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Simone Ruggieri, "Gli occhi di mattina", Arcipelago itaca Edizioni, 2022

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Quando il buio si fa pesto il primo freddo sta intaccando la tua stanza. Tu sorridi in primo piano a mio padre nella foto mentre dormo nella multipla. Sei lo sfondo e il residuo di ogni giorno. * Il mio sonno è la sua veglia. Sta nelle cose, così sia. Il messaggio parte tardi, arriva presto la risposta. Comunque in quel destino in cui si desta e scrive, e io disteso leggo, si accorcia la distanza, vera. E la grande illusione deve essere sincera. * L’attesa e di là da venire la terra. Io sono un Simone qualsiasi: si compie in un borgo, di cui ignoro i contorni, la quiete che è la tua casa. * Le prove generali dell’amore somigliano a un reticolo di fiumi che sfociano nel mare sotto un arco. Se penso al tuo sorriso alla locanda da questa prospettiva si staccano due volti su tre quarti di luna in tutte le vigilie di stasera. * I versi di cristallo di Petrarca e brani popolari per stordirmi, voglio soltanto questo questa sera. Non ho bisogno d’altro per stordirmi. Nella mia nuova stanza ora

Anteprime collana di poesia Portosepolto

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Siamo lieti di annunciare che i libri della collana di poesia Portosepolto edita da peQuod, saranno ospitati in anteprima nazionale sul blog e sui canali social Poeti Oggi attraverso una selezione di testi a cura della redazione. Portosepolto nasce nel gennaio 2021, dalla collaborazione tra Luca Pizzolitto (direttore della collana) e Marco Monina (editore di peQuod); l’intento è quello di pubblicare e rivolgersi a quei poeti (e, di conseguenza, a quella fetta di lettori) i quali cercano, nella poesia, una dimensione intima, un’attenzione per le piccole cose, uno sguardo che scavi nel significato di un gesto, di un vissuto, di una parola. Gli autori ospitati in questa collana sono tutti poeti per cui la dimensione del viaggio (all’interno di sé, nelle proprie viscere e nella quotidianità del vivere) è una dimensione imprescindibile. La poesia contemporanea in lingua italiana

Sandro Pecchiari, "Alle spalle delle cose", Vita Activa Nuova, 2022

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Caccia di sera lo stridere delle rondini si salda con tutti questi insetti - inconoscibile la strage nell’impatto solo la sorpresa dei passanti il loro seguire con le mani questo andare a cappio ognuno nel proprio posto adatto chi nell’aria chi nel ripetere ogni atto e crearsi inferni in proporzione vivi ancora di una vita a brani i moscerini volano a scarabocchio nessun andare si riannoda né ha pace nella conclusione (Imbrunire a Trieste) * Cattedrale soffèrmati dove la realtà non si fa vedere, dove le guide non sanno e tu l’affronti solo la luce dai rosoni stringe gli occhi e taglia la scoperta di un mondo altro scolpito dalle ombre sul fianco di una statua manca una pennellata di vernice d’oro si snuda il legno grezzo è un mondo di giunture mal celate passate nel silenzio le espressioni eloquenti sul davanti qui sono solo quiete qui conviene sostare con la poca gente che gira per dovere per un’icona preziosa trafugata d’un santo sconosciuto qui si manifesta questo stare al mondo sen

"Fresco di stampa": Massimiliano Bardotti, “La disciplina della nebbia”, collana portosepolto, peQuod, 2022

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Oramai solamente attendo (ogni giorno vivendo intensamente) l'attimo eterno del ritorno, quando casa saranno le tue mani la cura di un lento preparare per la famiglia amata il pane, come non fosse il quotidiano lavorio ma l’opera di un Dio innamorato che nulla serba di sé, se non il dono. * Bisogna essere prossimi alla terra avere già nel corpo l’ambizione della fossa. Sentire nella carne l’appassire delle ore. E come si fa urgente fare il bene praticare la salvezza. Avere già negli occhi un po’ di quello che vedremo quando gli occhi chiuderemo a questa luce. Bisogna poi saperlo un po’ di cielo averlo imparato dall’allodola e dal gufo. Seguire come cambia la stagione intuirne nei colori le promesse. E poi bisogna andare quando è ora essere pronti. Allora sarà chiaro finalmente che avevamo fatto tante prove che in fondo vivere è coltivare il seme eterno dell’attesa. * Un giorno, molto presto rinverdiranno tutte le cime (degli alberi, delle montagne) le ali dei migratori, tese a inte

Emilia Barbato, “Primo piano increspato”, Stampa 2009, 2022. Segnalazione di Fabrizio Bregoli

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La vernice chiede al croco la memoria dei suoi stimmi, all’eliotropo quel colore su cui riposano chiarori e trasparenze che colmano la lunga assenza della materia. La parola è un fossile, lo scheletro di un suono che si ripiega in un cerchio d’osso, un’essenza vuota di zafferano. * Con un peso di piedi sul paesaggio lunare della spiaggia la casa dischiude la porta, il vento corre salmastro dalle stanze. Le giovani dune versano il dorato muto del giorno e i gigli marini si spezzano sul litorale non curati dagli occhi. Perfino le drupe di ginepro si piegano all’unicità; due piccole righe, bianche, filano agili negli aghi. * Tutte le mattine lisci il letto lentamente, cerchi le vestigia dei capelli, l’eco di una risata che scuota l’aria della stanza, un sorriso rosso e carnale ma nello specchio trovi solo un concetto molto consueto di piastrelle. * Avremmo dovuto restare segreti, un po’ dimenticati come locande remote di campagna. Avremmo dovuto essere fitti muschi insinuarci nelle clavic

Enea Roversi, "Incidenti di percorso", puntoacapo Editrice, 2022

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Otto volante Fisarmoniche a ultrasuoni, distanti. Percettibili appena, eppure presenti. Scivolano sull’otto volante accidentato infilando porte di mogano ben lustrate con su le targhette dorate e scolorite. Scritte illeggibili e sorrisi stile melancholia fraseggi di onde impetuose e callose oltre le piastrelle di fiori sfilacciati. Carnevale di piogge acide nei cieli assemblaggio di ali per voli a bassa quota gocce in picchiata verso bicchieri di carta a sfidare la legge di gravità. Una nuova ubriacatura si annuncia ingombrante e lugubre venosa di luce fredda assordante come il grido dell’idrogeno. Inonderà di calore il mare e la terra farà crollare impalcature e torri sposterà nuvole e centri residenziali ci troverà sorridenti e muti con i nostri luccicanti calici levati. (2008) * Foto ricordo Foto ricordo gli anelli del mare cane sibilo fremito occhi di sabbia giada nelle unghie un foglio accartocciato poche righe lontane forse il rumore del treno paglia ferro maniglia dorata la pagi

Matteo Rusconi, "#smartpoetry", Porto Seguro Editore, 2022

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Non ho ancora pensato a che punto sono. Le montagne di una nuova crisi e il ritorno a casa mi hanno dato la possibilità di pensiero. Adesso dormo dalla parte opposta alla stazione dei poeti e se vuoi fare un salto io sono ancora in attesa del tuo tempo. * La pantera nera per vedere se è così assurdo esce dalla cuccia gira per la sua realtà annusa l’ignoranza sputa fuoco e non ascolta il pianto liberatorio della sua terra e la forza della natura. La sua scollatura ha un costo aggiuntivo e se vuoi fare un salto a casa sua devi pagare con la tua voce. * Torneremo a vedere le foto degli alloggi di edilizia dove siamo stati in vacanza, respireremo di nuovo l’aroma di caffè insieme mentre il secondo capitolo della saga comincia. Ma adesso non è tempo. Tienimi informato su questo punto, ritornerò da te per la lettura di massima attenzione per il passaggio di consegne per qualsiasi prova di traduzione per vedere se è possibile ricominciare da zero. * Muore la voce dell’alba ogni volta tornato

"Fresco di stampa": Luca Bresciani, "Ogni giorno un cielo diverso", collana Lietocolle, Ronzani Editore, 2022

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Se la polvere ci parlasse di sé non racconterebbe niente ma ci direbbe delle crepe e dei ragni e dell’infelicità dei pavimenti. Svelerebbe l’ambizione dell’armadio di non vivere con un fianco cieco e la pena del chiodo nel sostenere ciò che gli è impedito di ammirare. Infine ci chiarirebbe la morte dopo l’appello delle sveglie quando dalla tenda alla trapunta un nugolo d’oro ci circonda. * Lo stesso peso sulle bilance in questo scontro tra ombre nella categoria minima della sete dove si sputa senza inghiottire. Finalmente possiamo odiarci avendo dei veri presupposti ora che niente ci distingue ora che nessuno ci sceglie. * È un’intervista alle pietre la trasparenza del fiume e tutto l’udito e tutta la vista sono un’unica coscienza: le distanze si compattano e nessuno vive da ultimo nell’acqua che riconosce i fragili della sua stirpe. L’oscurità della fretta è urgenza che non salva e la careggiata dall’altra parte è il regno che disattende. * Il gelo di dicembre sui muscoli delle macchi

Alessandra Corbetta, "Estate corsara", Puntoacapo Editrice, 2022

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Ombra Nel nostro breve corpo eri un’ombra troppo lunga, un’assenza già presente a riempire tutti i vuoti scavati dal passare delle estati. Sorridevo al buco nero dei tuoi sguardi già lontani, al mistero di sapere che trovarti era lasciare tutto quanto, appartenersi. Sei trapassato nel mio fiato irrevocabilmente mille volte e poi una soltanto: dovevi ammettere che amarti sarebbe stato luce traballante, un continuo calo di tensione * Come vanno le cose Dopo Parma, ti ho fatto mettere una virgola, dopo Parma, camminiamo. Ti ricordi tra i ricordi la città dove eravamo? Anche Correggio esagerava, come noi, ma con l’azzurro, e non lo sapevamo che il profumo di violetta era certezza delle cose da rifare, abbastanza a trattenere un altro gelido domani la nevicata di quel giorno. Ero sola? Ora invece se restiamo, Parma tace, lascia indietro la parola * Pietrasanta I Ricordo una gioia sfrontata, totale dal rumore ciocco di pioggia che cade ricade. E rimbomba. Eravamo in ombra tra i vicoli e poi

Dario Barbera, "Spolia", Edizioni Minerva, 2020. Segnalazione di Gabriele Borgna

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Il mio cuore è un campo bipartito a rotazione biennale. Andato male un raccolto il massaro può sperare con l'altro di salvare l'annata e di che vivere. Ma io resto con lo stupore del bimbo a guardare l'inaspettato fiore sulla spoglia recisa, nella linfa ancora sanguinante. * In vacanza di te,  amore, dormo con la luce accesa. Ma due sono le assenze, le tue macchie e i miei crateri, due le interazioni che deboli si attraggono, la somma di due eclissi. * Certo qualcuno diagnosticherà che la solitudine del creatore è un tratto bipolare, un disturbo d'amore che oscilla tra la smania del cercatore d'oro e la sindrome del re Mida.  Rincorrendo e fuggendo la tua dorata luce della vita, come un corpo la sua ombra. * Dario Barbera è nato nel 1984 a Taormina. Storico dell’arte antica, si è perfezionato alla Scuola Normale di Pisa ed è stato borsista dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici. Ha pubblicato svariati saggi di storia, archeologia e storia dell’arte in riviste