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"Anteprima Portosepolto": Mara Venuto, "Vora", peQuod, 2023

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Alla terra perpendicolare la caduta, la vergogna dei cani deposti a marcire. Vagare innocenti a due a due, sui talloni il peso del domani e il suo travaglio, la lucida sapienza delle viole. In eredità lasciarsi calici dove nessuno beve e restano come un danno nelle mani. * Un sacramento è rimasto in quel muro. Lungo stanze di pari colore, fra odori estranei la misura del tempo è ferma alla calza del padre piena di carta come un pallone. Andare a segno nella porta a vetri femmine contro maschi senza poter danneggiare, prima di compiacerci adolescenti in un angolo. Votarsi a un altare dentro il portone, crescere passando sul lato opposto della strada con gli occhi bassi davanti ai ricordi. Non cedere più alla giovinezza. * Nascere vecchia senza saperlo lasciare i ricordi in utero, restare informe creatura sazia, arresa. Nella notte adulta ascoltare l'acqua, i passi che scalciano senza peso la resistenza ai moti un corpo in cerca del suo spazio dove non c'è carico. * La fatica di