Giada Borgagni, quattro poesie inedite


Copre le spalle uno scialle,
di chi sottovoce non tace un giudizio.
Non si scopre le gambe, la pelle
secca, mani d’iris e vene.
Anche tua madre portava i segni,
che io stessa ho inciso
sulla tavoletta d’argilla.

I pranzi aprono confidenze:
andarono a convivere dopo un mese,
e poco dopo
nacque mio padre.

*

Che siano altre creature
a vegliare sul letto
di chi concepisce a pancia scoperta,
e vede rimarginarsi la porta.
Ma la mano non sceglie l’intreccio,
non si lega ad incastro.
La pietra del fianco, passione
che porto nel nome:
si svela in faccia il mio segreto.

*

I miei nonni si erano preparati
alla vecchiaia, avevano farcito il nido
il coniglio con le olive.
I figli tiranni o poveracci,
restituiranno il latte
tranne uno, il padre di
mio babbo se n’è andato,
non si è più presentato
e ha lasciato per mare,
il maleficio del sangue.

*

In strada per giungere al fiume,
il ciottolo non sempre si presta al piede
un forestiero ha setacciato la traccia
la mano al rifugio.
Noi sorelle, di onda, canneto e sterpaglie,
abbiamo attraversato il canale e
la sponda che promette una sarta alla ferita.
Una capanna di legno e paglia
accoglierà le randagie,
ritirarsi in antenne di lumaca,

nonno è da te che nasce la mia sciagura.

*

Giada Borgagni nasce a San Marino nel 2000. Frequenta il laboratorio Lo Spazio Bianco delle Arti al liceo Einstein di Rimini, dal 2017 al 2020. Una volta trasferita a Bologna, si associa al Centro di Poesia Contemporanea, è laureata in Educatore Socio-Culturale e alcuni suoi testi compaiono nella rivista di Vallecchi Poesia. 



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