"Fresco di stampa": Luca Pizzolitto, "Getsemani", peQuod, 2023


Il parto avaro della notte
mastica e sputa la displasia
del giorno, separi il respiro
in due acque.

I cieli divisi della tua fame.
Nell’abisso, nel vuoto

non esiste parola.

*

La vita che attraversiamo
a mezz’ora dall’autogrill.
Fibra minuta, fragile.

Il nostro umano non restare,
cadere, farsi pioggia in aprile.

Lasciare.

*

Agosto è fermo sopra i tuoi occhi
approdi dal mondo uccisi, dimenticati
il senso smarrito delle cose,
indistinto pudore nella luce.

Nell’annuncio sacro del vento
una spoglia, disamata
bellezza.

*

Le fermate vuote dei tram,
le corse lungo il fiume
– si svela agli occhi
il lento morire –
il fiore svestito dei giorni.

Ricuci lo spazio di fede,
la luce guasta del mattino.

*

Il giorno breve di luce consuma
dicembre nel sonno trafitto,
l’elleboro fiorito.

La tavola pronta,
la cena mai consumata.

L’amore è un cancro che mangia
la carne, smagrisce ogni attesa.

*

Miseria della sete
vetri rotti carne
di sale, chimera
e rovina

cinque corpi a riva,
sputati dal mare.

*

Chi getta il tuo nome nell’abisso
per trenta denari?
Chi dorme durante la veglia?
Chi stringe i polsi e ti spinge
in catene?
Si spegne il canto
perdono e rovina

– gocce di sangue
dal volto di Dio –

Nessuno torna innocente
da questo Getsemani,
nessuno è mai stato
fedele davvero.

*

Luca Pizzolitto nasce a Torino il 12 febbraio 1980, città dove attualmente vive e lavora come educatore professionale. Tra i suoi libri, figurano: Dove non sono mai stato (Campanotto), Il tempo fertile della solitudine (Campanotto), Tornando a casa (Puntoacapo). Con la casa editrice peQuod ha pubblicato, nella collana Rive: La ragione della polvere (2020), Crocevia dei cammini (2022), Getsemani (2023, prefazione di Roberto Deidier). Da fine 2021 dirige la collana di poesia Portosepolto, sempre per conto della casa editrice peQuod.





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