"Fresco di stampa": Alessio Paiano, "Punti di fuga", Arcipelago itaca Edizioni, 2021


Intagliata tesserina del libro,
tu formi la parola che indica
la direzione, la via sdrucciolata
del verso, il vuoto, la morte a capo.

Ti nascondi nell’occhio della sposa,
ti fai lacrima che bagna la bocca,
scorri rossa tra pagine ingoiate:
ma la tua anima è uno specchio opaco.

*

La città frantumata ha un lembo acuminato,
il pungiglione di un’ape, la punta della fiamma
di un vecchio santo, uno spiritello
che ti indica il trampolino di un abisso:

lì la città, antico relitto, si impenna
e le correnti dei passati remoti
ti trafiggono con lacrime morte.

*

- È chiaro che potresti
intagliare una lingua di fuga
che ti smembri il corpo
e poi piano discendere al punto
di snodo dove conficcare la lama:
l’anima sfinirebbe al verso
di sotto come un pallone sgonfio.

- Ma a te più si addice un voltare di pagina,
il capovolgersi della misura
nel vuoto originario dello zero.

*

A volte è necessario sparire
disperdere il nome nei percorsi dell’acqua
e non chiedere più una parola

ma lasciare che il mare compia
la sua decomposizione,
tagliare quel filo che ti tiene
per farti trascinare a casa dai pesci.

*

Mi è capitato anche stanotte:
stanotte ho pensato ecco, ho riperso tutto
e ho sentito che qualcosa era uscito fuori
il sistema si era di nuovo incantato,
girava impazzito

:

Quando perdi i dati senti nel cranio
un vuoto fluido, sembra un’aurora
fluorescente e mai vista
che dilaga ai margini della rete

:

sempre in noi si spande una verde aurora

*

Simu scisi sutta na via scasciata
ci su pajàre abbandunate, case
senza porte nfucate da le scrace,
li fòri parene na taula niura

Ronzinu tene u sangu ntra l’occhi
se te vide caminare spara corpi all’aria,
difenne stu chiaùtu finca l’urtima sciurnata:

li vvanza na mènnula ca no serve
nu cane ncimurratu ca sputa e se stenne.


Siamo scesi per una via diroccata / ci sono pajare abbandonate,
case / senza porte affogate dai rovi, / i campi sono piatti come una
tavola nera // Ronzino ha il sangue agli occhi / se ti vede
camminare spara colpi per aria, / difende questa bara fino
all’ultima giornata: // gli è rimasto un mandorlo che non dà frutto
/ un cane col cimurro che sputa e si stende.

*

Alessio Paiano è nato a Pavia nel 1992 ma è cresciuto a Lecce. Si è laureato in Lettere Moderne presso l’Università del Salento. È segretario generale del Centro Studi Phoné, nato per lo studio e la diffusione dell’opera di Carmelo Bene. Suoi contributi sulla poesia contemporanea appaiono su vari litblog e riviste ed è tra i redattori di “Poesia del Nostro Tempo”. Nel 2019 ha pubblicato il poema L’estate di Gaia (Musicaos Editore). Punti di fuga è tra le opere vincitrici della 27^ edizione del premio “Ossi di Seppia” per la poesia inedita e del Premio “Lucini” 2020. Attualmente vive a Torino, dove svolge il mestiere di docente presso le scuole.






Fotografia di Riccardo Frolloni