"Blocchi di partenza": Fabrizio Bregoli legge Dario Marrazzo
Non darmi, ti prego, giudizi netti.
Sospendi per un momento la furia
cromatica, il delirio dei contorni.
Regalami piuttosto il disincanto
serale, il colore delle colline
quando la luce svanendo perdona
le cose e le restituisce all’aria.
Regalami il nonsenso che talvolta
è riposo per chi sa respirare,
se non c’è un senso che possa bastare.
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La poesia di Dario Marrazzo, in forma metrica di endecasillabi liberi, salvo per la sola rima baciata finale (“respirare” / “bastare”), ci porta in un clima tenue, crepuscolare, che censura i “giudizi netti”. Si tratta di una buona prova, tracciata nel solco di una tradizione rielaborata e fatta propria, senza sommovimenti, se non per qualche inverecondia lessicale come “furia” o “delirio”, subito ricondotti a ordine: “quando la luce svanendo perdona / le cose” (peraltro, enjambement davvero efficace). Gli imperativi (“Non darmi”, “Sospendi”, “Regalami” ripetuto due volte) scandiscono la prosodia, il suo sviluppo. Solo il primo verso, con la accentazione di quinta su “prego” e la punteggiatura a rompere la fluidità sintattica, ci mette in uno stato di allerta, sincopato; i successivi versi, con accenti più regolari, guidano nel cammino, senza intralci, di una riflessione piana che culmina nel pensiero finale, dalla convincente chiusa sapienziale giocata per contrasto nell’ossimoro fra “nonsenso” e “senso”.
Fabrizio Bregoli
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Dario Marrazzo è nato nel 1992 a Vallo della Lucania, nel Cilento. È laureato in Italianistica e scienze linguistiche e ha collaborato con alcune riviste culturali online scrivendo articoli di argomento letterario e di attualità.
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La rubrica "Blocchi di partenza" curata dal poeta e critico letterario Fabrizio Bregoli è lo spazio dedicato da Poeti Oggi ai poeti esordienti che non hanno ancora pubblicato con un editore. La nota di lettura di un poeta noto e affermato come Bregoli, si pone come saldo accompagnamento nel delicato transito che da privato e intimo rende un testo pubblico.
