Anna Salvini, quattro poesie inedite


La voce strappata

In certi giorni grigi basterebbe
un cenno, amputare con la pietà
dei miti quando il corpo trema
nelle tagliole, sacrificare una gamba
o un braccio, separarsi, strisciare
con le nocche, un ginocchio
il gomito puntato come una stampella
tirarsi fuori dai denti acuminati, la voce
strappata a piccoli morsi

e ti chiedi come funzionerà il nuovo passo
la schiena nel movimento che bilancia
milligrammi, come sarà
riprendersi la vita, ad ogni costo, perché
si è troppo stanchi di morire.

Basterà un profilo, una nuova altezza
da cui osservare il mondo, commuoversi
dentro le cose che ti vengono incontro.

*

Calma apparente

Una calma d’altri tempi ci sorprende
come l’odore acre sui campi
o il cicalare nascosto adagiato tra i rami
qualche gregge nel mezzogiorno deserto
è l’unica deviazione al rollare incandescente
del vento: non un affanno lungo i margini
o al centro delle distese ma una lieve preghiera
per le doglie delle grotte, l’arrancare
dei mandorli tra le rovine.

Accolta ogni piccola legge, l’amaro
delle radici, i cardi, il fare incerto dei carrubi
non tutto sembra arreso ed una nuova
frontiera è il porto per questo andare timido
dell’amore dopo il terremoto.

*

Avvenire

Non ho forma in questo slargo
di pianura, abbandonata al peso
                                  - scivolo via -
lascio dentro i fossi la voce, l'orma
alla base del tronco, svuotato
da ogni clamore, cede anche lo sguardo.

C'è così tanto spazio, campi a raccolta
e nuove possibilità di caduta: precipita
ogni foglia, i colori all'imbrunire
il ramo secco sotto il passo, precipito
anch'io, senza distinzione

- corpo e passione -

per un avvenire lento, dentro
una luce bassa sempre più piccola
dove vengo a tremare per la vita.

*

Il vuoto intorno

Seguirti nei tuoi passi, a distanza
che se ti guardo troppo, dentro
la crepa inizia la sua corsa
una voragine in cui cadere
come il sole - basso - sulle cime
come te, quando stendi il corpo
sul mio, combacia così bene
anche il dolore

con tutti gli aghi nel petto a premere
forte, il fiato rotto nella trasparenza
della tua visione, un fermaglio
a trattenere il tempo nei capelli

il vuoto intorno.

La notte fa di noi un lago deserto
vicini i volti, una foschia leggera
viene dai corpi, guizzi di pesci.

L'onda increspa sulla riva
il grido che tormenta il buio.

(ispirato da Norwegian Wood)

*

Anna Salvini nata a Vigevano (PV) il 03.03.1965. Ha pubblicato con Interno Poesia nel 2017 la raccolta Calma apparente. Diversi testi sono stati ospitati, negli anni, da blog come: Interno Poesia, Poeti Oggi, Perigeion, La Dimora del tempo sospeso, La poesia e lo spirito, Poetarum Silva.



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