Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta Anteprima portosepolto

"Anteprima Portosepolto": Franca Alaimo, "100 poesie", peQuod, 2024

Immagine
Poi tutto scompare: fiori d’oro, arance, mal di luce. Soltanto notturne costellazioni, ombre silenziose. La luna per morire ha oscurato il viso. * Dio mio, ecco il mio niente, il mio stare qui così povera, le mani rugose, a guardare ancora, a piangere ancora non ricordo più per cosa. Sapendo che è stato tutto ogni volta per una volta sola. Perdonami se spesso non ho fatto cantare il cuore dimenticando di essere soltanto una sciocca bambina che giocava a moscacieca con il mondo. * Voglio una casa senza porte il vento che entra e fischia insieme ad uccelli vagabondi, una casa vuota dove dormono angeli invisibili e crescono fiori tra le fessure dei muri, e di notte la luna sparge la sua acqua d’argento e gira con il tempo finché l’afferro come una moneta e la getto nel pozzo e lei dal fondo mi guarda silenziosa e mi incanta fino all’oblio, fino all’oro dell’alba che sogna questo sogno. * Come attraverso l’oscurità lei ci fa chiaro. E con noi attende che, slargando il cuore, qualcosa ci gi

"Anteprima Portosepolto": Nadia Maurizia Scappini, "Sul fianco del mattino", peQuod, 2024

Immagine
alibi ho preso in affitto un alibi modesto un altrove piccolo monolocale monouso monodose. lo arrederò da subito con tanti pensieri ammucchiati in cantina, nei soppalchi di vecchie case, in garage, dentro la mia cinquecento del sessantacinque, negli armadietti di cucina, dietro l’oblò della lavabiancheria, nella ghiacciaia persino, poi farò una bella pulizia: di buon mattino toglierò polvere ragnatele foglie secche umidore residuo briciole stantie sospiri lacrimosi e desueti lascerò un design di poche scarne parole... * parole piccole I percorrono il sonno procede l’ago a piccoli punti singulti smorzati su pause innocenti scompone versi settenari ottave endecasillabi rimati nel tempo della scuola. lascia sul foglio sillabe di filo una virgola due nodi talvolta una poesia II annodo i capelli come la parola in una svolta di respiro tra il dove e l’altrove sanno la sutura dove si stringe il cielo una morsa – un volo? di gravità sottile III anche di soste viviamo e di silenzi nel lume qui

"Anteprima Portosepolto": Ilaria Amodio, "Foglia e Radice", peQuod, 2024

Immagine
Sempre mi porto questo lungo grido di terre abbandonate, remote al di là dei mari che separano vite, contrade e tempi perduti sempre mi porto questo lungo canto le radici sepolte nel silenzio spalancano zolle dimenticate se crepuscoli solcano i cieli e la terra si tinge d’ombra e meraviglia, scavando nel dolore * La casa si fa ombra molte le impronte sulla neve e non trovare volto al ricordo ogni cosa si mescola nel bianco quadri appesi ai muri bicchieri scheggiati una carezza, l’attesa. Ma domani è avverbio incerto, domani – e la perdita si tinge d’impronta foglia e radice da abitare oltre l’ombra incurante e spoglia che lega e separa la terra * La malinconia per il mondo si ritrae in una marea di canti e popoli dispersi i Padri lasciano le nostre mani solcano terre straniere oltre i porti a noi sconosciuti e che sorgano come vele al vento le nostre braccia lasciar cadere ogni possibilità che così sarebbe stato che avresti comunque afferrato la mia mano * Tutto si riduce a un framment

"Anteprima Portosepolto": Eleonora Nitti Capone, "Per fede essi chiusero le fauci dei leoni", peQuod, 2023

Immagine
Scrivere è l’impresa di un esercito a ritroso camminare indietro, lasciare la trincea abbandonare il campo degli uomini nemici combattere per ritornare nella casa che abbiamo                                                                   [abbandonato cercare al buio la stanza che contiene la candela la cui fiamma accese prima della guerra chi                                                              [ci ha preceduto e cercare in questa luce fioca cos’è che ora si vede. Vivere davvero è l’impresa di un esercito a ritroso camminare indietro, lasciare la trincea abbandonare il campo degli uomini nemici combattere per ritornare nella casa che abbiamo                                                                   [abbandonato cercare al buio la stanza che contiene la candela la cui fiamma accese prima della guerra chi                                                              [ci ha preceduto e cercare in questa luce fioca cos’è che ora si vede. * Niente di ciò che abbiamo conosc

"Anteprima Portosepolto": Mirella Vercelli, "La solitudine del passo", peQuod, 2023

Immagine
Si srotola la tela delle ore vengono le smagliature i falli le cimose che marcano confini a poco si rimedia. Il resto è indelebile pecca sul vestito. * Restava, a sera, tatuata sulla pelle la mappa dei doveri giornalieri: ferite graffi calli la fantasia chiassosa dei dolori del corpo che annuiva alla sua sorte, come la fioritura dei colori spiegata in terra delle foglie morte. * Tu svetti, nera, nell’alto mezzogiorno come una vecchia palma che spezza all’orizzonte il filo di un ineludibile traguardo, sei rabbia e pazienza dolcezza e intransigenza più torno più ti vedo da lontano, sfumi ai contorni, già vivi nei ricordi. * Lidia 17 A nulla serve che la stagione torni, a nulla il verde il sole un’ombra dall’orizzonte si protende, quasi velo intorbida i ricordi e pesi, ala materna che più non ti dispieghi, piccolo gesù di ottone sopra le mani in croce. * I pensieri dell’attesa li porta come stracci un vento di maestrale – non toccano terra, si disfano nella distanza fra un corridoio e l’a

"Anteprima Portosepolto": Daìta Martinez, "nell’ora dell’aurora", peQuod, 2023

Immagine
il cantico arrossato della casa azzera nel pudore la più nuda espressione al principio d’ogni era e s’era amore uno stupore ché l’infinito bagliore nel viso del nome è un piccolo girasole l’orma d’incontrarsi con le labbra nell’aurora a lato la parola un abbraccio avvicina di noi tremando nel silenzio il verso e le ciglia delle mani l’odore negli occhi e sulla ferita la tenerezza del cuore la privatissima domanda e tutto il resto dai vicoli spiovuti al seno d’un andare * il silenzio dell’amore le scarpe sul tetto della casa pane nel pane da bere una piccola fetta di vino per tutta la tenerezza lascia un segno di vita sulla terra bagnata e di palermo la bocca l’ovale dell’aurora cade ancora una guerra i mercati scomposti fanno suono di campane tremando a noi lo sguardo la stessa stanza e la luce sempre uguale della lampada arancione la mia parte del discorso tu che mi dormi sul seno * dovrei avere un piccolo bucaneve nascosto dietro e indietro alla via dei ciabattai dove la porta il vuo

"Anteprima Portosepolto": Gisella Genna, "Rarefazione", peQuod, 2023

Immagine
Anche questo sogno andato anche il volto, il tuo essere a lato; ora che è poco fiorire, vai nel raggio preciso di un mattino. Posati polsi e palmi, un’ultima volta insieme alla terra sbiadire. * Ciò che deve accadere accade Casa di ringhiera e cotto dei primi novecento, la corte accoglieva propositi di nebbia. Tu, eri sommerso, io potevo solo esserci. Ai piedi del letto, per sempre riverso il padre. Schianto del corpo in prodigio di luce con una fantasmatica parvenza di voce. * Attraverso il deserto delle vite coralline      – roseo limbo d’aria – vedi, noi togliamo le vesti fino a scomparire. * La scintilla del tuo nome risplende ancora e ancora: punta tra le pleiadi fuoco cornice di desiderio, la fiamma è un petalo d’oro. * Continuo a vedere le finestre in cortile riflesse nella mia, le tende scolorite dal sole e qualche pianta di aromi sui davanzali. In viaggio verso casa sfilavano le abitazioni dei paesi di provincia. Gli indumenti messi ad asciugare, svuotati della presenza. Mi so

"Anteprima Portosepolto": Anita Piscazzi, "L’erranza", peQuod, 2023

Immagine
Quell’incanto che presto muta nell’ora protetta. Camminiamo sull’ultima stagione. Se tutto è l’inganno del fare, dove vanno le voci dei morti che ogni notte si addormentano con me? * Così venne una voce, quasi a ricordare un canto che puro spalanca l’attesa, le albe presagi di durata, sfumano. Resto fedele con gesti minori. * E quando ti girerai saprai toccando il punto più alto. La stella a oriente del meridione non ha inizio né fine, ruota potente di segni e miracoli, dimora nel firmamento. Così pensando e andando in te, primo angelo spalanco il mio cuore buissimo, l’eterno sbatte nella tua ala. Infiamma il lume della tenebra, primamente altra luce non vidi e non volli che l’usignolo muto e il canto aperto del tuono solitario, il libano, il falco e il bianco del rosmarino. * Il mio smarrimento somiglia ad una luce mattutina, illumina ogni gesto, ogni parola. Le scorie di questa dimensione non sono state capaci di spegnermi. Illumino. Illumino qualsiasi viso sono tesa agli influssi de

"Anteprima Portosepolto": Emiliano Cribari, "Cronache dalle rovine", peQuod, 2023

Immagine
aria di sgelo fumo mesto dal fiume il sole sbreccia la montagna e fa suo tutto l’itinerario del cielo: è una promessa mantenuta fino a sera cammino inciampando tra ghiande reiette piccolo minuscolo quasi inesistente se anche mi ammalo cosa cambia di così rilevante? salirò ancora per ore rifuggito da ogni bestia selvatica perché nei boschi sfiorisco invece che fiorire? vastità sfiorata del lasciarsi andare * tutte le cose le ho sciupate sempre io io prima persona sola e singolare i rapporti i mestieri gli oggetti li ho perduti tutti io sempre io reo confesso di non essere mai vittima è mia la decisione di arretrare di disfare di partire di domare l’indomabile impulso a sgretolare tutte le cose le ho perdute sempre io * gli abeti non pensano a Dio asceti nativi vocati al silenzio al riparo dell’ombra all’accoglienza io li ho visti piangere e ho pianto ridere e ho sorriso io condannato alla rabbia al peccato a chiudere gli occhi a tenere il respiro fino all’attimo prima di morire a Vitare