Luigi Finucci, "La prima notte al mondo", Seri Editore, 2024


I vulcani si acquietano, perdono
la loro efficacia distruttiva.
Le acque chinano il capo.
Nel luogo più oscuro, le possibilità
di vita hanno le sembianze
di una cellula. Le origini
hanno parvenze insolite,
non hanno linguaggio.

Solo il terrore
di essere scoperte.

*

E se un giorno, trovassimo
un pianeta abitabile
la gentilezza sarebbe l’unica
cosa per dismettere la solitudine.

Applicare una carezza
alle forme di rinascita
sconosciute.

*

In questo luogo
c’è stata la diserzione
delle bandiere.
Non c’è una storia.

Qui, il nemico è invisibile
le iene troppo buone
con i cadaveri:
usate per ripulire
da segreti indicibili.
Le chiese e gli ospedali
sono stati pensati
per coprire le ossa,
troppo vistose alla luce
del sole.

*

Il vento della savana
punisce i capelli, il sole
attecchisce una strada
gli occhi piangono polvere.

Degli animali selvatici
decretano prima del gesto
ogni atto, ogni verità.
Muoiono sotto il cielo
senza giudizi.
Come acqua e terra
combaciano nei punti
circoscritti da Dio.

*

C'è una disciplina del niente
porta le sue ali alla comprensione
di qualcosa. Lì, si percepiscono
le foglie, i fiumi, forse il suono.
Quel niente è scritto nel Dna
come il verbo che si fa carne
la stanza ha gli angoli chiari
le credenze vuote, il cielo grigio
e le madri rassettano i vuoti
nell'ordine giusto.

*

Non sono mai stato in grado
di essere padre. Ho fallito
ogni sera, lontano dai sogni
dalle increspature violate.
La colpa più grave è
che nessuno se ne accorge.
Solo mio figlio porta il peso
delle mancanze, e vive
un incubo che si ripete.

Un giorno sopraggiungerà la morte
il cuore scoppierà, perdendo
il dono più sacro.
Forse, uno specchio
a maledire un’abitudine
che ha relegato a prigione
le possibilità di tenerezza.

*

L’istante in cui il coltello
taglia il ghiaccio è questo.
Il vento assente.

Costruisco un’abitazione
le fondamenta si sciolgono.
Intorno c’è gente,
sembra non esserci, in effetti
si percepisce il vapore appena.

Muovo i primi passi
è una fatica immane
così rinuncio
alle braccia di mia madre.

*

Tutte le poesie del mondo portano qui.

All’origine c’è un bianco accecante
le parole servono a poco.
C’è uno sfondo bellissimo
fatto di occhi celesti. Un uomo
costruisce la sua dimora
e se ne prende cura.
Chiamatela se volete,
guarigione.

*

Luigi Finucci (Fermo, 1984) ha pubblicato in poesia: Le prime volte non c’era stanchezza per Eretica edizioni nel 2016, Il Canto dell’Attesa per Ladolfi Editore nel 2018, Cammino – sulle orme di San Francesco per Giaconi Editore nel 2022 e La prima notte al mondo per Seri Editore nel 2024. Ha poi pubblicato anche tre libri per bambini, in rima, per la Giaconi Editore: L’aspirante Astronauta nel 2015, Il paese degli Artigiani nel 2018 e Il Mondo di Sotto nel 2021.





La poesia contemporanea in lingua italiana