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Visualizzazione dei post da novembre, 2025

Giorgia Mastropasqua, "Un canto al tempo che mi assolva", Les Flâneurs Edizioni, 2025. Segnalazione di Claudia Di Palma

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L'ascesa Ora che hai sciolto ogni vanità votato il dorso alla sorte dorata Ora che sai tendere e serrare una presenza di garza leggera C'è un'altra parete In compagnia dei fiori di roccia non si resta che una stagione. * Bambina, posato l'orecchio sulla testa, ti ascolto come una conchiglia e la conchiglia è una caverna per le bambole fossa iridata della risonanza. Ho fatto il silenzio, mi piaceva ripetere, adesso cerco la tua voce. A che scopo la vetta, il vigore pungente, se non per ritornare al mercato di Gallipoli, e potersi litigare uno scheletro calcareo fra i turisti e gli scolari. * Poi un giorno ti sentirò ancora anima, raccolta nei margini di questa pelle desolata nel petto taglierai un nodo di scale e ballatoi, la lotta non saprà più reclamarti perché vedi, il tempo è questo incidere pareti, turbare con lo scandalo gli intenti giovanili e ancora rimestare tempesta perché paga di urti e schegge possa fessurarmi perdere luce. * E se infine rinunciassi alla tua ...

Alessio Vailati, "La mappa del dolore", Il ramo e la foglia edizioni, 2025

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Riflessioni in versi su trenta fotografie vincitrici del Premio Pulitzer Il ponte sul Taedong, Max Desfor 1951 Il ponte al fluire del Taedong alza dal poderoso scheletro le travi fredde d’acciaio. Il vento ostile incalza una funesta fuga e sferza – in cavi intrecci – uomini perduti. E come formiche, in equilibrio sull’abisso di un’invisa sorte, avanzano - come resiste il corpo al cuore crocifisso! Dinanzi al baratro restano in fila: l’acqua per molti diverrà un eterno riparo; gli altri in un’altra trafila caleranno, reduci dall’inferno. * Interludio di pace, Toshio Sakai 1968 Il sonno inchioda qui, ma il sogno è altrove, in fuga da muri forti e fangosi quando sugli ammassi di sacchi piove un’insperata pace. Silenziosi restano nella giungla, come assenti, gli animali con l’aria cheta, tesa verso l’inferno. E tu da lì non senti che questa pioggia lava, tersa e densa, discesa per pietà da un cielo amico – e quasi smuove il lembo della terra sul quale giaci come un eroe antico per nega...

"Fresco di stampa": Igor Giammanco, "Come una cosa del mondo", Puntoacapo Editrice, 2025

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Rimani, c’è qui abbastanza mondo cielo larghissimo. C’è da colmarsi vastissimi dentro un abbraccio, dal ventre esplorarsi il bene e il male, darsi altre bocche altra fame. Se vai mi farò valigia mi farò stazione. * Dietro l’angolo una schiera di case tutte uguali che sembra un’interrogazione, il luogo è questo: un portone aprendosi sembra uno che si schiarisce la voce un lampione preme sull’asfalto la sua luce come un battesimo. Il quartiere non è quell’eterno che ci era stato detto, quando è ora di cena le madri dal balcone hanno smesso di urlare i nostri nomi. * Chi siamo se adesso il corpo ha fragili contorni e il nostro tempo insieme è un inciampo dell’inverno. Non basta la cura del mare, resta silenzio il silenzio, lo sai, ha respiri come una cosa viva. Che fare di questa luce interrotta ora che è soltanto un taglio a tenerci insieme e il tuo stare al mondo è un’assenza lunghissima senza più dolore. * Le ore che ci siamo detti non bastare, la pronta assoluzione dei nostri limiti i...

"Fresco di stampa": Silvia Rosa, "L’ombra dell’infanzia", peQuod, 2025

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Un’ape allucinata che sbatte contro i vetri, febbre che arrossa le guance, notte che batte sui denti cariati. Sono questi i mali rappresi in segni violacei sul rosa delle albe d’infanzia, i guasti delle lucciole che muoiono discrete sotto una brina spessa. Io vorrei dire invece lo strappo delle ali che buca la schiena, la perdita del corpo un pezzo dopo l’altro sotto il peso di un nome di fango e resina, che lascia addosso un’onta indelebile e in gola un fiore di spavento: vorrei raccontare di come cresce nelle sere di luna piena, cambiando colore e di come diventano le mani di una bambina quando scavano in bocca una fossa di silenzio. * Dopotutto voleva solo essere una figlia, una madonnina inviolabile, la principessa della fiaba con lieto fine, voleva un papà, non importava che non fosse il suo, che non le assomigliasse per niente, voleva guardarlo negli occhi e leggere l’ammirazione mista a orgoglio che faceva sbrilluccicare le pupille dei padri di altre bambine. Quelle che lei invi...

Bando Premio Poeti Oggi 2026

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Il concorso giunto alla sesta edizione si articola in un’unica sezione: poesia inedita a tema libero in lingua italiana senza limiti di lunghezza e metrica. Sono inedite le poesie apparse su blog, siti e social media. Si partecipa con un singolo testo da inviare all’indirizzo: poetioggi@gmail.com specificando come oggetto “Premio Poeti Oggi”. Iscrizioni entro il 10 gennaio 2026, non ci saranno proroghe. È  richiesto un sostegno di 5 euro a supporto delle molteplici attività di Poeti Oggi nel diffondere la poesia contemporanea in lingua italiana, da versare tramite circuito PayPal (amici e familiari), destinatario: poetioggi@gmail.com, casuale: donazione sostegno Poeti Oggi,  oppure tramite bonifico iban  IT58A0760113700001024644278 intestato a Luca Bresciani, casuale: donazione sostegno Poeti Oggi . Per iscriversi regolarmente al concorso dovranno essere presentati due allegati: Allegato 1 - documento .docx (Word) contenente titolo (eventuale), testo della poesia, nome ...

Luigi Mariani, tre poesie inedite

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Villaggio siriano Pare quasi che li abbia portati il vento, qui questi bambini, che qui li abbia insediati e mischiati ai colori della terra. Pare quasi che Dio me li voglia mostrare, mentre tornano da scuola e saltano pozze nella frangia di sole che rompe l’autunno e schiara la mappa del cuore. Il villaggio m’appare, in un’unica visione elementale, con le ossa rotte e il fango secco che pende dai muriccioli e dal pelo delle capre. E tutti brucano, qui, l’uomo e l’animale – sotto lo sguardo di chi passa e di chi non se n’andato mai e qui rimane – tutti si nutrono di quel poco di erba secca e di vita che possono ancora sognare. * Dilemma Perché di questo stiamo parlando, in fondo, se nel pugno chiuso vi sia l’aria soltanto o la moneta rivolta dal lato giusto e tutto questo giro di parole tra noi sia solo musica d’accompagnamento un modo di scandire il tempo o piuttosto oro fuso da colare dentro uno stampo pallottola d’argento destinata al cuore del licantropo che ci divora da dentro. * ...