Luigi Mariani, tre poesie inedite
Villaggio siriano Pare quasi che li abbia portati il vento, qui questi bambini, che qui li abbia insediati e mischiati ai colori della terra. Pare quasi che Dio me li voglia mostrare, mentre tornano da scuola e saltano pozze nella frangia di sole che rompe l’autunno e schiara la mappa del cuore. Il villaggio m’appare, in un’unica visione elementale, con le ossa rotte e il fango secco che pende dai muriccioli e dal pelo delle capre. E tutti brucano, qui, l’uomo e l’animale – sotto lo sguardo di chi passa e di chi non se n’andato mai e qui rimane – tutti si nutrono di quel poco di erba secca e di vita che possono ancora sognare. * Dilemma Perché di questo stiamo parlando, in fondo, se nel pugno chiuso vi sia l’aria soltanto o la moneta rivolta dal lato giusto e tutto questo giro di parole tra noi sia solo musica d’accompagnamento un modo di scandire il tempo o piuttosto oro fuso da colare dentro uno stampo pallottola d’argento destinata al cuore del licantropo che ci divora da dentro. * ...