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"Fresco di stampa": Vittorino Curci, "Cadenze per la fine del tempo", Musicaos Editore, 2023. Segnalazione di Claudia Di Palma

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il commiato che sfugge alla pagina come di ogni cosa il senso che frana nel nulla di questa notte di pioggia. dalle finestre ancora accese l’eloquenza di uno sguardo fa gelare il sangue ogni volta che una goccia di luce si squaglia sull’asfalto “di me mi duole il dolore che non provo per tutto quello che non sono stato” * Glosse Marginali siamo tornati indietro più volte come ladruncoli scombussolati da un sole intermittente che ingessa le ombre. abbiamo fatto tardi a causa dei nostri dubbi “verbalizza anche tu i silenzi e descrivi attentamente ciò che vedi cercando nell’ovvio la lenta opera delle generazioni” è qui che abitavo, nei gerundi staccati da ogni scopo, nel vociferare del tempo che bordeggia il non ancora. tutto questo mentre sui rami dei mandorli esplodevano i fiori * Gli incurabili   ostinatamente in ritardo sul proprio tempo gli incurabili sono sempre in cattiva compagnia. nessuno può dire per quale ventura hanno gli zigomi spaccati, grondano sangue e ridono come ebeti. f

Anna Rita Merico, "Fenomenologia del silenzio", Musicaos Editore, 2022. Segnalazione di Claudia Di Palma

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Non è facile lavorare qui. Pensare qui. Eppure, qui, ci sono silenzi buoni. Come il fotografo ha bisogno delle giuste luci, la parola ha necessità dei giusti silenzi, degli appropriati spazi, di particolari slabbramenti verso l’interno. Qui, l’Antico, parla. Qui, la Luce, mostra * Possessione Le parole continuano il loro incessante lavorìo di scavo cesellando canyon di scarsi millimetri nel vuoto accogliente del pensiero è mistico essere posseduti dal nerbo silente e misterioso delle parole non si sa mai, con precisione, da dove attaccheranno da quale duna monteranno su quale alito si poseranno. Non si può che essere varco in un interminabile gioco di repentine attese infinite grotte miriadi di segni * Pochi gesti Pochi gesti ci sono dati pochi, sempre quelli fondi arcani numinosi laceranti torniamo lenti all’Origine là dove si lacera la palpebra chiusa consentendo all’occhio di inondarsi di laviche presenze di carnose sostanze di vitali ritmi di desiderio. Pochi gesti perché poi uno è