Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta Lorenzo Patàro

"Fresco di stampa": Lorenzo Pataro, "Amuleti", Ensemble, 2022

Immagine
A chiedere sete hai imparato dai cani con le code stremate nel giro ubriaco senza fine né pace, la lingua ora cava con la punta assottiglia e lecca la mano a chiedere l’acre resto del seme, il fossile vivo sotto la rena davanti alla casa dei giorni d’estate, l’ora di sonno che manca alla meta, qualcosa che porti tutte le cose finalmente a girare come un destino, il segno estinto del fiume e il suo delta da mettere sotto il cuscino e aspettare che arrivi la piena, il rovescio dell’acqua a smidollare le ossa, a seccare il magma nascosto, la fame religiosa dei tarli. * Nell’attesa di un chiarore ci passiamo il talismano come un fuoco da bruciare lento sulle dita, l’amuleto di carta velina da mordere coi denti – tu accendi un’altra fiamma nel calice verde sulla tavola, leggi i tuoi tarocchi e sui fiori illustrati segni al contrario i vaticini mentre fuori un altro anno rovescia i nostri nomi e l’alfabeto. * Cerchia la parola, la parola disarmata alla fine della strage sulla linea che segna

Lorenzo Patàro, 1° classificato Premio Poeti Oggi 2022

Immagine
Sentire come allora. Bambini-parco-giochi. Sentire la vita come allora e in un punto preciso, dentro al petto. Chiaro nitido pungente. Accorgersi del noto. Lo spazio tra le cose, tra il piede che si alza nella corsa e il piede-àncora che tiene. Polvere, il radioso nello spazio tra le dita. Sentire un freddo che è lontano, acuminato. Universo che semina nel petto qualcosa di antico e benedetto. In cerchio si osserva la ferita al ginocchio del bambino, sangue e pelle, il suo frantumo. Sentire come allora. Farsi tana e nascondersi era un modo per lasciare il mondo vuoto, farsi mondo nel mondo e nascondersi nel vuoto lasciato dalle cose. Qualcuno ci cercava. E noi acquattati come i morti. In attesa. Trattenendo il respiro come loro. * L’infanzia è una miniera inestinguibile di esperienze e di ricordi da cui scaturisce con efficacia la vena della poesia, come sostiene anche Rilke nella sua “Lettera a un giovane poeta”: ne abbiamo un’ulteriore dimostrazione in questa poesia di Lorenzo Patàro