Giorgio Papitto, finalista Premio Poeti Oggi 2022


Gli alveari

Ci sono maggi che svuotano gli alveari.

Le api, sotto la vanga, scortano il pasto.
             Tante se nella bestia c’è carne di rosa.

La zolla custodisce di ciascuna il dorso.

*

Che nella testa del riccio cresce la preda.

Se non è edibile, è un nuovo desiderio:
             Quel puzzo dal suo alveare di germe.

D’inverno i fichi sono nomi sul marmo.

*

Sul dorso, neutre scuriscono le piume.

Mi trovo che ancora profumo di vento,
            Che ho una preda viva e un anfratto.

Come un alveare d’improvviso ombra.

*

Il riccio mi annusa, mi smuove i resti.

Nei rifugi si dorme nudi per dispetto,
            Con le zampe accovacciate sul pene.

Per diletto preferirei resuscitarti, spero.

*

Giorgio Papitto nasce nel 1993. Vive a Lipsia (Germania) dove è dottorando in neuropsicologia presso il Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences. Ha organizzato il festival “Langue – Festival della Poesia di San Lorenzo”. Sue poesie sono apparse su riviste nazionali (Inverso – Giornale di Poesia, La Tigre di Carta, Le Parole e Le Cose, Repubblica) e internazionali (The Scores). Una bestia che tace (Arcipelago Itaca) è la sua prima raccolta di poesie, già finalista al premio Bologna in Lettere (2020). Una sua nuova raccolta inedita Le parti animali si è invece classificata terza al premio Guido Gozzano (2020).



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