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"Fresco di stampa": Danila Di Croce, "Ciò che vedo è la luce", peQuod, 2023

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È che si impara a perdere quando osservi la vita di profilo, più smilza e distante, forse, ma con l’occhio rapito dalla frangia esatta delle nuvole. Davvero si apprende a cedere ore e pretese, a rintanarsi in pochi angoli di prato, per non scordare. E accade che persino il lungo fiume degli addii s’incanali infine con più capace abbandono. Sì, è altura spoglia da conquistare questo verso mandato a memoria e s’impara anche solo guardando chi dorme sul cartone, lungo i portici, così, con un sogno addomesticato. * La sincerità non è sulle labbra, non si mescola alle parole della strada e della folla, non sa d’esistere. Si scopre abbassando il ginocchio e il capo. È sapere di essere guardati da te la sincerità. * Di quale fedeltà si è mai capaci, di quale adesione, se anche il sale può perdere sapore e farsi sabbia di fondale, buona solo a mimetizzare vita. Forse l’urlo di dolore esposto lì, sulla strada, magari tra i rifiuti, che chiede d’essere adottato, che attende la sua educazione, so

Danila Di Croce, finalista Premio Poeti Oggi 2023

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Ci sono vite da riguardare,  di fronte a cui tacere in ascolto, come quando si cerca la sorgente, chiusi gli occhi, nel fitto odore del bosco. Hanno il dono, certe vite,  di sfiorare il peso dei sassi, di avviare il rimbalzo sciolto a pelo d’acqua, così - perché l’onda si allarga e sorride se c’è un tocco che chiama. * Danila Di Croce (1974) vive ad Atessa (CH) ed è docente di Lettere nel Liceo Scientifico della sua città. Nel 2011 ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie:  Punto coronato (ed. Carabba). Suoi testi figurano nell’antologia poetica virtuale Transiti Poetici (XL volume), a cura di Giuseppe Vetromile. La poesia contemporanea in lingua italiana