Post

Visualizzazione dei post da giugno, 2025

Giovanni Rossi, "La voce bambina", Edizioni Croce, 2024

Immagine
Il tuo volto sanguina – senza ferite da mostrare – ma solo di me si fida, solo con me si lascia lacrimare. La tua voce bambina ancora grida l’estate; mi parla di una strada da colmare. “La via che porta al mare”, dice. “La stessa via che poi s’accorcia nei ginepri delle dune sabaude guidando un coleottero in volo” * Un nuovo conto in sospeso lo avrai tu e la tua pelle, mostrati nudi i polsi al vento, con l’arteria a zampillare sangue dove fuori è più comodo. Per ogni macchia sull’asfalto attende la bella stagione e già cerca vendetta: bottiglie piene, da rendere, a riscatto. È una fatica, restituire il sangue. * Hai visto? La poesia non è altro che l’orma lasciata da un piede nudo sulle maioliche in fiore della casa che ci separa dal mare. È evaporata lungo il tempo di corsa a perdifiato; senza tornare. * Avrai le tue colpe la tua ombra le sue, poste di fianco e le fronde del platano a sussurrarti il verde dell’estate Poi svanire non sarà un delitto; avrai sempre, dalla tua il lusso di...

Francesco Buco, finalista Premio Poeti Oggi 2025

Immagine
Le carezze Perdonami, se ti ho vissuto con pigrizia se ti ho sciolta nell'acido della routine, perdona se ho viaggiato con la mente per tradirti, vigliacco, restandoti fedele. Perdona i miei ingranaggi, i meccanismi, gli istanti in cui si allentano le viti in casa e fra inquietanti cigolii stappiamo bottiglie molotov per cena - penso a un urlo sotterraneo, qualcosa che striscia nel tunnel delle vene. E ti domando se così non siano state più feroci persino le carezze, o se a volte in certi abbracci abbia nascosto il ringhio di un’indole con la museruola. * Francesco Buco è nato a Viterbo, dove vive, lavora e gioca. Non ha mai pubblicato nessuna raccolta di poesie. Lavora al suo progetto di racconti in versi Alfabeto domestico . La poesia contemporanea in lingua italiana

Monica Messa, "Una pistola al Luna Park", RP Libri, 2024

Immagine
La bambina di rame e di miele appende foglie alle orecchie e si sente una regina. Ancora non sa che le vespe ricompensano i fichi con la vita. * Inchiodata a una bilancia o a passo silenzioso e svelto fra scaffali e lattine (dove il cielo non tiene il broncio a lungo) con l’orizzonte portatile nella borsa, violacciocche nella scollatura, e un destino di cartapecora in tasca, mangiava pane e fumo. * Sono spezzata. Spezzata in un punto a metà della schiena ho un nido abbandonato con uova schiuse e piume insanguinate. Sono spezzata. Spezzata in un punto. * Troppo grande questo mondo per le tue mani, bambina, bastano appena appena per spingere barchette di giornale. Un passo, dall’asfalto alla sabbia. Sorridi in debito di luce, capelli nuovi di chemio e il libero arbitrio in una falange. * Ho la felicità inceppata come una pistola al Luna Park – dieci colpi, cento lire – era il prezzo della libertà. Il crepuscolo è caduto irrimediabilmente su tutte le cose e in questa nuova estate si rinta...