Omaggio a Ivano Ferrari (1948 - 2022)


Poesia tratte da "Macello", Giulio Einaudi editore, 2004.


È venerdì santo ma senza
la primaverile viandanza,
già prodiga di resurrezioni
il sangue ancora ghiaccia
riempiendo i fiati di bagliori
e le bestie sono troppo pesanti
per scendere dalla croce.

*

Dove nasconderà le lacrime?
Se la domanda pende sul cranio
sfondato di un puledro
sfumo affannando versi
subendo animali e cose.

*

La mano farà fuoco
è bene ricordare
di sostenere il polso
si staccherà un occhio
(bestia grossa doppia carica)
per terra, il plenilunio.

*

Quando hanno tolto la luce
la morte si è ricomposta
per apparire subito dopo
più nitida, più vergine.

*

Dalla vasca d'acqua bollente
emerge un enorme maiale
bianco come uno spettro
che oscilla impudico fino a quando
dal finestrone il sole
accende quintali di luce.

*

La mimica facciale di chi sgozza
non ha un'origine definita
è un processo ossessivo di tipo umano,
inevitabile che mi tremino le mani
quando gli accendo una sigaretta.

*

Ivano Ferrari è nato a Mantova nel 1948. Ha esordito nell’antologia Nuovi poeti italiani 4 (Einaudi 1995). Sempre con Einaudi ha poi pubblicato le raccolte La franca sostanza del degrado (1999), Macello (2004) e La morte moglie (2013). Un altro suo libro di poesie, Rosso epistassi, è stato pubblicato da Effigie nel 2008.



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