Simone Beghi, cinque poesie inedite
Agarthi Un uomo guarda la grande giostra azionata dalla mano di un bambino, torna indietro nel tempo diventa suo nonno, manda coordinate per cambiare le sorti di una guerra attraverso detonazioni. Sa di essere lì da qualche anno, prima dell’armistizio, sotto lenzuola di prato e si aggrappa alle gambe di mogli perdute in Toscana. Ma poi, tutto cambia i fantasmi di Agarthi vengono a visitarlo, gli mostrano il complotto sotterraneo, il brivido di uno scettro e riempiono improvvisamente la sua agenda. Non c’è più spazio per altro: addio Toscana, addio moglie, si parte sul treno transiberiano al lavoro, nel buco ghiacciato di promesse e prodigi di eternità, di significato, abbagli dorati ai confini del mondo. Una riga di lacrime gli corre sul viso in distanza l’uomo ha paura, sui peli bianchi indossa la maschera dei viventi e la noia di chi non oggi, non domani non potendo vivere non è morto mai. * La precisione di una frase Sotto una scala, il rabbino parlò delle cose che separa...