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Cristiano Sormani Valli, "La certezza delle mani", AnimaMundi Edizioni, 2023

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per quello che siamo venuti a fare, per questo viaggio, ci servirebbero occhi buoni per riconoscere la strada e domande per ascoltare il respiro degli altri. ci basterebbe la gentilezza dell’albero che cresce quando non lo vedi. una felicità plausibile e nient’altro che faccia suonare le campane quando il momento viene. * l'amore è una cosa piccola qualcosa da curare. è un armistizio in mezzo alla battaglia, sapore appeso alle labbra. sorpresa nelle lacrime, è risata benedetta. cura senza guadagno, paese in festa. è l’incertezza della saetta. è sparire. ritornare. l’amore non ha fretta. * si scrive per gioco sul filo del rasoio. per riposare nella grazia, per ringraziare, per essere nel poco. si scrive perché l’animale esca dalla tana, l’albero metta radici. per la brezza e la bufera, per il salto e per la frana. si scrive per la certezza della sera. * rimpiango gli occhi docili con cui guardare l’inverno, lo spazio aperto, la distesa. mi nascondo in questo buco in cui calcolo, pro

"Fresco di stampa": Giuseppe Semeraro, "Da qui a una stella", AnimaMundi, 2021. Segnalazione di Claudia Di Palma

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Tendiamo braccia verso un altro corpo abbiamo un’artiglieria nel petto avanzano tremando le mani cercando nel viso dell’altro uno spigolo dove germogliare l’orlo di una bocca dove arrampicarci dove osare un fiore. * Vorrei seguire una fila di formiche e scivolare in un abisso minuscolo chiudermi nel bozzolo della terra e gocciolare giù in qualche crepa affondare l’unghia in ere sepolte nascondermi in qualche tesoro sigillare il mio respiro nella pietra fossilizzare l’anima in una spirale ringraziare tutta la materia madre. * La vera Babele è questo corpo, lingue che ancora consumano la matrice di ogni parola, suoni che per secoli abbiamo masticato e sputato si aggrappano ancora allo stesso senso, pesi di voci che dalla notte dei tempi ci portiamo nella bocca, nutrimento segreto di ogni nostro verbo, custodiamo ancora il vecchio ceppo il sacro suono di ogni cosa nominata, ancora come la prima volta quando abbiamo detto: madre, padre, albero, sole, fame e poi guerra, amore, fratello, lo