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Silvia Patrizio, "Smentire il bianco", Arcipelago itaca Edizioni, 2023

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Il sapore è quotidiano, del cibo annerito sui fornelli, e un sollievo di torta alle mele. Non c’è altro da prelevare all’incoscienza tenuta nel rilievo di una telefonata attesa, e subito ritratta dalla mancanza d’aria che si apre appena prima di avvistare le pareti, o sospettarle. * Così è il turno degli oggetti: anello come anestesia colpa come cibo accantonato pozzo come pianto bianco come braccio che si blocca letto come lingua o come fiume che si spacca come fine. * trattiene solo un filo degli inverni mai contati la sottile disciplina dell’acqua che goccia a goccia smentisce la roccia. * Come ricavare dal fango il senso corale del danno? Ci si addestra a enumerare i personaggi della storia: la matta l’adultera la vedova la madre la croce l’esercito di girasoli in marcia compatta a rinominare la luce. * Dal dolore si spalanca un’aurora di gratitudine, dice il parroco nella certezza del porto. Penso non è per tutti l’altra riva: il vocabolario di avanzi sembra staccarsi dall’altare