"Fresco di stampa": Antonella Palermo, "Il giunco e la statua", Vydia editore, 2024


Gli oggetti sono sui letti,
appesi alle sedie
sui braccioli del divano,
sui davanzali
e su ogni mensola

ai bordi liberi degli scaffali
piccoli regali ricevuti di sera troppo tardi
accessori da scartare dopo
le medicine di papà morto due anni fa.

Una folla temporanea
che chiama gli occhi
a gran voce asciuga le energie rimaste

in attesa di un ricovero
al riparo dalle polveri
prende aria
         – mi chiedo se è abbastanza –

al rientro si specchia
in un cuore imploso
e smemorato.

*

Abbiamo messo il tavolo al centro
e ci siamo finiti sotto.
Le parole esposte all’intralcio delle sedie.

Ci si sbranava per minuzie

qui ora si gioca al minimo,
le voci attutite,
sentire il vuoto sotto
anche se poggiamo i piedi.

*

Sotto braccio camminammo.

Eri un giunco, eri la statua di Giacometti

carne reliquia fossile
la pressione di tutti i piedi
viandante affaticato e vecchio.

Domani il museo si farà muto
come muti siamo noi
il bronzo solo che tintinna.

*

Sopraggiunge un’aria totale
di un presente spesso
un anticipo di strati scivoloso
l’epoca di un sapere niente
e voler sapere niente
che cuce le evidenze.

Queste gambe
i suoi seni scesi
mai perlustrati.

Aspetto non so bene cosa
regalo ore
senza concentrazione
solo un richiamo
a stare nell’odore di prato tagliato
dentro il design ospedaliero
coi colori pastello
e la sacca rosso amarena del drenaggio.

*

Antonella Palermo è di origini molisane. Giornalista, vive e lavora a Roma, occupandosi soprattutto di approfondimenti culturali e dell’attualità internazionale. Ha esordito in poesia con Le stesse parole (Lietocolle, 2012). Per il suo secondo libro di versi, La città bucata (Interno Poesia, 2018), ha ricevuto l’Attestato di Merito al Premio “Lorenzo Montano” 2020. È autrice di sperimentazioni teatrali basate su suoi testi.





La poesia contemporanea in lingua italiana

Ph. Lello Muzio