Carlo Cuppini, "Militanza del fiore", Maschietto Editore, 2011
ninnananna regime
ci hanno tolto già tutto
disarmati tentiamo
di resistere ma
se con colpo fulmineo
gli oligarchi per caso
provano a strapparci anche il cuore
noi facciamo i bagagli
e leviamo le tende
ce ne andiamo su Marte
con la sabbia e le formine facciamo
cose molto più belle
a cui poi diamo vita
soffiandoci sopra
ci hanno tolto già tutto
disarmati tentiamo
di resistere ma
se con colpo fulmineo
gli oligarchi per caso
provano a strapparci anche il cuore
noi facciamo i bagagli
e leviamo le tende
ce ne andiamo su Marte
con la sabbia e le formine facciamo
cose molto più belle
a cui poi diamo vita
soffiandoci sopra
tutto il fiato che resta
*
se la voce dell’aereo dice bomba
cadono tutti dall’albero
acerbi o maturi rotolano
per tutta la lunghezza del campo
saltano lo steccato
aggirano il blocco al mercato
arrivano fin davanti all’ospedale
fino allo spiazzo dell’ospedale
ma è troppo tardi
per curarli
le madri li identificano
il dottore mette un pezzo
di nastro di carta sulla pancia
l’infermiere col pennarello
scrive i loro nomi
e li porta tra gli altri
le madri si dicono
andiamo a rifarli
l’albero non deve restare
senza bambini tra i rami
cadono tutti dall’albero
acerbi o maturi rotolano
per tutta la lunghezza del campo
saltano lo steccato
aggirano il blocco al mercato
arrivano fin davanti all’ospedale
fino allo spiazzo dell’ospedale
ma è troppo tardi
per curarli
le madri li identificano
il dottore mette un pezzo
di nastro di carta sulla pancia
l’infermiere col pennarello
scrive i loro nomi
e li porta tra gli altri
le madri si dicono
andiamo a rifarli
l’albero non deve restare
senza bambini tra i rami
*
qui il benzinaio dà ragione
a chi si vuole incendiare
il Maghreb in fiamme
ha fatto alzare il prezzo del barile
in Maghreb alle fiamme
ci si è dato un ragazzo
ventisei anni / laurea / moglie / figlie
l’ultima lettera alla madre su facebook
a Roma il carburante a un euro e mezzo al litro
le tasse le accise lo Stato fa cassa con tragedie appassite
oggi domenica anche il tavolo s’è incendiato
noi seduti intorno per pranzo
rimasti a guardare attoniti il pollo
le altre portate e la tovaglia avvampare
*
tolto il bavaglio
non c’è bocca
né faccia
senza trucco
né inganno
ci tocca scoprire
che nessuno ci aveva costretti a tacere
se non il tacere
*
se l’arancia trasuda violenza
non puoi farne a meno: la trafiggi
con la punta del coltello
mentre ti esplode in mezzo allo stomaco
un proiettile a frammentazione
avanzato dall’ultima guerra
ancora in corso in corridoio
o forse in salotto ti pare
poi si apre l’anta della dispensa
tra i pacchi dei biscotti s’affacciano
migliaia di profughi libici
ti vengono incontro
sorridenti
pieni di fiori nel grembo sfondato
ballando il samba ti riempiono gli occhi
di fosforo bianco – e la cucina
non puoi farne a meno: la trafiggi
con la punta del coltello
mentre ti esplode in mezzo allo stomaco
un proiettile a frammentazione
avanzato dall’ultima guerra
ancora in corso in corridoio
o forse in salotto ti pare
poi si apre l’anta della dispensa
tra i pacchi dei biscotti s’affacciano
migliaia di profughi libici
ti vengono incontro
sorridenti
pieni di fiori nel grembo sfondato
ballando il samba ti riempiono gli occhi
di fosforo bianco – e la cucina
*
Carlo Cuppini è nato a Urbino nel 1980, si è laureato al DAMS di Bologna, vive a Firenze dove lavora come redattore editoriale presso Maschietto Editore. Con il racconto Il mago è stato finalista al Premio Campiello Giovani ’98 (pubblicato in I ragazzi del Campiello/3, Marsilio 1999). Nel 2011 è uscita la sua raccolta poetica Militanza del fiore (Maschietto). Sue poesie sono nell’antologia Frecce verso l’altro (Marcos y Marcos 2010) e nel Regesto di poesia n. 5 (D’if 2013).
La poesia contemporanea in lingua italiana |