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"Fresco di stampa": Mahmud Darwish, "Non scusarti per quel che hai fatto", Crocetti Editore, 2024

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Traduzione a cura di Sana Darghmouni e Pina Piccolo * E io, anche se fossi l’ultimo E io, anche se fossi l’ultimo, troverei parole sufficienti... Ogni poesia è un disegno traccerò ora per la rondine la mappa della primavera e per i pedoni sul marciapiede il tiglio e per le donne i lapislazzuli... Quanto a me, la strada mi porterà e io la porterò sulle spalle finché ogni cosa avrà riacquistato la sua immagine così com’era, e poi il suo nome originale. Ogni poesia è una madre alla ricerca del fratello della nuvola vicino al pozzo: “Figlio mio! ti darò un sostituto, sono incinta...”. E ogni poesia è un sogno: Ho sognato un sogno che mi avrebbe portato e che avrei portato fino a scrivere l’ultima riga sul marmo della tomba: “Ho dormito... per poter volare.” E porterò a Cristo le sue scarpe invernali così potrà camminare, come tutti, dai monti più alti... verso il lago. * Al nostro paese Al nostro paese, quello vicino alla parola di Dio un soffitto di nuvole, al nostro paese, quello distant

"Fresco di stampa": Giovanni Ibello, "Dialoghi con Amin", Crocetti Editore, 2022

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io non torno più Ricavo dai roghi autunnali un altare di gemme, è il menhir dell'esiliata luna. Io sono Giovanni e non ho mai chiesto di essere amato. L'amore stringe nel seno la sorte del tuono: frantumare il vetro dell'esistenza. Così noi, ebbri di giovinezza corriamo a perdifiato nell'oltrenero, succhiamo avidamente il fuoco rimasto nelle pietre e brindiamo / all'ombra che fu delle pinete. Ogni cosa rivela quel nulla che siamo già stati. Tutto simula la quiete. Poco distante, un uomo prende a pugni la rena. Dice: “Credimi, noi non stiamo per rinascere. Nessun verso sconta la primavera”. * parla Amin Io sono Amin, colui che restò nel noncanto. La pietraluna che stringe intime alleanze con il temporale. Sono la vita sognata, la spada rivolta alle piogge. Baratri e gemme, rovesci, sterpi, acqua di sperma creatore. Io sono Amin e non ho mai conosciuto l'amore. Rivelo la sintassi del crollo: un urlo angelicato, non si muore. Vita sempre sognata, mai vita. * Morte