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"Fresco di stampa": Autori vari, "Fissando in volto il gelo - poeti contro il green pass", Terra d'ulivi edizioni, 2023

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Il corpo è rosa pastello quando viene al mondo, ocra prima di partire. Dio, se c'è, è albino, fosse femmina sarebbe trasparente. L'anima è bianca o rosso-cinerina. La mente è come la colori o del colore degli ulivi. In questo tempo di ribellione e di rovina è terra d'ombra la parola, il cuore acquamarina. Francesco Macciò * Oltre le maschere soprattutto baci Quanta nebbia che è crosta che soffia sul davanzale C’è bisogno di parole inaudite e irremovibili Un attimo di bene perfetto La menzogna del mondo è solo una tenda Il resto è gabbiano planare La miseria è spicciola Muti di un silenzio cosmico ma ancorati alla cartilagine del mondo sono i giusti che fanno la Terra Baceremo anche attraverso le vostre maschere E saranno baci boreali, baci ruggenti, baci di quercia, baci di biscotti, baci di foresta, baci di principio, baci di onore, baci di rugiada, baci della prima alba di mondo Baci fatti per essere popoli, nazioni e universi Può esserci ancora bontà nella specie se non

"Fresco di stampa": Riccardo Delfino, "Versicidio", Terra d'ulivi edizioni, 2023

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Legate all’intestino le braccia le gambe le mani stanno attorte come pezzi di un feto abortito. Un orlo di luce squaglia la carne di un dito. Sangue, liquami, pezzi di cuore, e io solo a sapere che il bello è già dentro, che è qui, il nostro altrove; io solo a vedere la bellezza delle viscere; a rivendicare, con fatica, l’interno della vita a costo della vita. * Mi ero quasi lasciato cauterizzare dal prolungato digiuno invernale. Ero tornato incolpevole. Felice. Ma ecco tornare in ricorrenza - costole all’aria e fianchi azzimi - l’estate della magrezza istigatrice. * E chiedi cosa mi giace dietro: non io, tesoro; questo me che tu ami non risiede. Un marchio a vuoto. È questa tua fede, sola, a costruirmi; di me non c’è nulla in questo mondo che mi somigli. * Torno a casa e m’accoglie puntualissimo l’abbandono: quanto s’è fatto grande il crepaccio ch’è adesso una seconda porta; io e la mia casa siamo fatti di viscere corrugate, che quasi a gelosia sono inverate allo stesso tempo; e non s

Gianni Ruscio, "Mutazioni", Terra d'ulivi edizioni, 2022

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Fiotti di sangue - nel sangue c’è scritto tutto - inarrestabile bile rivolta al cielo - verde conchiglia - sull’asfalto di Roma cuore sbranato dentro cuore calpestato una fiamma e un lamento e poi nulla più di questi esseri che eravamo stati. * Accuratamente disposti sul bancone di una macelleria - fotografia su un ultimo sorriso contrito - potremo sdraiarci accanto alle teste dell’agnello dalle orbite prive di vita accanto ai torsi privi di arti e ritagliati ad arte per essere sacrificati nei nostri giorni rituali. * Feritoie perennemente aperte siamo noi sullo scivolo che si incunea nelle budella sgorgando midollo - risucchiato dalle nostre avide labbra - e umori di ogni tipo. Le ferite inflitte dalle spade altrui sono lacerazioni senza tempo senza spazio senza ragione. Il parto è stato quella mezz’ora fuori dalla camera operatoria qui alle 1,34 dietro via Cola Di Rienzo. * Spiaggia e bagliori bagliori e dolcezze le passeggiate sul lungo mare di Ostia; risalivamo nell’acqua la bocca

Isacco Turina, "Non come luce", Terra d'ulivi edizioni, 2021

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Dopo tutto Verdi catastrofi lontane, vi guardiamo da dietro l’orizzonte. Quando il dente è penetrato siamo passati su un ponte sottile. Barche infinite attendono per navigare la penombra. Con un colpo di remo gli equipaggi si staccano da riva. Nella cisterna ovale del tempo rimbombano le gocce, rare come parole berbere. E del tempo più nulla sappiamo. * Dimmi il fiore che porti nello stomaco che porti nella mente. Fiore scuro di paura fiore giallo dello sforzo fiore bianco dell’attesa. Dimmi l’insetto che ti ronza intorno la cicala che stride nell’orecchio la sapienza del ragno che ti abita. La forma che tu vedi è una follia: sotto la giusta ombra intimamente si muovono i giardini inconsapevoli. * Spossessione Dopo il segnale acustico registri il suo silenzio – mi muovo come un gregge di riflessi fra le pareti d’ansia e lo splendore – avvisiamo la gentile clientela di non sognare le grandi farfalle – qualcuno parla in fondo ai miei cassetti – esci in cortile e portami la salvia, ma fer