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Fabrizio Morlando, "Percorsi marginali", Nolica Edizioni, 2021

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Aspetto il conto di un pasto che non ho mai mangiato. Nemmeno gli avanzi, le briciole dei cani. Niente. Pago col sangue, con la carne avvilita insceno l’esistenza e tolgo il disturbo. * Siamo nell’anomalia arcuata del salto di Fosbury, voltiamo le spalle al mondo. * Si procede così senza sussulti, con gioie che non lasciano sorpresi. Finché tutto diventa gomma sotto i denti scarica d’ogni gusto che sputi via. * Tutto questo mi appartiene, ma io ho fede nella carne e nella sua putrefazione. Nel lembo di terra tra il giorno che muore e in quello subito a venire mentre la vita accade senza di me, di fianco a me scorre e sfugge nel vuoto bofonchiare del nostro tempo irregolare il fatto è che ha perso il lato scarno, la parte sensibile delle cose. Quelle per cui ancora scavo e raschio il barile. * Si dona la vita e si dona sconforto, talvolta un guado, sigillato nell’ambra gialla del tempo: comici, inefficaci, incolpevoli rappezzi di cielo. * L’aquilone non vola più nel prato. Le notti di i