Alessandro Cartoni, "Cartoline degli addii", Fallone Editore, 2022


le mattine col loro mistero
alle porte rivelano
lo sbigottimento,
un odore di terra e di zucca
che trascina verso il fondo,
così i ricordi
fanno i loro banchetti
di terre gelate e fantasmi,
perché c’è meno vita
ovunque, anche tu
ti aggrappi all’illusione
che tutto possa essere
lo stesso, ma il tuo giardino
è amaro nell’odore
di acque morte,
fitto il muro delle sterpaglie
e sopra nel cielo volano
corvi scuri

*

aspettarti invano
è lasciarsi attraversare
da questa traccia vuota
che hai lasciato nelle stanze
assieme allo spillone per capelli
non ha più senso ripararsi
dalle giornate oscure
che verranno,
non ho l’età per immaginare
che colore possa avere
un altro nulla,
lasciare solo questo bagliore
acceso qui nel living
dove siamo
stati vivi,
la nostra ferita aperta,
il nostro splendido
errore che sbiadisce
nella notte

*

la sospensione lascia strascichi
di addio sulle nostre sagome
imbarazzate,
abbiamo male immaginato
la nostra prossima distanza
quando dovremo sfiorarci domani
senza vederci,
ecco la regola applicata
del fare come se le nostre spoglie
fossero ancora calde,
come se tutto fosse intero
nella bolla della
lontananza

*

lo scrosciare della pioggia
nel silenzio della casa
la luce dei fari che illumina
il cancello,
ogni cosa al suo posto,
l’ombra scura degli alberi
e ancora il pensiero di te
che attraversa il giardino
e striscia dentro
le mie mani

*

si pietrifica nel caldo la campagna
guardi il cane che boccheggia,
e pensi ai pensieri e alle omissioni,
a quello che rimane sempre oscuro
nel cerchio mortale delle cose,
domani la riserva si assottiglia
i desideri sfumano
e si sgretola la carne,
la fatica è vincere
la brama di accasciarsi
illudersi che ci sia ancora
qualcuno ad aspettarti

*

i grumi dell’intonaco
sul cuscino del divano,
attestano il passare
delle cose,
d’estate i ragni invadono
la casa, vi lasciano le loro
case mobili,
d’estate trascorri giorni
fuori trascinato
dalla luce, ma poi
ritrovi la polvere fedele
delle stanze,
una collega è morta,
un altro separato
altri individui, cose, oggetti
segni trasmigrati via,
qualcuno chiama, qualcuno
scompare in una giungla
di ricordi e a tutto
ripensi, alla fragilità
del tempo, alle incertezze
dell’umano, al dileguare
del sole sopra
le nostre vite

*

si allagano i mattini
nella pioggia sospesa
quando i bianchi animali
scendono dalla collina,
di fronte la città implacabile
che abbiamo abbandonato,
ciò che resta è una luce
alla fine del mondo

*

Alessandro Cartoni (Ancona, 1964) è docente di Lettere nelle scuole secondarie. Nel 2010 pubblica la trilogia Io sono la nemesi (Perrone), nel 2017 la raccolta Dove ballano le ragazze (0111 Edizioni), nel 2018 il romanzo Reclusione (Licosia) e nel 2022 la raccolta di racconti Foto di famiglia con sgomento (Robin).





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