pepe e dai carciofi, come il caffè soleggiato di un lunedì di luglio. Un’aurora gettata in un tombino di una strada periferica, aria e fiori bagnati, un molo invaso dalle onde soc

"Blocchi di partenza": Fabrizio Bregoli legge Valentina Furlotti

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Pago le bollette del mio amore per te. Alla grande domanda «Non lo so» dici  e dici: «Niente» mentre secoli dedicati  a un’esistenza double-face implodono e si declassano a tempo bieco, tempo sordo. * Valentina Furlotti si cimenta nell’impresa di scrivere una poesia d’amore e, con intelligenza, sceglie la strada dell’understatement, del sottotono lirico: la verifica sull’effettiva tenuta del sentimento, della sua verità, si traduce nell’immagine, quasi irriverente, delle “bollette” pagate, in una resa dei conti tutta contabile, liquidata a ordinaria amministrazione. Alla “grande domanda” posta dall’autrice corrisponde il vivace inserto dialogico all’insegna della indecidibilità o della minimizzazione da parte del suo interlocutore, ben presente anche se mai esplicitamente nominato, presenza-assenza di fronte alla grande sfida che si pone. Tutto si risolve allora nella scarna constatazione di “un’esistenza double-face” a cui si sono iperbolicamente dedicati “secoli” inutilmente spesi, p

Bando Premio Poeti Oggi 2023

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III EDIZIONE Il concorso si articola in un’unica sezione: poesia inedita a tema libero in lingua italiana senza limiti di lunghezza e metrica. Sono inedite le poesie apparse su blog, siti e social media. Si partecipa con un singolo testo da inviare all’indirizzo: poetioggi@gmail.com specificando come oggetto “Premio Poeti Oggi”. Scadenza iscrizioni 22 gennaio 2023 . Dovranno essere presentati due allegati: Allegato 1 - documento .docx (Word) contenente titolo (eventuale), testo della poesia, nome e cognome dell’autore, indirizzo mail e numero di telefono. Allegato 2 - documento (anche foto o scansione) che attesti il versamento della quota di partecipazione. Tutti i partecipanti regolarmente iscritti riceveranno una mail di conferma. La segreteria provvederà a inviare ai giudici i testi partecipanti in rigorosa forma anonima. La quota di partecipazione è di 5 euro a sostegno delle attività di Poeti Oggi nel diffondere la poesia contemporanea in lingua italiana, da versare tramite circ