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Mattia Cattaneo, “La neve impressa”, Architetti delle Parole, 2024

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Entrare in un nodo sviluppare il suo nastro e ritrovare la ruggine sotto i crocevia dove l'odore della realtà si compie in parte in questo continuo scambio di cose improvvise affrontando i morsi l'insurrezione del fuoco le ferite d'innesto trappole di lutti lunghi s'impenna alla radice l'anamnesi di questo silenzio. * D'inverno l'alba disegna il colore del metallo, gli alberi, nervi rigidi, segnano il profilo della luna china. Frutti amari in questo tempo di mandorleti sottili, il tuo bianco ventre matura latte - ne sento ancora il sapore - ma sazia il luccichio del grano: ciò che accade, non svanisce mai nel buio. * Il plaid con gli orsi polari accarezza il tuo pigiama a rose fiorite o appassite dentro un letto antidecubito dove dormi sopra barche mistiche piene di parole nude diluviate che scendono fin dove non c’è risalita. * Ci rivedremo una volta al giorno sotto l’ombra del platano o nella corsia dell’ospedale quando la neve impressa nei pertugi dei ram