"Fresco di stampa": Giovanni Ibello, "Dialoghi con Amin", Crocetti Editore, 2022


io non torno più

Ricavo dai roghi autunnali
un altare di gemme,
è il menhir dell'esiliata luna.
Io sono Giovanni
e non ho mai chiesto di essere amato.
L'amore stringe nel seno
la sorte del tuono:
frantumare il vetro dell'esistenza.
Così noi, ebbri di giovinezza
corriamo a perdifiato nell'oltrenero,
succhiamo avidamente
il fuoco rimasto nelle pietre
e brindiamo / all'ombra che fu delle pinete.
Ogni cosa rivela
quel nulla che siamo già stati.
Tutto simula la quiete.
Poco distante, un uomo prende a pugni la rena.
Dice: “Credimi, noi non stiamo per rinascere.
Nessun verso sconta la primavera”.

*

parla Amin

Io sono Amin,
colui che restò nel noncanto.
La pietraluna che stringe
intime alleanze con il temporale.
Sono la vita sognata,
la spada rivolta alle piogge.
Baratri e gemme,
rovesci, sterpi,
acqua di sperma creatore.
Io sono Amin
e non ho mai conosciuto l'amore.
Rivelo la sintassi del crollo:
un urlo angelicato, non si muore.
Vita sempre sognata, mai vita.

*

Morte all'incanto,
alba di macellazione.
Un vitellino soffia alla luna:
sei tu l'hiroshima dello splendore.
Sei tu la mia regina assira,
l'ambasciata del vento,
la poesia che mi farà sole.

*

Verrà la vergine dei falò
verrà la vergine dai seni ulcerati,
un altrove di baci
al kerosene
un altrove di spine e diademi.
Ma noi
dimenticati relitti
ci amiamo nel buio degli hangar
e ripetiamo giaculatorie
dinanzi a un dio demente
che scalcia
nel grembo della cancellazione.

*

Giovanni Ibello, vive e lavora a Napoli. Nel 2017 pubblica il suo primo libro, Turbative Siderali (Terra d’Ulivi edizioni, premio Città di Como Opera prima e premio dell’Osservatorio letterario permanente della Fondazione Lermontov). I suoi versi sono stati tradotti in sei lingue tra riviste, lit-blog e antologie di poeti italiani all’estero. Nel 2018 si aggiudica il premio Città di Fiumicino per la sezione “Opera inedita” con la prima versione del poemetto Dialoghi con Amin. Nel 2020 una sua antologia poetica viene selezionata e pubblicata in Russia dall’editore Igor Ulangin per la collana “Contemporary Italian Poetry” diretta dal critico e slavista Paolo Galvagni (traduzioni a cura di Tatiana Grauz).





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